Tutti abbiamo una ricetta salvavita e quindi anch’io. le mie non hanno la forma di regolette numerate da mettere in riga e dimenticare o, peggio ancora… Dicevo?
La memoria
Alla mia età si dimentica ciò che abbiamo mangiato la sera prima, ma si riammentano episodi ormai pacificati, magari riveduti e corretti.
Con l’avanzare della età dimunuisce la capacità di reggere ciò che dà ansia. come quei film, anche belli, che accelerano i battiti del cuore e intorbano i sogni.
Quando ero giovane, essì, anch’io lo sono stata, criticavo le persone che li evitavano.
Ma ora capisco. Non li reg-go! Ecco, l’ho detto, ed a malincuore cambio canale. Ci sono tante scematine soporose come sonniferi!
Alimentazione giornaliera
Conviene affrontare ogni atto della giornata con qualche cerimonia d’apertura che dia corpo e valore alle piccole, ordinarie, cose quotidiane.
Non mi riferisco alle faccende di casa, lasciamo perdere. Si tratta di dare un tocco di colore, come il rossetto sulle labbra spente, al pranzo ed alla cena, Di giorno sistemo a modino sul vassoio un po’ di questo, un po’ di quello…
Un esempio?
Uovo al pomodo, legumi.
Oppure:
bresaola e verdurine – piadina a mo’ di pizza . riso basmati con quello che trovo in frigo – Cus cus idem.
Mangio la frutta a metà mattinata e la sera mi concedo una bella pastasciutta e, ehm, sì, qualcosina di dolce.
(L’ultima affermazione non fa parte dei consigli; è solo una confessione.)
Porto il vassoio sul tavolino davanti al televisore e dopo ia botta depressiva del telegiornale, nell’attesa del programma serale vado in caccia di un consolante programma culinario
Chissà che la loro diffusione non dipenda dall’aumento dei pensionati…
Anziani che vivono soli
Avrete capito che vivo in solitaria solitudine, se si esclude il gatto. Primadell’avvento di quel maligno coronacoso c’erano i pomeriggi dalla nipote, i passaggi dei nipoti che abitano fuorivia, le visite dell‘amica del cuore….
Menomale chesono schiava regnante della scrittura e non mi accorgo dellle ore che passo davanti all’amato computer!
In questi giorni ne sento tante; c’è chi cammina a passo di carica dalla camera al corridoio; circonvoluzione del divano in salotto e via in cucina a girare intorno al tavolo.
Un mio vicino sta trasformando il suo giardino in un deserto dei tartari; un parente ha riempito il freezer e siccome è di quelli a pozzetto, il cibo che ha cucinato durerà fino alla terza generazione.
Io sto prendendo i vizi delle zitelle. Chiacchiero da sola, litigo tra me contro i vicini che lasciano la biancheria a penzolare per mesi e credono che il pianerottolo delle scale sia un ripostiglio personale.
E capita che bisticcii di santa ragione anche con me stessa.
Ho imparato che criticarsi fa bene, sotto l’ombrello di un’affettiva indulgenza. Non pretendo di cambiare, sai la fatica; giusto una regolata per ricordarmi che sono viva, pensante e pulsante, malgrado i pannolini parabocca paravirus quando vado al supermercato.
Suggerimenti?
In tempi ‘pestiferi’ conviene starsene tranquillini.
Ne abbiamo viste tante. Passata anche questa, dovremo vincere l’apatia e ritrovare le vecchie simpatiche abitudini.
Tornare a vedere i nipoti, le amiche, e pure qualche bella passeggiata all’aria aperta, le fermate su una panchina a leggere il giornale, ad assistere alle manovre di un piccione impertinente, a chiacchierare con una vicina Tutti, anche io.
Me lo prometto sempre quando mi vedo pallida come un’ameba.