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Curiosità

C’era una volta…

C’era una volta una bambina, una principessa, una fata, una strega, un re, un eroe, un orco, un diavolo.

Così iniziano le ripetizioni orali di storie tramandate da cantori tribali, burattinai, pellegrini, contastorie. Il loro novellare allietava le lunghe serate intorno al fuoco, pagava l’ospitalità in villaggi e castelle, le feste del patrono ed altre ricorrenze religiose. Col tempo la storia si arricchiva di nuovi episodi, secondo l’estro narrante, per compiacere coloro che l’ascoltavano per la decima volta.

Le fiabe di una volta finivano, nella maggioranza dei casi, e specialmente quelle da ‘femmine’, col principe che baciava la giovincella in balia di forze avverse. Poi seguiva il doveroso matrimonio e tutti erano felici e contenti. Mah….

Tanto per chiarirsi

Io ho sempre visto Cenerentola come un’opportunista, disposta a tutto pur di sposare il miglior partito del paese. Per ingraziarsi le platee, nel film ‘La leggenda di un amore’ si rimedia questa novella tanto usurata volando di striscio sull’Utopia di Thomas More fino ad inserire un cameo di tutto riguardo. Lucido il regista!

‘Con la gentile partecipazione di Leonardo da Vinci.’ Ecco cosa doveva aggiungere all’elenco degli attori.

Una fiaba vera

Oggi voglio raccontare la storia vera di una giovane coppia che conobbi molti anni fa a Positano.

Qui occorre un antefatto, tanto per cambiare.

Accadde in un periodo cruciale. La nostra società, uscita da una ventina di anni dal dopoguerra, era ancora patriarcale quando si aggregò ai fatidici, discutissimi, oggi famigerati, anni settanta. Si poteva condividere in molti modi la grande rivoluzione sociale e culturale che proveniva dalla Francia ed aveva già invaso l’Inghilterra e gli Stati Uniti, in special modo la California, prima di arrivare da noi.

Una ventata energetica

La mia adesione ad alcuni aspetti di questa ventata energeticanonpoggiava solo sulle civilissime modifiche. Per anni mi ero chiesta come potessi affrancarmii da un contesto che non mi corrispondevaCredo sia difficile spiegare quanto mi sembrassero meschine e soffocanti le strettoie che stagnavano fuori dalla porta di casa. Non vi trovavo finestre mentali che potessero aprirsi al dialogo, alle arti, alla fantasia, come accadeva nella mia famiglia.

Ecco perché fui attratta dal nuovo modo di pensare. Sentivo quella grande risorsa umana che chiamiamo immaginazione, vibrare per la prima volta anche al di là dei confini familiari. Il nuovo corso restituiva corpo, spessore, sostanza a parti di me che sentivo confuse. Mi riconoscevo in alcuni di quei fermenti ed ero curiosa di scoprire il senso delle manifestazioni, giuste, sbagliate, vere, falsificate, che hanno femminilizzato il mondo occidentale.

Conobbi personalità ariose, dal respiro sciolto. Quelle più affini a me erano votate all’arte. altre alla politica. Qualcuno scavalcava i propri limiti senza conoscerne il costo in anticipo…

Amati Beatles

Capita che mi chieda quanti anni avrebbe oggi Michelle ed a quanti yesterday continuerò a far riferimento, insieme alla memoria di stagioni faticose, esaltanti, amare, succose….

Qui mi fermo. Sto divagando e chiedo venia. Alle solite mi sono fatta prendere la mano, il polso, ognicosa dall’antefatto. O non si sa che le digressioni e gli scantonamenti sono il mio pane quotidiano?

Ho accennato a quella stagione di mutamenti per tentare di spiegare, e magari trasmettere, la fascinazione che una coppia esistenzialista ed hippy ebbe su di me.

Anche la loro conoscenza faceva parte dei segni apparentemente eccentrici, ma liberatori, che io chiamo l’arte del vivere.

Positano

Non ero ancora sposata la prima volta che vidi Positano.

La leggenda narra che il suo fondatore, il dio Poseidone, la donasse alla ninfa Pasitea. Il dono di un dio, dunque. Infatti, non si può immaginare cosa fosse quel lido incantato, perla della costa amalfitana, cinquant’anni fa. Pochi erano allora i caseggiati, nell’indisturbata, lussureggiante, espansione vegetale.

Passeggiare su e giù per le infinite scale, coperte da pergole di enormi tralci rampicanti di clematide e bouganville, mi faceva sentire come fossi calata dentro una tela preraffaellita. Nelle piazzette senza riparo, esplodeva il sole rovente che giustificava il corpo protetto dal cappello di paglia e gli abiti lunghi e coloratissimi che arrivavano fino ai sandali di cuoio, nella cui fabbricazione gli artigiani di quelle zone sono maestri.

Tu chiamale se vuoi….

S’intende che si può vivere poeticamente dovunque. È suffuciente scoprire bellezze antiche che la memoria tramanda senza rendertene partecipe, fino a quando non le hai davanti. E quanto può essere appagante il respiro sciolto nel danzare in armonia con la natura, in maniera talmente palpabile e coinvolgente da resuscitare particelle vibranti di vita che non sapevi di avere.

Una sera ci recammo con alcuni amici a ballare all’Africana di Praiano, un locale splendido ricavato tra mare e rocce. Accanto a noi venne a sedere Audrey Hepburn, attrice allora molto in voga.

Una bellissima coppia iniziò a danzare. Eravamo tutti incantati. Lei era alta, pallida, sottile, gli occhi chiari nel volto scortato da lunghissimi riccioli rossi. Anche lui era alto e magro, capelli e baffi lunghi e neri.

Il giorno dopo scendemmo dall’albergo e incontrammo di nuovo l’attrice fuori da una deliziosa boutique che vendeva gli abiti zingareschi, caratteristici del posto, che anch’io amavo e portavo.

In paese tutti conoscevano la storia della coppia che mi aveva incuriosita la sera prima. Erano arrivati lì in una fuga d’amore che si era protratta nel tempo. Lei si chiamava Vally e veniva da una fattoria australiana, prima di esibirsi a Parigi come ballerina. Lui, Rudy, aveva frequentato la facoltà di architettura. Erano esistenzialisti della scuola di Sartre, che avevano conosciuto, e pure hippy, anticipando la voga successiva. Abitavano in cima al Montepertuso, in una casupola diruta circondata da animali. Personalità internazionali dell’arte e dello spettacolo venivano a trovarli.

Nelle successive vacanze a Positano scoprii che le autorità avevano tentato più volte e senza successo di allontanare quella coppia originale che osava vivere come la maggior parte della gente, prima della guerra; e ancora chissà quanti erano obbligati ad un’esistenza ai minimi termini! Il fatto era che qui si trattava di una libera scelta. Come osavano, i due impuniti, professare gli insegnamenti di filosofi come Rousseau e Thoreau, in un’epoca che voleva e doveva dimenticare l’antenata povertà?

Restarono ancora per molti anni. La casupola che Rudy aveva reso abitabile, secondo cosiderazioni un po’ primitive, disponeva di un regolare contratto d’affitto dal 1957 ed il canone annuo era stato regolarmente pagato.

E tanto per tornare alle fiabe che tutti raccontano ai bambini, com’è che nessuno si scandalizza se Biancaneve viveva in mezzo ad un bosco, priva di servizi igienici ed insieme a sette nani minatori?

Le cose cambiano

Dopo la separazione Positano rimase il luogo di vacanze preferito dal mio ex marito, che ogni estate vi portava i nostri figli. Io tornai solo una volta, poi mi recai per due anni ad Ischia, meno bella ma più magica, almeno per me. Un estate feci un corso dal Baba Bedi, ma questa è un’altra storia. Qualche visita estiva sulla Costa Brava, dove mia sorella aveva una casa, poi, vivendo sola, finirono le vacanze per non abbandonare il gatto/a di turno.

Non ho dimenticato quella coppia perché, lo confesso, avrei provato volentieri a vivere quel tipo di vita primitiva, anche se non so quanto sarebbe durata.

Chi può dire se fosse peggiore di questa, tanto ordinata e civile, che sta distruggendo la Terra? Per non parlare degli effetti futuri delle soluzioni ecologiche. Auto elettriche, impianti fotovoltaici ed eolici necessitano di elementi indispensabili, come litio cobalto indio argento platino ed altre materie prime che rimediano ai guai provocati dai precedenti combustibili fossili con altri danni.

Basta leggere l’articolo che Benjamin Sovacool ha scritto su ‘Scienze’.

Si può obiettare che oggi si vive più a lungo, quando non intervengono virus che, diciamolo, hanno rinsaldato le finanze di qualche ente pubblico. Però, viene fuori che se ci ostiniamo a campare fino a 90/100 anni, tra qualche decennio saranno troppi i vecchi da mantenere.

Insomma, qui come ti muovi fai danni…

Razzolando su Internet

L’onor di verità impone un’aggiunta.

Stavo per concludere la storia di Vally e Rudy quando ho pensato che avrei dovuto cercare su internet per sapere com’è finita la loro vicenda.

E cosi ho scoperto che Vally era nata uomo ed ho visto alcune foto del film dove era costretta ad evocare con terribili immagini la peggiore strega della peggiore fiaba, sicuramente voluta dal regista, sicuramente da proibire al di sotto dei quattordici anni.

Sarà. A me resta il ricordo della bellissima figura che danzava in modo meraviglioso all’Africana di Praiano. Il volto solare, radioso, femmineo, non aveva niente di virile e tantomeno qualcosa che potesse rassembrare una strega, come si è voluto per far spettacolo.

E ora cosa faccio?

Ero incerta se andare avanti, poi ho pensato che questa è davvero una fiaba moderna. Una storia romantica che smita miti e pregiudizi.

Ecco cosa ha scritto Vally prima di morire, in Australia, nel suo paese, a settandue anni:

‘….tu vieni nel mondo e poi vai….. quando hai vissuto come ho fatto io, hai fatto tutto….’

Chiedo il sostegno di amati scrittori

Secondo Oscar Wilde, la gente vuole essere nutrita, divertita o scandalizzata. E lui ne sapeva qualcosa! Si potrebbe dire che vuol essere informata, ma forse è compresa nel nutrirla, oppure che conviene ignorarla, quando si scandalizza.

A sostegno della mia impudenza, riferisco un frase che ho trovato nel romanzo: ‘Il Canto delle sirene’ di Maria Corti.

‘….e non preoccupiamoci se la storia è diversa da come fu raccontata la prima volta; essa non smetterà mai di cambiare faccia col passare del tempo.’

Il riferimento era alla Storia con la maiuscola. Ma poco cambia quando passiamo dal generale al particolare, non è vero? Sempre di cose umane si tratta.

Se osassi, vorrei chiudere aggiungendo che tra Cielo e Terra c’erano una volta, e ci sono ancora, più cose….

Massì che oso!

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