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Assistenza agli anziani

Visite Mediche per anziani

La massa corporea degli anziani deve essere sempre sotto controllo.

È importante consultate regolarmente il nutrizionista o il vostro medico perché possa raccomandarvi le misure da seguire per eliminare l’obesità della persona anziana di cui vi state occupando.

Attualmente esistono delle soluzioni per prevenire i rischi derivanti da un eccessivo grasso corporeo, ma vengono applicate con successo soltanto nel fisico di persone giovani.

Questi trattamenti, come la riduzione dello stomaco, le diete ipocaloriche ed altri metodi, non vanno eseguiti sugli anziani.

Finora non esiste una casistica positiva.

Molto c’è ancora da studiare sulle reazioni di un organismo provato da un’età avanzata.

Terapie sostitutive

Ci sono casi in cui è possibile, nei casi di sovrappeso, applicare una terapia ormonale sostitutiva, basata sulla ricezione di quegli estrogeni che il corpo non produce più. Sono trattamenti specifici per le donne che hanno la necessità di contenere il peso corporeo. Portano anche altri vantaggi, ma

putroppo, l’assunzione di ormoni è ancora dibattuta scientificamente, in quanto è associata ad un preoccupante aggravamento di alcune malattie tumorali

Qualità della vita

Se volete che la persona anziana mantenga il giusto peso corporeo senza ricorrere a cure non sufficientemente testate, il vostro principale obiettivo consiste nel procurargli una buona qualità della vita.

I metodi per ridurre l’obesità in un fisico che si trovi in età avanzata, salvo particolari situazioni, dovrebbero limitarsi agli esercizi di mobilità idonei allo stato di salute dell’anziano, oltre all’apporto di vitamine, proteine e sali minerali da suddividere negli alimenti ingeriti nel corso della giornata.

L’attività fisica

L’esercizio fisico è essenziale quando si vuole ridurre l’accumulo di colesterolo e migliorare la sensibilità all’insulina

Con una dieta ben controllata e un esercizio fisico adeguato alla salute della persona anziana, potrete mantenere i vostri cari attivi e in forma per un lungo periodo.

Alimentazione

La miglior regola per mantenere in salute un anziano consiste nel mangiare poco e frequentemente, masticando con lentezza per digerire bene il cibo. Inoltre, non dovrebbe consumare meno di 2 litri di acqua al giorno.

È molto importante sostituire il burro con l’olio d’oliva, per cucinare. L’olio di oliva ha la facoltà di ridurre il colesterolo dannoso.

Se una persona anziana desidera fare uno spuntino tra un pasto e l’altro, la cosa migliore è quella di preparare un piatto contenente frutta o verdura.

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Curiosità

Difformità tra i sessi

Molte malattie colpiscono indifferentemente entrambi i sessi, però capita che abbiano effetti diverse su uomini e donne.

In questi casi bisogna tener conto che il metodo per curare queste affezioni, sebbene l’origine sia simile, potrebbe causare reazioni difformi, se non discordanti, su uomini e donne e dunque deve essere sempre applicato in base al sesso.

Inoltre, ci sono alcune patologie che riguardano, principalmente od esclusivamente, uno dei sessi: quello femminile o quello maschile.

Rischi nelle donne anziane

Un esempio è dato dai danni seguiti alla comparsa della menopausa.

L’aumentato peso corporeo, causato dalle cattive abitudini, è quasi sempre rafforzato dall’avvento della menopausa e porta conseguenze generalmente correlate al tessuto osseo e muscolare.

Tra le malattie associate all’obesità delle donne anziane, sono molte quelle che riguardano l’usura della cartilagine e la perdita del sistema di ammortamento naturale dell’articolazione. Questi aspetti dell’osteoporosi possono provocare dolori e movimenti limitati a causa della progressiva deformità ossea.

La diminuita densità minerale, calcio e collagene, può portare ad uno squilibrio dell’ossatura che diventerà più debole e fragile.

I Rischi negli uomini anziani

In seguito all’accumulo di grasso gli uomini tendono ad avere patologie che riguardano il cuore

Il rischio principale per loro è il colesterolo si può accumulare nelle arterie fino ad ostacolare lo scorrere del sangue. Queste placche possono arrivare ad ostruire completamente il passaggio, provocando la diminuzione o addirittura la cessazione del flusso sanguigno.

Capita così che agli organi non arrivi abbastanza ossigeno per consentire il corretto funzionamento, causando anche attacchi di cuore .

Prevenzione all’obesità negli anziani

È essenziale evitare la comparsa di queste pericolose patologie. Per prevenirle, dovete promuovere

delle semplici regole che vi saranno molto utili. Tra queste, sarà necessario il controllo giornaliero del peso corporeo.

Due sono le norme da seguire per una sana abitudine di vita: una moderata attività fisica e ua dieta equilibrata.

Ciò significa che occorre dedicare del tempo ad una ginnastica adatta alle possibilità della persona anziana. Una passeggiata di 10 – 20 minuti può essere mediamente sufficiente. Nel caso in cui il paziente abbia problemi di deambulazione, è consigliabile eseguire un allenamento che mantenga la mobilità dei muscoli.

Alimentazione

In genere l’alimentazione di un anziano dovrebbe essere sempre ricca di verdure, frutta e cereali e povera di grassi saturi e zuccheri raffinati.

Poiché ogni organismo ha le sue peculiarità, ciò che vale per uno non è detto che valga per tutti.

Per assicurarvi di scegliere la dieta specifica per l’organismo della persona di cui vi state occupando, la cosa migliore sarebbe consultare un nutrizionista che possa istruirvi con indicazioni appropriate.

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Curiosità

Come Eravamo Anziani

Nei giorni della pandemia ho ascoltato i lai di chi non resisteva nel sentirsi condizionato ad una serrata inattività dagli imperativi governativi. Ed ho visto le smanie di coloro che rompevano gli argini sanitari sentendosi dei ribelli, magari degli eroi. Ci vuol altro, carimiei!

E poi, ogni eroe è partigiano della propria contrada. Chi m’assicura che sia dalla parte giusta, che ovviamente è, e sempre sarà, la mia?

Poco cale delle ragioni altrui quando sbattono contro le nostre. Dico male?

Qualcosa di nuovo Qualcosa di antico

Non so che effetto abbia avuto su di voi, amici della terza e quarta età, il periodo di clausura. Io ho trovato qualcosa di sgradevole nel dilagare delle polemiche. Ma anche sensazioni che la mia infanzia conosceva bene.

Se vi attardate nella totale solitudine di richiami, di rumori, non sentite anche voi come tirano quei fili che ci collegano agli anni del dopoguerra?

Anni cinquanta

Oggi viviamo In un contesto sociale che muta di continuo, ma negli anni cinquanta la vita delle città era elementare, semplice.

Nelle ore lavorative le strade erano quasi deserte, e non a causa di un virus pellegrino. Ogni mattina scambiavano saluti frettolosi le donne con la sporta della spesa sotto il braccio.

Passava il postino a cavallo della bicicletta. Il suo mestiere non era solo quello di consegnare le bollette. Oggi è temuto, allora era atteso, ché si usava scrivere, e parecchio, quando non c’era whatsapp.

Capitava a scadenze fisse il grido: ‘Donne, c’è l’arrotino. Riparo coltelli e ombrelli.’

Nel pomeriggio, liberi dal doposcuola, i ragazzini gareggiavano con le biglie, noi bambinucce si saltava sulla corda o sui quadri disegnati col gesso in mezzo alla strada. Rari erano gli uomini che passavano fuori dall’orario di lavoro.

Rarissime le auto.

Fatti di casa nostra

I politici si davano un gran daffare per rimediare ai guai di una nazione distrutta dai vecchi e nuovi alleati. Le loro liti furibonde erano vissute consfiduciati scotimenti di testa o con speranzosa partecipazione.

Dovevano essere sanate in qualche modo le contraddizioni tra ciò che la gente aveva creduto di essere e ciò che si trovava a non essere, dopo un’indimenticabile carneficina di uomini, onori, fiducia che voleva essere dimenticata.

Come avrebbe potuto reimparare a respirare, a ricostruire il presente?

Il risveglio

In tanto lindore di bisogni, i buoni sentimenti emergevano con pudore e mosse pacate; quelli peggiori sfogavano le lische lasciate dal conflitto mondiale lapidando le faccende dei propri simili con un’ironia che sconfinava nel sarcasmo.

Sbirciare nelle casa d’altri sostituiva con favore i terribili spettacoli che avevano avuto corso fino a qualche anno prima e anticipava la smania collettiva per le serie televisive.

Cose d’altri tempi

Gli oggetti d’uso comune erano costruiti per durare e dovevamo tenerli ‘da conto.’ Si leggevano e rileggevano i libri che avevamo a disposizione, perché acquistarli era una piccole conquista che doveva soggiacere a questioni di priorità.

Un’impresa far quadrare la spesa annuale per le scarpe, i cappotti. E calcolato con matematica precisione era il denaro da riservare alla quindicina d’agosto. Negli anni di ‘magra’ andavamo nelle belle montagne pistoiesi. A Castiglioncello e perfino a Viareggio quando si poteva scialare.

Tappe fondamentali

Furono tappe fondamentali il frigorifero e il telefono, duplex, attaccato alla parete.

Fino all’avvento della lavatrice, le lenzuola venivano a prenderle e le riportavano piegate e profumate.

La televisione, che mio padre chiamava ‘l’acchiappacitrulli’, non era gradita. Entrò tardi in casa nostra e solo perché ci fu regalata.

Lessico familiare

Così Natalia Ginsburg chiamava le abitudini che l’avevano cresciuta.

Anche da noi girava un lessico di riconoscimento.

Il fischio di famiglia, per esempio. Lo udivo sottocasa e sapevo che mio padre, impiegato alle ferrovie, era tornato dal lavoro. E poi c’era la passione per l’ippica che accomunava quasi tutti, in un modo o in un altro. Dico quasi perché io diffidavo dei cavalli, dopo un paio di malaccorti contatti troppo ravvicinati.

Cose quodidiane

Nella mia prima giovinezza l’immaginazione aveva pochi supporti. Era così avulsa dalle incombenze quotidiane che sgorgava nel torpore che preludeva al sonno fino a mescolarsi con la realtà. Ci ho messo del tempo per distinguerle.

Sono arrivata tardi in famiglia, e inopportuna.Comunicavo al mio livello con un paio di cugini; altrimenti mi rifugiavo tra i giornalini a fumetti. Nella bella stagione stazionavano sotto la tenda para-indiana del terrazzo, costituita da una rustica coperta marcata FFSS (Ferrovie dello Stato), attaccata al gancio che sosteneva il filo per tendere la biancheria.

Sorridevo, non ridevo, delle avventure di Paperino, Topolino e compagni. Troppo facile riconoscere nei loro comportamenti, delle caratteristiche assai diffuse.

Gli intrepidi

Chi, tra coloro che oggi fanno parte della terza età, quelli della quarta avevano già altri interessi, non ha ingurgitatoa palate le avvincenti imprese di personaggi che erano davvero esistiti, come Buffalo Bill e Calamity Jane?

E Kid Carson? E Liberty Kid?

Quelle ricalcate dipoi da Tex Willer ci facevano un baffo!

Salgàri o Sàlgari?

Ho scoperto che si pronuncia Salgàri.

Un amico ha potuto appurare, cercando su enciclopedie, internet, depliants di guide turistiche, che i luoghi da lui rappresentati nei romanzi corrispondevano alle sue descrizioni. Erano realistiche le nozioni su paesaggi mai visitati da questo autore per ragazzi che alla fine dell’ottocento scriveva chiuso nella sua città.

Vero che passava giornate intere nelle biblioteche pubbliche. E vorrei vedere!

Qualcuno ha scritto che se fosse nato in altri paesi sarebbe stato maggiormente considerato. Ma si sa, da noi vige lo snobbismo che nega a molti autori il posto che meritano nel ricordo dei posteri.

Alle solite sto divagando….

Veniamo a noi

Mulinare le chete memorie del passato, impastarle con le zavorre del chiassoso, colorato presente che ne è seguito, è una sorta di rituale propiziatorio per esorcizzare vecchie paure che non sono completamente addomesticate.

E forse aiuta ad affrontare le incognite di un futuro aperto a cataclismi di varia specie, ma sicuramentei più sgradevoli di qualche giorno di clausura.

Uggiosa retorica?

Detto tra noi, non vorrei essere accusata di inciampare nelle retoriche imperanti, io che le ho sempre detestate, insieme a tutto ciò che è manierato fino a diventare patetico.

Però mi chiedo se non avesse ragione Heidegger quando sosteneva che ‘Solo il cammino a ritroso ci farà progredire.’

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Curiosità

L’obesità anziani

Nelle persone di tutte le età, ma specialmente negli anziani, più vulnerabili a causa dello stile di vita sedentario, l’obesità non crea solo problemi estetici. È necessario controllare gli eccessi del tessuto adiposo, soprattutto se è accumulato nell’area addominale, dove può favorire le malattie cardiovascolari, una delle principali cause di mortalità.

Ci sono delle regole per calcolare l’obesità di una persona. Solitamente è in sovrappeso un girovita superiore a 102 centimetri negli uomini e 88 centimetri nelle donne .

Cause di sovrappeso

Negli anziani il sovrappeso può derivare anche da componenti genetiche, ma più spesso è correlato ad una cattiva alimentazione e dalla mancanza di un adeguato esercizio fisico. In generale, l’obesità può derivare da uno stile di vita troppo sedentario e dal consumo di cibi ad alto contenuto calorico, inadatto alla persone anziane, in special modo se sono già affette da qulche disturbo.

In questi casi si possono avere delle difficoltà nei movimenti. Nel corso degli anni il tessuto muscolare si consuma e le forze diminuiscono, portandolo all’immobilità .

L’importanza dell’alimentazione

Occorre prestare attenzione anche alle situazioni opposte.

Se l’anziano è troppo magro o mostra debolezza nei movimenti, la causa può provenire da molti fattori. Uno di questi è l’alimentazione.

Capita che alcune persone anziane, affette da depressione e solitudine, si mostrino inappetenti, causando malnutrimento e carenza di cibi proteici e vitaminici.

Gli anziani sono molto delicati e quindi i problemi di nutrizione meritano un’attenzione speciale.

Per la loro salute è importante controllare la qualità e le dosi del cibo che viene servito.

Patologie associate al sovrappeso

L’obesità incontrollata favorisce negli anziani problemi digestivi (riflusso gastrico), respiratori (ipoventilazione, apnee notturne), psichici (depressioni ecc.).

Esistono anche rischi peggiori, in dipendenza dell’età e del sesso, come i disturbi del metabolismo, quelli neuroendocrini e cardiovascolari.

È attestasto che un peso eccessivo può provocare molte malattie, come il diabete, la pressione arteriosa, vari tipi di cancro e l’aumento del colesterolo.

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Curiosità

Diversamente qualcosa

Oggi si usa iltermine ‘diversamente’ per definire ciò che esula dal cosiddetto contesto di maggioranza.

E così, per il timore che le parole attestate nel dizionario possano risultare offensive, al posto di ‘disabile’ è stato coniato ‘diversamente abile’.

Giri di parole

Come dire che una persona non autosufficiente è diversamente sufficiente.

Io sono diversamente giovane e diversamente magra, gli animali e le piante sono diversamente viventi e magari la Terra sta diversamente girando…

Non sentite quant’è stonato, cacofonico il suono ‘diversamente’? Somiglia a quegli appellativi tanto di moda usati a pappagallo: blabla Edintorni, Nonsolo pincopallo…

Gli ufo tra noi

Come sempre accade ad ogni cantonata avviata a diffusione, siamo costretti a farci una ragione delle assurdità promosse da quei cervelli poco eminenti e parecchio grigi che potremmo definire, senza fallo.’diversamente’ intelligenti.

Qui, secondo me, conviene farsi una domanda.

Che siano degli UFO?

Per dire cosa?

Non esistono due esseri umani identici. Neppure i gemelli lo sono.

E allora, che panegirico per dire che siamo tutti ugualmente diversi o, se preferite, diversamente uguali.

Come ogni pianeta è un’isola in mezzo alle altre isole del cosmo, ciascuno di noi è un mondo vivente che si esprime e sente e pensa a modo suo e tutti insieme componiamo l’universo umano.

Dovendo scegliere un modo di vivere, non trovate interessante partecipare ad una miriade di unicità?

Girovagar tra i ilbri

Viaggiando in giro per il mondo, Baudolino e i suoi amici incontrano uno sciàpode. Costui si stupisce quando gli dicono che è diverso da loro perché ha una sola gamba.

-Anche voi… se alza una gamba ne ha solo una.

-Ma tu non ne hai un’altra da abbassare!

-Perché deve io abbassare gamba che non ha? Deve tu abbassare terza gamba che non ha?

Matrigne circostanze

Chiunque siamo, comunque siamo fatti, sta a noi abitare a pieno titolo in noi stessi, anche quando la vita tenta di strapazzarci.

Non sono i fattori che dipendono da matrigne circostanze a darci la misura di noi stessi, ma come usiamo i mezzi in dotazione.

I Piani di Assagioli

“Non sono responsabile dei miei pensieri ma dell’uso che ne faccio.”

Così diceva Assagioli, il primo psicoanalista d’Italia.

Questo psichiatra, filosofo, teosofo che ha intrattenuto rapporti epistolari con Freud e che ha avuto Jung come supervisore della tesi di laurea, vedeva l’essere umano come una costruzione a più piani. Secondo la sua teoria, il nostro presente si trova tra il seminterrato, deposito bagagli del passato, e l’attico, da dove si potrà infine contemplar le stelle.

Piani del vivere

A proposito di piani del vivere, è giusto rammentare, a chi è ancora giovane, che solo chi ne ha fatto esperienza conosce il vissuto che il tempo può accumulare sulle persone della terza e quarta età, mentre noi, giovani lo siamo stati.

Soltanto noi sappiamo che sotto la facciata sciupacchiata siamo sempre gli stessi. Sono le misure che ci hanno o ci siamo imposti, le fatiche e le emozioni, necessarie o grate, che hanno slembatoi nostri corpi. E sono stati i sorrisi e le lacrime a smerlare il nostro viso.

È questa ricchezza che ha impoverito il nostro corpo, il consumo che ne abbiamo fatto.

Avremmo dovuto rinunciare a vivere perché non si vedesse all’esterno ciò che abbiamo avuto, preteso, subito? Vero che di alcune prove avremmo fatto volentieri a meno, sul momento, ma solo perché non sapevamo che fossero collegate ad altre, imperdibili.

La difformità senile

Può capitare, a chi è affetto dalla degenerazione senile, disentirsi dimenticati in un angolo solitario. Sembra perduto il valore di ciò che è stato raggiunto, e magari, ci sentiamo irrealizzati per non aver avuto la possibilità di compiere le proprie aspirazioni. A pochi è concesso un simile privilegio ma, a nostra consolazione, c’è da chiedersi se non siano stati proprio gli inciampi, le mancanze, le bizze della vita, a darci la consapevolezza della misura di ciò che siamo diventati.

Il non essere

Lo affermava Gorgia millenni fa, assai prima che Shakespeare vi ricamasse il monologo di Amleto. Va detto che il bardo doveva conoscere l’antico oratore e tanti altri personaggi e vicende di luoghi italiani. Del poco che si sa di lui, molto è stato detto e scritto sulla nazionalità un po’ sospetta.

Che fosse diversamente inglese?

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Salute

Le sane abitudini per anziani

Si può ricorrere ad alcune semplici abitudini per migliorare i problemi degli anziani affetti da malattie riguardanti le articolazioni.

Non è conveniente alzarsi dal divano con un unico movimento. Per sostenere il corpo potrebbe essere utile l’uso di un bastone, appoggiato accanto alla persona anziana. In mancanza di questo supporto, si possono utilizzare le mani per spostarsi dalla posizione seduta alla posizione eretta.

Quando l’anziano è rimasto seduto a lungo, magari davanti al televisore, prima di alzarsi dovrebbe eseguire dei movimenti per allungare gli arti e sostenere i muscoli delle gambe, in modo da evitare improvvisi dolori articolari.

Sarebbe opportuno che un fisico gravato da patologie articolari. non restasse fermo troppo a lungo, per non sottoporre le parti più deboli a reggere il peso del corpo.

Esercizi frequenti

Esistono dei movimenti particolari da ripetere più volte durante il giorno, per aiutare la circolazione e tenere in esecizio i muscoli. così come dovrebbero essere evitati quelli che potrebbero peggiorare una situazione già compromessa.

È importante che una persona anziana esegua questi esercizi con cautela e nel rispetto delle sue possibilità, così da mantenere nel miglior modo le sue articolazioni.

Bisogna assolutsmente evitare che trasporti dei pesi che potrebbero danneggiare gli arti sovraccarichi e sarebbe conveniente che indossasse calze e calzature idonee a garantire la stabilità dei movimenti.

Se la famiglia non ha la possiblità di seguire il corretto svolgimento di queste operazioni, sarebbe opportuna la presenza di personale specializzato nell’assistenza agli anziani.

Anziani in sovrappeso

Nelle persone anziane sono molti i rischi derivanti dall’obesità. Occorre sempre controllarne il peso, in special modo quello di coloro che sono afflitto da problemi articolari, perché il sovrappeso potrebbe aggravare la sua patologia.

L’obesità può essere la conseguenza di uno o più fattori.

Può derivare ds cause genetiche, dalla scarsa mobilità o da una dieta errata. Comunque sia, tutti questi fattori andrebbero controllati per trovare la terapia più adatta a risolvere il problema dell’accumulo di grasso.

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Curiosità

In cammino per anziani

Evvia, la sessantena sta per finire. Alleluja!

Appena avremo il via alla libera uscita, chissà quanti si faranno un bel viaggio per dimenticare i giorni dell’iorestoacasa?

Viaggiare in casa

Non dimentichiamo che ci sono altri modi per viaggiare. Sono convinta che questo periodo abbia portato molti di noi a fare delle puntatine di fronte alla libreria di casa, dopo aver fatto i soliti cento giri intorno al tavolo.

Nei libri non troveremo gli infiniti universi di Giordano Bruno, non siamo pronti per simili imprese, ma infiniti modi di stare al mondo. Nel nostro, dico, che già ci basta ed avanza.

Viaggiare in se stessi

La maggior parte degli scrittori, antichi e moderni, amano il tema del viaggio come la perfetta metafora per pesticciare dentro le nostre gabbie psichiche. L’intento è quello di spingere il lettore a scoprire, non chi è, ma chi non deve essere; e non dove va, ma dove non gli conviene andare.

Sarebbe troppo complesso inoltrarsi nei meandri di ciò che siamo. Di tutto quello che siamo.

Viaggiare leggendo

Nel romanzo ‘L’isola del giorno prima,’ Umberto Eco descrive la storia di un naufrago che riesce a salvarsi grazie ad una nave abbandonata. Nell’esplorarla, oltre a trovare alcuni animali, scoprirà dei libri rivelatori.

Così il personaggio descrive la sua condizione, in una lettera alla sua amata:

‘….sono, credo, a memoria d’uomo, l’unico essere della nostra specie ad aver fatto naufragio su di una nave deserta.’

Forse è ciò che è successo all’umanità. Abbiamo fatto naufragio in un mondo deserto. O meglio, abitato solo dagli animali. Deve essere andata così.

Verso l’ignoto

Molti grandi viaggiatori si sono inoltrati nelle terre ignote.

Di alcuni sappiamo grazie ai loro resoconti, come Marco Polo, per esempio. Dopo essere stato a spasso lungo la via della seta dettò le sue memorie a Rustichello da Pisa e da bravo mercante le chiamò ‘Il Milione’. Circola il sospetto che lo scrivano vi abbia messo del suo per rendere la narrazione più avvincente.

Tralascio Colombo e compagni, che tutto o quasi si sa sulle loro venture, per saltabeccare fino all’eccelente Pietro della Valle. Uomo di sentimenti fedeli e curiose abitudini, mai si separava dalla bara della moglie defunta. Quelli erano uomini che sapevano amare le donne! Altroché!

Viaggiatori d’altre contrade

Mi soffermo su Darwin,giusto per menzionare le spedizioni che lo portaronoad elaborare la teoria sull’evoluzione delle specie. Doveva essere un tipo simpatico e on che avesse proprio torto, però, alzi la mano chi non avuto, almeno una volta, la voglia di dirgli: scimmia sarai tu!

Torniamo rasoterra. E dunque alle mie fobie.

Il mal d’auto

Da bambina soffrivo il mal d’auto. Chi non lo ha provato non può immaginare la nausea, il disgusto e tutto quello che ne consegue.

C’era stato un viaggio traumatico nella prima infanzia e forse la mia antipatia proveniva da quel primo trasloco. Quattordicenne, un lungo viaggio all’estero sancì l’intolleranza. Ormai cresciutella, andai con alcuni amici a trovare dei parenti che abitavano nella riviera ligure. Mi godetti il bello scenario fino a quando un incidente mi obbligò a puntinare un sopracciglio. Fortuna che non ne è rimasta traccia.

E pure il mal di mare

Ne vogliamo parlare?

Fui contenta di non soffrire il mal di lago, la serata che trascorsi in un battello sul lago Leman. Un improvviso incendio si risolse in fumo, però…

Voi che avreste pensato? Mi convinsi d’esser destinata a vivere da stanziale.

Ovvio che fossero inutili le lodi che una zia spendeva sulla costa amalfitana. E Sorrento qui, e Capri di sopra e Ischia di sotto. Ascoltavo senza curiosità. Tra me e quel posto c’erano parecchi chilometri. E poi le isole, col mar di mare….

Tanto bastava a farmi perdere l’interesse.

Lidi evocativi

Il mio futuro marito ed io accompagnammo un’amica a Positano.

Non immaginavo che la natura potesse creare tanta perfezione. E va detto che venivo da Firenze. Alla bellezza ci sono abituata.

Qui ci vuole un intermezzo. Che Paese delle Meraviglie è il nostro!

Positano era una calamita. Ci siamo tornati molte volte e così conobbi anche Ischia e Capri. Il mio ex marito amava giudare di notte. In teoria aveva ragione lui, nella pratica, io ci mettevo due giorni per riprendermi.

Ormai mi limito agli spostamenti da un rione all’altro della città, salvo le periodiche escursioni in treno per vedere i nipoti che abitano fuoriporta. Qualche altra gitarella l’ho fatta. E non solo per tornare a respirare nei luoghi che sono rimasti i lidi dell’anima.

Ho azzardato più volte il navigar per l’aere, benché sia sempre stato un sollievo ripestar le zolle. Non ho sofferto il mal d’aria e se non fosse per il timore del capitombolo….

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Assistenza agli anziani

Anziani ben supportati

Una persona non autosufficiente ha bisogno di essere continuamente sostenuta ed accudita. Può occuparsene una persona di famiglia, purché sia abbastanza robuta da accompagnare il proprio congiunto in bagno ed aiutarlo nelle varie mansioni, altrimenti è meglio affidarsi ad una assistenza esterna. Esistino dei centri che offrono personale specializzato per assolvere a questi compiti.

Prodotti igienici.

I bagni frequenti sono essenziali per il benessere dell’anziano. È importante scegliere con attenione i prodotti di pulizia. La miglior soluzione sarebbe quella di ricorrere a prodotti neutri. Utilizzare prodotti con componenti chimici o additivi potrebbe mettere in pericolo l’epidermide delicata degli anziani.

Patologie delle articolazioni

Alcune patologie sono più ricorrenti negli anziani. Tra queste ci sono i problemi articolari.

La loro incidenza, più o meno grave, può influenzarne i movimenti e interrompere il sonno con dolori improvvisi.

Le articolazioni sono soggette ai movimenti del nostro corpo. Con l’età sopravviene l’usura, causando il loro indebolimento e quindi il dolore e la difficoltà di eseguire gli spostamenti.

Le articolazioni più frequentemente danneggiate sono quelle che si trovano nelle parti del corpo che devono sopportare il massimo carico: le anche e le ginocchia.

Principali sintomi

Ci sono varie specie di malattie articolari e ciascuna è riconoscibile dai sintomi che produce.

In generale, queste patologie si manifestano, all’inizio, con il dolore dell’articolazione infiammata.

Il progressivo deterioramento può portare alla rigidità della parte colpita, con conseguente mancanza di stabilità; alle deformazioni ossee che rendono penoso ogni movimento; alla perdita della massa muscolare.

Malattie articolari

Le malattie articolari non colpiscono solo i corpi degli anziani.

Di seguito elenchiamo le principali:

Artrite – Borsite – Sarcomi sinoviali – Febbre reumatica – Necrosi asettica

Disturbi articolari

I disturbi articolari possono creare molti problemi, specialmente nelle persone anziane. Oltre ai dolori, queste malattie provocano la perdita dell’equilibrio, creando un senso d’instabilità che può causare dannose cadute.

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Curiosità

Arti e Mestieri per anziani

Vivere pienamente il presente è importante. In tutte le età.

Del futuro non v’è certezza, secondo il Magnifico Lorenzo, e dunque usiamo bene ciò che abbiamo a disposizione.

Ben detto, direte voi. E come andrebbe usato questo tempo presente?

L’arte di vivere il presente

Partiamo da noi, gente anziana che ha imparato a fare,costruire e persino a sbagliare, ma è sempre stata pronta a pagare ed a rimettersi in piedi.

Ora che il periodo lavorativo è finito, sarebbe logico rimpiazzarlo con altre risorse permantenere attivi le gambe ed il cervello. Guai a lasciarsi intontire dal senso di vuoto che può portare all’abulia, a riempirsi di cibo e di nullaggini televisive fino alla depressione.

Arte come energia rinnovabile

Si parla continuamente di usufruire dell’elettricitàche si ricava dagli agenti atmosferici. La Terra è pervasa di energieprodotte dai venti, la luce, le piogge. Tutto l’Universo è composto di impercettibili particelle in moto, perché ciò che vive si muove.

Anche dentro di noi ci sono forze che circolano, che devono circolare. Le abbiamo usate e consumate, per corrispondere ai nostri bisogni ed a quelli della società. E qualche volta ne abbiamo abusato, allenandoci così alla resistenza.

C’è un arte del resistere e lo abbiamo dimostrato, anche con grandi sacrifici. E c’è l’arte della comunicazione, della partecipazione, della misericordia…

In mano all’arte

Ogni fatto ha bisogno delle cure del suo fattore per essere ben realizzato e niente come la passione può trasformare un talento in arte.

Le arti ed I mestieri sono alla base di ogni civiltà. Alcuni sono utili, altri indispensabili. Chi sente in sé il mestiere della carità ne faccia arte laddove chiama il bisogno.

Il lavorio e la dedizione di grandi pensatori ha favorito il progresso civile, nel bene come nel male, rendendo immortali le loro idee, le scoperte, le opere caritatevoli.

Ai posteri l’arduo compito di aggiustarle, migliorarle, un passo alla volta.

Mi riferisco ad artisti filosofi idealisti inventori scienziati (l’ordine è alfabetico per evitare polemiche). Molti di loro hanno speso e spendono tempo e ingegno fino a tardissima età, pur di sanare i malesseri umani, del corpo o della psiche, sopperendo perfino alle mancanze di chi non disponeva delle minime necessità al vivere quotidiano.

Tutti i mestieri possono essere utili, alcuni indispensabili. Chi sente in sé il mestiere della carità ne faccia arte laddove chiama il bisogno.

Arte artigiana

Consiglio a tutti coloro che hannoabbastanza energia di renderle fruttifere e dar loro un valore con nuove opportunità. Che importa se non siamo dei geni e non sappiamo fare grandi imprese?

Nessuno conosce tutte le possibilità del cervello, però sarebbe conveniente frugarci, ogni tanto. Non dico di sapere da dove veniamo e dove andiamo. Figuriamoci! Ma almeno cosa ci serve per imparare ad esistere, a tentare di esistere, a pieno titolo in noi stessi.

Sarebbe un bel passo avanti per comprendere come possiamo esprimere le nostre capacità.

L’arte del fare

Impara l’arte e mettila da parte, si diceva una volta. Mica grulli i nostri antenati!

Se avete ricevuto questi saggi bagagli disponete di una base da cui cominciare. Altrimenti, cercate ciò che sentite congeniale. C’è sempre una tendenza, un talento ignorato da tirare fuori. Andare a scuola dagli artigiani può servire ad apprendere i segreti dei loro manufatti, di qualsiasi genere.

Chi sa faccia, chi non sa impari, E così, qualcuno scoprirà impensabili attitudini e qualcun altroritroverà il talento abbandonato in gioventù, prima che la vita costituisse un bozzolo di doveri amori e diritti che non consentiva altri inserimenti.

L’arte delle piccole cose

C’è chi armeggia in giardino, come mio cognato. Vi farei vedere le cascate di camelie e di plumbago! E dovreste sentire l’aroma dei suoi limoni!

E c’è chi cucina. Il mio ex marito preferisce fare la pasta in casa che pispolare su internet. Dovreste vedere la sua tavola, coperta da ravioli in file ordinate, e gnocchi tagliatelle…

Qui voglio onorare anche le gattare, quelle gentili signore che salvano da morte certa i gatti che si perdono (e pure uno dei miei.)

Arte raminga

Ed io? Poco e nulla so fare. I miei svariati difetti m’impediscono di svolgere la maggior parte delle arti e dei mestieri. Diciamo pure quasi tutti.

Come giardiniera costo poco. M’appello alla buona indole di alcune piante. E non sono una brava cuoca. Ogni volta che provo una nuova ricetta finisco per modificarla a modo mio. E non sempre il risultato è positivo.

Non posso fare la gattara. Non sono portata a fare amicizia con gli estranei, siano gatti o persone. E poi ce ne vuole per nutrire tutti quei pellegrini di pelo e di passo!

È ovvia l’esclusione dell’arte oratoria. Vediamo cosa resta.

Ballerina? E l’equilibrio dove lo mettiamo? Cantora? Le malelingue dicono che sonoi stonata. Forse un pochino. Musicista? Avevo imparato ad usare i tasti centrali del pianoforte. Mi ero inventata pure una canzoncina. Ed è finita lì.

Scultrice? Mi prese la smania di plasmare la creta quando andai ad abitare nella casa di uno scultore.Presi qualche lezione da un’amica, poi dovetti traslocare da quel secondo piano alto come un quarto. Da allora ho perso l’interesse. Mi rimane un ricordo che mi porto dietro a memoria di una passione irrisolta.

Pittrice? Da giovane mi piaceva. Oggi potrei dedicarmi ad una tecnica molto astratta, come il puntinismo e le ditate con pollici ed alluci (avete mai provato? E allora non ridete), tanto per divertire i nipoti.

Mi dite cosa potevo fare, se non la scrivana e poi la nonna?

Come scrivana ho una lunga storia che se la racconto non finisco più.

Quanto a fare la nonna me la cavo perché mi piace.

L’arte della corsa

Che tu sia un leone o una gazzella, un proverbio africano ti consiglia di correre se vuoi sopravvivere. Ecco, sarebbe un bene, per noi anziani, continuare a correre. Correre, insomma. Diciamo camminare, va’, che è meglio.

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Curiosità

Sull’Amore per anziani

Vi parlerò d’amor….

Così cantava Wanda Osiris quando ero bambina. Fate pure i conti.

Ma quale amore, direte voi. Ancora?

Non dimentichiamo che l’amor che move il sole e l’altre stelle ha vari connotati e direzioni. E non ha età. Si ama a tre anni come a novanta e peggio è per chi non lo vuole ammettere.

Gli amori di coppia

È certo che non mi sogno di escludere i benefici della vita di coppia, laddove la convivenza sia maturata insieme agli anni nell’affetto e nel rispetto.

E neppure nego la possibilità di nuove relazioni, per gli ardimentosi disposti ad affrontare una simile sfida.

Non che ci sia qualcosa di male. Per carità!

Però a me mancherebbe il coraggio, e pure l’energia. Troppo faticoso il restauro, e costoso. Dovrei tenermi in forma, che dico, dovrei ritrovarla, quella forma perduta tanti anni fa. Ci vuole ben altro della ginnastica intorno al tavolo di cucina!

Non voglio rinunciare all’assonnato buongiorno del mattino per guardare lo specchio con diffidenza e star lì a spiar le occhiaie ed a contar le rughe che quello scostumato mostra senza un minimo di comprensione.

La filononnafia

Oggi mi è più congeniale un’altra specie d’amore. Quella dove gli anni sono un lasciapassare, una medaglie al valore.

Sì, perché sono felicissima nonna di deliziosi esserini rubacuori che vedo a puntate. Uno di loro, senza pensarci su, mi ha decorata sul campo nonna babysitter. La mia è stata una resa beata, incondizionata. Solo chi ha provato questa tardiva, specialissima forma, sostanza d’amore mi può capire.

Nonni d’Italia

Non so voi. Io mi ritrovo coi sorrisi delle grandi occasioni, a tuttidenti (si fa per dire), come una bambina ammaliata dal sacco appena aperto della Befana, davanti alle ciccine nuove, tenere, che deambulano dondolanti con acuti vocalizzi. Persino quando piangono lo fanno di gusto.

La nonnite non è una malattia, almeno credo, neppure la devianza psichica di un’età che ci vorrebbe ricondurre all’infanzia.

Diciamo che non si tratta di scegliere di fare i nonni. Si tratta di esserlo. E forse con questa predisposizione si nasce, senza saperlo fino al confronto.

Manca la voglia di perder tempo e il tempo di avere altre voglie, soprattutto a chi se ne è tolte a sufficienza al momento giusto. E poi fa bene alla salute quel filino di fatica nel muoversi tra filovia, bus e pure in treno, qualche volta.

Mary Poppins

E così ci si arma di una borsa Maripoppiana per tirare fuori di tutto e di più. Dal Garganella dei Puffi alle caramelle al latte fino a quei micro cioccolatini tanto ostici ai genitori. Li capisco. Vanno perdonati perché hanno le loro ragioni.

Anche noi. Non vogliamo disturbarne le regole, ma cosa non faremmo per corrispondere ai sorrisi dei figli dei figli, per accontentare i loro sguardi interrogativi? E non parliamo dell’impellente bisogno di farsi ricordare.

Lo sappiamo che dobbiamo limitiamoci ad essere presenti quando occorre, con una partecipazione che non disturbi le loro regole e non obblighi noi a scontri notturni con le ossa, a discussioni accese e sterili con i muscoli.

Però è vero che il ricordo di una frase con l’erre moscia, di una risata, di una manina macchiata di tempera, di una carezza, solleva parecchio l’umore. E ci si trova a sorridere nel buio della notte.

Fiorin Fiorello

Non mi credete? Diventate nonni e poi voglio proprio vedere.

Provate a lasciarvi usare da strapuntino per i gioiosi salti di esserini tutti allegri e biricchi. Abbandonatevi al salutare baccano di un biribissaio di giochi e balocchi ad oltranza. E poi ditemi se non siete diventati morbidi anche voi come gelatina.

Non solo figli

Dopo questo intermezzo ludico mi chiedo che cosa direte nel sentire come sono stata nonnizzata.

‘O guarda come si scioglie l’Orsina a parlare dei nipoti. Che sia un po’ rimbambita?’

Lo pensavo anch’io davanti alle smancerie di altri nonni. Quante storie, dicevo, non sono mica figli!

Già, è vero. Il fatto è che i figli si amano in maniera diversa. Quando loro erano piccoli, noi eravamo ancora giovani, timorosi. O forse ce ne siamo dimenticati.

Ora sono adulti, hanno avviato una famiglia, donando uno dopo l’altro, a me, al mondo, questi gioielli che hanno arricchito la mia vita.

Qualcosa è cambiato

Questi ed altri motivi ci spingono far pace con la nostra parte infantile, tanto per sbaragliare chi pretende di appaiarci alle cariatidi dell’Acropoli.

Se non siete stati ad Atene le avrete pur viste in qualche foto. Così altere e distanziate come fossero state costruite ai tempi di una qualche antica pandemia.

Sembra che siano rimaste lì per reggere l’universo. Nessuno le ha avvertite che parecchie faccende, bene o male, sono cambiate. Nei cieli, invasi da ferraglia tecnologica, e pure qui da noi.

Ufo o BOIT ed altri demoni

A proposito di Ufo, o meglio, di quei Brutti Oggetti Identificabili Terrestri che oscurano le stelle e chissa cos’altro.

Ce ne sarebbero di cose da dire sull’argomento e In altra occasione approfondiremo insieme la questione.

Si capisce, vero, che ho il vizio di dissertare? Sono sempre pronta a scavalcare l’oggetto in oggetto come fosse un ostacolo, per volare dietro al senso di una parola che ne richiamia altre, correndo di parola in parola con un infinito gioco che intriga la mia mente più di una tisana alle erbe….

Va bene, va bene, torno in carreggiata. Non mi par vero di badare al qui e all’ora.

La vita in crescita

Torniamo al tema. Alle vite in crescita, votate all’esplorazione del territorio che le circonda armate solo di un’ingenua, rubiconda rubacuori facciatosta.

Alzi la mano chi sa resistere alle argentine manifestazioni di questi giocherelloni sciacciapensieri mentre arrancarano sulla vita che li sta costruendo.

Non mi sento in flagranza di reato per aver abbandonato ciò che ero prima del loro arrivo. O meglio: ho selezionato le esperiene passate per far posto alle nuove.

Ho voluto dar aria, a conferma che la vita si trasforma e ci trasforma. Va avanti ma qualcosa di noi prosegue in crescita nel cammino dei tempi.

Non c’è bisogno di corrergli dietro. Lo fa con tutti. Menomale che non mi ha risparmiata!Cento baci e poi milleE ancora cento ne vorrei dare, scimmiottando Catullo, mentre osservo come si impara a circuire gli inciampi per assemblare le prime idee, articolarle, rifinirle. E come si collegano i primi significati, fino ad appropriarsi della consapevolezza di esistere.Sento, per vie profonde e misteriose, o forse molte semplici, che posso seguire il percorso di quei significati, che posso condividerne la consapevolezza.Grazie nipoti, per ciò che mi state insegnando.

Libera Uscita!

Da tempo non mI godo le sollecitazioni visive o sonore della loro presenza. E menomale che posso vederli e sentirli dalle foto e dai video.

Evvia! Come finisce la pandemia mollo tutto e vado di corsa (di corsa, ovvia…) ad abbracciare il nipotame, quello vecchio, si fa pe-r di-dire, e il nuo-nuo-vo.

Non so voi. Io divento un po’ citrulla e pure balbuziente quando ci penso.

Il fatto è che la mia mente si crogiola quando è appesa, sospesa in uno sventaglìo di dolcezze ed esortazioni birichine a disfarsi in coccole…

Lupetti in fabula. Dal telefonino arrivano delle foto. Scusate l’interruzione.

Io, ora, ho da fare.