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IN DIFESA DELL’ETÀ INVISIBILE

Aria, vegliardi! Fate posto!

Quando noi eravamo giovani, quelli che entravano nell’età invisibile erano rispettati. Avevano lavorato tutta la vita, così dicevano, ed il riposo se lo erano guadagnato. Doveva invecchiare la nostra generazione perché fossero, fossimo, considerati un peso e un costo.

Anche la nuova pestilenza ci ha dato dentro e c’è il sospetto che se la siano inventata per fare pulizia e sgombrare il campo dalla gente di ‘una certà età’. Eccheccavolo!

Potenza delle frasi fatte

Il potere dissacrante dei modi di dire! ‘Tu che hai una certa età…’ Ai tuoi tempi…’ Per non parlare di eufemismi come ‘babbioni’parola nota al Lasca ed al Carducci per indicare grulli e citrulli; o ‘carampane’ da Ca’ Rampani, il rione veneziano che anticamente ospitava le prostitute.

Come conosco l’origine di ‘carampana’? A qualcosa servirà la zattera di Internet!

La parola alla difesa

E così corre il ricorso alla difesa. Tuttavia, dobbiamo essere imparziali e un tantino clementi nel giudicare lecontumelie a nostro danno. A me conviene sicuramente. Non so cosa ne pensate voi, ma io non posso privare la controparte di ragioni. Due sono i validissimi motivi: il primo, personale, è che figli e nipoti potrebbero togliermi il saluto; l’altro, più generale, è che siamo stati giovani anche noi, sebbene i giovani non ci credono.

Cerchiamo di capirli quando ci rispondono con sassate di parole. Tesi asvicolare dalla strada che la generazione precedente imponeva, vuole, chiederà (il verbo corrisponde al mutare dei modi e dei tempi), saranno dispiaciuti a posteriori per aver trasformato i timori in accuse che hanno preso la via di sfogo. Proprio come accadeva a noi.

Presto si accorgeranno che la giovinezza si fugge tuttavia, ed è bene saperlo subito quanto sia passeggera.

Chi ha inventato l’acqua calda?

Va considerato il fatto certo, anzi certissimo, che non l’hanno inventata loro l’acqua calda. Cosa si credono? Neppure noi si scherzava nell’insolentire gli avipiù prossimi. Vadano, vadano i giovinastria controllare! Termini come bacucchi, cariatidi, mummie o matusa (da Matusalemme, ovvio), rientravano nel modello convenuto per denigrare i nostri vecchiarelli.

Non si contano le frasi di questo genere: ‘Il mio dirimpettaio ha fatto due guerre.’ – Sarà stanco morto. – ‘Più morto che stanco, ma nessuno glielo ha detto.’ ‘Il fornaio era partigiano e stava per essere fucilato. – Per questo è un po’ rimbambito? – ‘Macché! È morto ieri e non se n’è accorto. ‘Omammmamia, chi poteva immaginare che quella ‘vecchietta dell’aceto’ fosse una bellona,ai suoi tempi!’ – Ai tempi di Cleopatra? –

La risposta preferita

Le tiritere continuavano: Tizio è stato… Caio ha vinto… Sempronio ha visto…

E noi: ‘Ma che bravi sono stati!’ Così veniva parodiata una delle pubblicità di ‘Carosello’, quella di Calimero, il pulcino nero: ‘Or che bravo sono stato posso fare anche il bucato.’

E ridevamo pure. Che screanzati! Potevi ascoltare senza infierire, ma quel passato ancora prossimo era risolto con sarcasmo perché è difficile praticare la misericordia quando non siamo stati misurati. Ottenevano un blando interesse i grigi corridoi di un vissuto che ospitava nugoli di esperienze e azzardi e vittorie e delusioni. Raramente le memorie che potevano trasmettere oltrepassavano il vaglio delle emozioni. Le folate di osanna o di sdegno erano riservate alle cronache di attualità para politica o magari scandalistica di gente schiribillosa, istrionica, ma anche eroica, pronta a deridere o provocare il malcostume di turno.

E diciamolo, via, che per i giovani di qualunque epoca e costume i vecchi nascono vecchi e amen.

Torna in mente la favola-ammonimento sul piatto sbrecciato da riservare al vecchio di casa. Un’antica lezione sul non fare ciò che non vuoi sia fatto a te.

Ci siamo intesi? Oggi a noi, domani a voi.

Animo figlioli!

Tranquilli, dalli e dalli arriverete a Canossa, dove imparerete che le feste di riconciliazione durano assai poco. Lasciamo a voi il compito di credere che dietro ‘l’angolo’ di questa palla ci sia un mondo nuovo, migliore. Scoprirete a vostre spese che stuzzicare i concetti costituiti in cambio di utopici ideali non impedisce la legge di compensazione, ché se una parte migliora, ce n’è sempre un’altra a rischio.

E vi va bene che vi sia toccato l’oggi. Le generazioni precedenti, e alcune ancora, avevano le loro guerre per smaltire le energie da tenere a freno. Eppoi c’era il servizio militare che insegnava ad obbedire ai superioriViene il sospetto che il detto antico’Se vuoi la pace prepara la guerra’,avesse il sottinteso di togliersi di torno, non il vecchiarellume, ma le belle, fresche, energie in esubero.

Meditate pivelli!

Guerre mondiali Guerriglie domestiche

Il problema sta nelle dissonanze tra i bisogni delle diverse caste, che di caste, infine, si tratta. Se è un problema tenere a bada le ragioni dell’irruenza giovanile da parte di coloro che si trovano nell’età adulta, attaccati con braccia e gambe al daffare in corsa, come vi possono riuscire dei vecchiarelli tanto inutili e rompiballe da essere maltrattati perfino dal virus in circolazione?

Ogni nuova leva se la vuole inventare la vita, consumando l’eccesso di energie sul piede di guerra, anche se con l’altro auspicano la pace. E ce ne vogliono di confronti, avanti di raggiungere la consolante certezza che gli esemplari della nostra specie, di qualunque luogo ed epoca, hanno affrontato gli stessi sentimenti e capitomboli prima di adeguarsi a ciò che altri fanno e disfano.

Ma chi? Noi?!

O com’è che ora ci viene rinfacciato di tutto, dall’ostinazione nel resistere, in barba al sovraffollamento ed al costo delle pensioni, fino alla de-cadenza del pianeta.Ma è proprio vero che lo abbiamo fatto noi un simile disastro? Noi che sognavamo i Garibaldi, gli Zorro, i Robin Hood, i Che? Noi che non abbiamo voluto guerre, se non imposte da altri, noi che abbiamo modernizzato il costume per costruire un mondo migliore…

Nessuno più di noi, ragazzi del dopoguerra, sa quanto fosse difficile accettare l’autorità di chi ritenevamo colpevole di aver contribuito, volente o nolente, ad eventi irrimediabili. Il destino non sarà stato nelle mani dei nostri genitori, presi uno ad uno, ma il risultato finale lo avevamo sotto gli occhi.

Chi poteva immaginare che anche noi saremmo stati accusati di eventi decisamente irrimediabili? E menomale che adesso si scoprono gli altarini. Pare che le prime avvisaglie sul pericolo planetario risalgano ai primi del 1960, quando noi eravamo solo dei fanciullini. Rifatevela con quelli che oggi avrebbero, più o meno, 100 anni.

Sono incorreggibile

Santi numi! Alle solite ho divagato dal tema che mi ero prefissata: come goderci gli anni invisibili. Non è forse vero che sempre si ricomincia dal principio? Anche le nostre cellule cambiano continuamente, e senza il soccorso della chirurgia estetica. Misteri delle ingiustizie umane: com’è che loro si rinnovano e noi s’invecchia?

Bando a piagnistei e patetismi. Occupiamoci delle nostre faccende che è meglio, ora che siamo in crisi d’astinenza dal vivere, dopo i consensi ed i nonsensi degli infiniti anni dei doveri. O almeno lo sembravano, infiniti.

Arresi davanti ad un presente che sembra privo di scopo, non sappiamo quante pagine bianche restano nel nostro diario, ma sono convinta, convintissima che non vadano scarabocchiate solo con pratiche uggiose e foto ricordo. È inutile star lì a rimestare nell’attesa delle ricorrenti imprese del minotauro personale.Qualcos’altro dovrà pur venir fuori dai nostri polverosi cilindri, per incitare la nuova, giovane vita da vecchi, dopo le fatiche della vecchia vita da giovani.

Convenuto sui bisogni primari, il trittico Salute Famiglia Casa, si vada qui ad illustrare altri settori molto utili nella terza e quarta età. Mi riferisco ad amici, passatempi, giochi, svaghi… Primari anche questi, perché tengono alto il morale.

Sennò, cosa ne vogliamo fare delle residue energie? Segatura?

Ecco perché insisto

Abbiamo tempo e coraggio per partecipare al grande biribissaio, finché possiamo ed a modo nostro, senza evitare i bordi. Ci siamo abituati a stare cavalcioni nei confini. Su molte prospettive ci siamo distesi e molti orizzonti ci hanno sorretto. Ne abbiamo visti di mutamenti, abbiamo già sofferto di illusioni. Oggi possiamo contentarci della consapevolezza. Che sensazione di riposo dell’anima, respirare il mondo e le sue cose senza attese o pretese.

A noi si addicono le nuance di mezzi toni da quando i nostri angoli si sono fatti curvi, ma se qualche pennellata barocca ci piace, ci somiglia, nonrinunciamo a riaffacciarsi alla vita con le follie compensatorie e la voglia di strafare che ci siamo negati. Diamo una sferzata allo spirito sonnolento e pigiamo il vigore sui sensi sciupacchiati, tanto per spendere il tempo residuo a diventare ciò che eravamonati peressere.O almeno, a chiederci se siamo come avremmo voluto essere, anche se comporterebbe una conoscenza più approfondita del sorprendente, incompreso apparato mentale che ci portiamo appresso.

Si dice che il cervello sia l’intestino della mente e che abbia svariate diramazionisu cui baloccarsi. Chissà cosa potrebbe uscire da quei labirinti se ci mettessimo il foraggio della curiosità! E quella non è roba che puzza…

Ocean cleanus

In chiusura vorrei condividere la meraviglia per l’Ocean cleanus, l’enorme macchinario che elimina dai mari il vecchiume abbandonato…..

Ohinoi! Mi è proprio scappata!

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Esercitazioni pratiche per stimolare le funzioni cognitive

Alcune funzioni cognitive si trasformano in un normale processo di invecchiamento.

Tra queste, troviamo la velocità di elaborazione, la memoria a breve termine e la capacità di risolvere problemi astratti.

I cambiamenti nel funzionamento cognitivo fanno parte di questo processo; d’altra parte,

ci sono persone che sviluppano un lieve deficit cognitivo ed altre che, sfortunatamente, sviluppano la sindrome della demenza.

Uno studio recente conclude che qualunque sia la situazione, è stato dimostrato che tenersi informati procura un evidente vantaggio, associato alla stimolazione cognitiva, rallentandone il declino.

Molte volte i familiari, i caregivers e gli stessi anziani si chiedono quali esercizi siano adatti a mantenere agile ed attivo il proprio cervello.

È necessario che il nostro cervello si dedichi ad attività varie e stimolanti, dove occorre una memoria rapida, attenzione, linguaggio, calcolo, capacità di percezione visiva.

Ad esempio, alcuni eseguono sudoku, rebus, cruciverba, puzzles; altri leggono, si iscrivono a corsi di arte artigiana, si interessano alla vita sociale.

Qualunque attività che richieda applicazione e concentrazione porta benefici al benessere personale ed alla qualità della comunicazione e dell’interazione sociale.

Il nostro tempo di dormire

Ti svegli stanco? Conosciamo tutti quella sensazione: passare la giornata intontiti, irritabili e pigri.

Potrebbero esserci giorni in cui non dormiamo abbastanza, ma in realtà quante ore di sonno abbiamo bisogno? Possiamo recuperare le ore accumulate di sonno? Dovremmo dormire sempre allo stesso tempo, indipendentemente da quanti anni abbiamo? Nell’articolo di oggi risolveremo queste domande.

Di quante ore di sonno abbiamo bisogno a seconda della nostra età?

Abbiamo sempre sentito che per avere una vita sana è necessario dormire per circa otto ore al giorno, qualcosa che non possiamo sempre soddisfare, sia a causa del lavoro, della mancanza di tempo, delle bevande contenenti caffeina, ecc.

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L’importanza dell’intelligenza emotiva negli anziani

Durante la nostra vita, ognuno di noi ha vissuto momenti di notevole tensione, per motivi diversi: lavoro, studio, relazioni umane ecc. Come affrontare questi momenti?

Probabilmente ci sono situazioni in cui è più facile rimanere calmi e risolverere i problemi in modo assertivo; in altri, pensiamo che “l’unica soluzione sia l’aggressività”.

Essere in grado di scegliere come reagire nelle varie situazioni è ciò che è noto come intelligenza emotiva.

Cos’è l’intelligenza emotiva?

Secondo Martín (2018):

“È la capacità di accettare e gestire consapevolmente le emozioni, tenendo conto dell’importanza delle decisioni che prendiamo e dei passi che facciamo nel corso della vita, anche se non ne siamo consapevoli”.

L’intelligenza emotiva è un processo che coinvolge tutta la nostra vita. Quindi è possibile svilupparlo da adolescenti come da adulti. Una delle caratteristiche dell’età avanzata è che deve affrontare dei mutamenti biologici, psicologici, sociali. Il modo di vivere dell’anziano varia. Finita l’era del lavoro è iniziata quella del pensionamento, dove può utilizzare il tempo libero dedicandosi a nuove attività che prima non conosceva.

Ciò può creare tensione, poiché i cambiamenti provocano paura e disagio in alcune persone. Questa situazione potrebbe causare delle reazione in famiglia e tra gli amici.

Come debbono comportarsi i familiari in questa situazione?

La prima cosa da fare è cercare di entrare in empatia con il proprio parente, cercando di comprendere le problematiche che sta attraversando. Questo atteggiamento è importante per comunicare in modo assertivo e rassicurante il nostro pensiero.

La seconda cosa è quello di mostrare il nostro sostegno, far presente ciò che sentiamo e pensiamo in una determinata situazione.

La terza è far comprendere alla persona in difficoltà che si possono trovare delle alternative.

Ci saranno momenti in cui vi sentirete stanchi o disturbati, magari anche a causa di altri fattori, e non sarete in grado di dare una risposta assertiva, In questi casi è bene prendersi del tempo per respirare e riflettere quindi parlare con calma, ricordando che ci sono vari modi per dire le cose.

È sempre consigliabile utilizzare i punti di forza, presentandoli come aspetti di miglioramento, piuttosto che mostarsi aggressivi o nervosi, menzionando i problemi e le preoccupazioni che vi assillano.

Ad esempio, è meglio dire: “Anche io ho voglia di parlare con te. Lo faremo molto presto.” oppure: “Non ho tempo per parlare con te.”?

L’intelligenza emotiva è un’arte che, fortunatamente, possiamo sviluppare per tutta la vita.

È solo questione di farne un’abitudine e di usarla come pratica costante. Controllare pensieri ed emozioni può portare molti benefici, come acquisire maggiore tranquillità nel relazionarsi con gli altri, risolvere i problemi in modo positivo, capire i motivi del comportamento altrui nei propri confronti.

Ricordate che essere in grado di riflettere sulle nostre reazioni quando capitano dei problemi può impedirci di averne altri.

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20 idee da fare con le persone anziane senza uscire di casa

Ci troviamo ancora in una situazione di disagio a causa del pericolo di contagio del coronavirus.

Il settore della popolazione con il più alto rischio di mortalità è sicuramente rappresentato dagli anziani. Per questo motivo dovrebbero evitare di uscire dal proprio domicilio.

Quando devono fare acquisti o recarsi in farmacia sarebbe opportuno che fossero sempre accompagnati da un familiare o da una badante.

Tuttavia, una persona anziana costretta a vivere in isolamento non deve abbandonarsi alla noia ed alla pigrizia. Per invecchiare lentamente e nel modo migliore occorre mantenere sane abitudini quotidiane. Si possono trovare molte attività fisiche e mentali adatte a sfruttare il tempo da passare reclusi. Migliorare la salute e la qualità della vita promuove l’indipendenza e sviluppa l’autostima.

Di seguito troverete un elenco di attività interessanti da svolgere insieme con la persona anziana di cui vi occupate per aiutarla a rimanere attiva e in salute pur restando a casa.

Elenco di attività:

1. Cucinare

Passare il tempo a studiare ricette per cucinarle in compagnia aiuta a mettere in sequenza, pianificare e realizzare qualcosa di utile e gustoso che può dare soddisfazione.

2. Lettura

La lettura di un romanzo o del giornale offre un ottimo intrattenimento. Immergersi in una storia o nei fatti di cronaca quotidiana distrae dai propri problemi e migliora la capacità di concentrazione.

3. Rilassamento

Le pratiche di rilassamento sono benefiche per tutti e maggiormente per quei pazienti che soffrono di stress legato a disturbi fisici ed alla difficoltà di riposare. L’aria fresca e la luce del sole sono un toccasana per il corpo umano. Se la casa della persona anziana di cui vi state occupando è dotata di uno spazio esterno, conviene approfittarne. Gli esercizi di respirazione e meditazione eseguiti all’aperto possono migliorare il metabolismo e la frequenza cardiaca.

4. Esercizio fisico

Eseguire giornalmente alcuni esercizi fisici è essenziale nell’età avanzata. Una corretta e costante attività fisica riduce il rischio di malattie cardiache, diminuisce il grasso corporeo, controlla il colesterolo, migliora l’equilibrio e il sistema immunitario.

Per questo motivo, consigliamo la geronto-ginnastica, un metodo studiato specificatamente per allontanare il declino del corpo in età avanzata.

5. Yoga, tai chi, pilates

Strettamente legate al punto precedente, queste discipline sono molto utili per mantenere in forma un fisico in età avanzata e prevenire eventuali infortuni. Tuttavia, le persone anziane con problemi alle ossa o alle articolazioni dovrebbero consultare un medico prima di iniziare una di queste pratiche, in modo da eseguire soltanto gli esercizi raccomandabili per la propria condizione fisica.

6. Pulire e riordinare la propria casa

Eseguire la pulizie di casa può essere un’occupazione utile perché garantisce del movimento e migliora il comfort quotidiano. Vivere in un contesto disordinato può danneggiare la concentrazione e l’umore di individui particolarmente ansiosi. Queste persone ricavano soddisfazione e tranquillità dal lavoro svolto per rendere la propria abitazione pulita ed ordinata. Inoltre avranno maggior facilità nel ritrovare gli oggetti di cui possono aver bisogno.

7. Adattare l’appartamento

L’appartamento di una persona anziana deve essere accessibile ai suoi spostamenti.

È fondamentale controllare i gradini, gli spigoli e le sporgenze dei mobili, i cavi elettrici sciolti e tutto ciò che potrebbe procurare pericolosi incidenti domestici.

Per rendere un’abitazione adatta ai movimenti di una persona anziana occorre studiare il modo migliore di posizionare i mobili per evitare che intralcinoil passaggio. Nelle abitazioni su più pani converrebbe prevedere la possibilità di installare un montascaleper scongiurare un eventuale infortunio, semplificare l’accesso alle stanze ed eliminare la fatica di salire e scendere i gradini.

8. Musicoterapia

Ascoltare la musica preferita è un’ottima terapia, molto efficace nel migliorare l’umore e provocare benefici emotivi.

9. Un centro di bellezza casalingo.

Ecco un’attività perfetta per allentare la tensione. Per coccolarsi può essere sufficiente un lungo bagno, con una temperatura corretta, accompagnato da sali da bagno e candele ed aromi o incensi che profumino lo spazio. Potete anche applicare dei massaggi. Quelli al viso serviranno a diminuire i danni provocati dallo stress; quelli al corpo per sciogliere la muscolatura dolorante.

10. Dipingere

Disegnare è un esercizio che facilita la concentrazione delle persone anziane, stimolando la loro parte creativa e quella logica.

11. Terapia della risata

È una terapia molto efficace con grandi effetti psicologici e fisici che sviluppano la nostra immaginazione e sbloccano le tensioni.

12. Nuovi hobby

Misurarsi con qualche passatempo è un’attività che può aumentare la memoria e la creatività del vostro paziente, migliorandone l’umore e l’autostima. Una persona sarà dotata per lo studio di uno strumento musicale, un’altra ricaverà maggior soddisfazione nell’applicarsi al giardinaggio. Osare nuove sfide porterà comunque un grande giovamento L’importante è scegliere la disciplina adatta a mantenere attive le capacità cognitive e motorie della persona di cui vi occupate.

13. Il bagagliaio dei ricordi

Usare dei trattamenti per migliorare la memoria è essenziale, soprattutto nell’età avanzata. Mantenere attive le capacità mnemoniche aiuta a preservare i ricordi, e quindi l’identità, nelle persone anziane, oltre a procurare molti benefici dal lato emotivo.

In relazione a questo punto, sarebbe molto interessante approfondire esercizi che potenzino le sue reminiscenze.

14. Giochi di memoria

Questi esercizi servono ad attivare la mente e quindi a ridurre il declino cognitivo nell’età avanzata. Esistono molti passatempi, puzzles e giochi di memoria per adulti. Si tratta di scegliere quelli le cui difficoltà possone essere affrontate dal proprio paziente.

15. Nuove tecnologie

Molte persone anziane hanno voglia di misurarsi con le nuove tecnologie.

Sarebbe opportuno incoraggiarli ad apprendere il funzionamento degli attuali strumenti di comunicazione, perché sappiano che vi sono molti modi per rimanere in contatto con amici, familiari e, più in generale, con il mondo esterno.

Aiutare un anziano ad aprirsi alla partecipazione sociale può mitigarne la solitudine. Si può scegliere tra una vasta gamma di possibilità per mantenere attive più a lungo le sue prestazionimentali e psicologiche.

16. Artigianato

Le persone anziane dovrebbero dedicarsi a qualche attività artigianale che rafforzi la loro memoria e stimoli la concentrazione. Oltre ad aiutarli a passare il tempo, dedicarsi a modellare l’argilla o combinare dei collages, ritagliando riviste e altri materiali per realizzare delle composizioni, li farà sentire attivi e quindi più energetici.

17. Danzare

È stato dimostrato che la danza porta molti benefici alle persone anziane, non solo perché ne migliora le condizioni fisiche, ma anche per abituarli ad esercitarsi nei movimenti idonee alla deambulazione.

18. Scrittura

Scrivere migliora l’attenzione di una persona anziana, favorisce le sue capacità fisiche e cognitive mantenendo attiva la mente ed al livello cognitivo ne stimola il pensiero critico. Può essere interessante e terapeutico applicarsi in un diario dove riversare le piccole vicende quotidiane o per riportare alla memoria episodi della vita passata.

19. Giochi da tavolo

Come per i giochi di memoria, anche i giochi da tavolo sono ottimi passatempi per attivare la mente. Carte da gioco, scacchi, dama scarabeo puzzles, bingo, domino e molti altri giochi da tavolo possono aiutare la concentrazione nell’età avanzata.

20. Mantenere rapporti umani

È importante che una persona anziana mantenga relazioni interpersonali. Restare in contatto con amici e familiari, attraverso qualunque forma di comunicazione, come telefonare, scambiare foto o chiacchierare su skype, può aiutarli a non sentirsi isolati.

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20 consigli utili per prendersi cura degli anziani

L’aumento dell’aspettativa di vita significa che un numero sempre maggiore di esseri umani sta raggiungendo un’età avanzatata. Di conseguenza, abbiamo la necessità di un maggior numero di persone che dovranno occuparsi di loro.

Riportiamo di seguito consigli utili che familiari e figure professionali potranno prendere in considerazione nel caso in cui dovessero lavorare come badanti per anziani che non possono avere cura di se stessi, a causa di una malattia o dell’età molto avanzata.

Suggerimenti per chi lavora come caregiver

Coloro che decidono di lavorare come badante per anziani devono eseguire il loro lavoro nel modo più semplice ed efficace, senza che ciò comporti un eccesso di usura fisica quotidiana.

Prima di dedicarvi a questa attività, coloro che si accingono a lavorare per la cura degli anziani dovrebbero seguire alcuni suggerimenti, necessari per aumentare l’efficacia del loro lavoro.

Vediamo insieme alcune raccomandazioni di base che aiuteranno ad intraprenderenella maniera migliore il lavoro di caregiver.

1. Formazione

È necessario disporre di una formazione adeguata per lavorare come badanti per anziani. Chi sta iniziando ad esercitare questa attività dovrebbe disporre di alcune competenze professionali. In questo caso sono avvantaggiati infermieri, tecnici geriatrici, psicologi o, comunque, l’essere dotati di esperienze precedenti nella cura di una persona anziana.

2. Conoscere la storia medica

Un fattore fondamentale per coloro che si accingono a svolgere il lavoro di badante per anziani è la perfetta conoscenza dei disturbi della persona di cui si devono occupare. È essenziale avere sempre a disposizione le medicine necessarie alla sua salute e gli orari e le dosi per la loro somministrazione giornaliera.

3. Forza mentale

Il lavoro di caregiver presso una persona anziana richiede una grande stabilità psicologica per non lasciarsi coinvolgere da ciò che si può essere costretti a vedere o sentire.

Prendersi cura di un anziano, specialmente di un parente, significa essere preparati a gestire le situazioni emotive a cui può capitare di dover assistere.

4. Forza fisica

Chi lavora come badante di una persone anziana deve possedere una buona condizione fisica. La salute è la chiave necessario per affrontare le fatiche di chi si prende cura attivamente del benessere di un’altra persona. Ecco perché è necessario occuparsi del perfetto stato della propria salute.

5. Un corretto riposo

Riposare correttamente è utile al benessere psicofisico. Per questo motivo, un badante dovrebbe dormire 7 – 8 ore ogni notte. Mantenersi in forma aiuta a svolgere il compito di badante nel miglior modo possibile.

6. L’importanza degli orari

Lavorare come badante non deve interferire nella sfera personale. È importante rispettare il tempo necessario al cibo, seguendo una dieta equilibrata, e quello da dedicare al riposo ed alla cura personale per mantenere la migliore condizione piscofisica.

7. Programmare gli orari

Pianificare le attività da svolgere è essenziale in ogni professione, ma lo è in special modo per chi si prende cura di una persona anziana. Ecco perché sarà utile prestabilire un piano di assistenza per distribuire correttamente il tempo e gli sforzi da impiegare in ciascuna delle operazioni da eseguire. Riservare il tempo necessario ai pasti ed al riposo vi aiuterà ad assistere nel miglior modo l’anziano di cui vi state prendendo cura.

8. Tempo per se stessi

Lavorare come badante per le persone anziane è un’attività molto faticosa e può ledere la salute psicofisica. È necessario, finito l’orario di lavoro, trovare il tempo da dedicare a se stessi per tornare alla propra occupazione più rilassati ed energici.

9. Chiedere aiuto

Capita di non essere in grado di assolvere da soli ad alcune attività necessarie al lavoro che state svolgendo. Quando ne siete consapevoli dovrete chiedere il sostegno dei parenti della persona anziana, oppure dei colleghi, se esercitate le vostre mansioni in una clinica geriatrica. Chiedere aiuto tempestivamente è essenziale per adempiere correttamente al proprio lavoro.

10. Attività

Quando è possibile, cercate di mantenere occupata la persona anziana di cui vi occupate. Svolgere insieme alcune attività aiuterà il vostro paziente a trascorrere le giornate in modo piacevole e divertente. Nel caso di alcune malattie, come l’Alzheimer, sarà utile ricorrere ad alcuni esercizi che possono promuovere la memoria della persona di cui vi state occupando.

11. Non tutto è lavoro

Lavorare come badante per una persona anziana occupa sicuramente la vostra attenzione per molte ore della giornata. Per recuperare il vostro equilibrio, sarebbe utile usare il tempo libero facendo attività che vi consentano di staccare l’attenzione dall’impegno lavorativo.

12. Non abbandonare la vita sociale

Per lo stesso motivo, sarebbe necessario non abbandonare le abitudini di vita sociale. Mantenere i contatti con gli amici e la famiglia vi faranno dimenticare i problemi legati al lavoro.

13. Limitazioni

Per occuparvi efficacemente dei vostri pazienti dovete essere consapevoli dei vostri limiti.

La cosa migliore è non provare ad eseguire compiti a cui non siete stati preparati, poiché potreste danneggiare in qualche modo la salute della persona che vi è stata affidata.

14. Esprimere le proprie emozioni

Sebbene lavorare come badante per gli anziani presupponga un carattere calmo e deciso, non dovreste dimenticare quanto sia salutare esprimere le proprie emozioni. Sarebbe conveniente trovare il modo migliore per sfogarle, quando si rendesse necessario alla vostra stabilità psicofisica, purché ciò non costituisca un problema per il vostro paziente.

15. Assertività

Non abbiate paura di comunicare pensieri e sensazioni alle persone di cui vi state occupando, purché vi esprimiate in maniera adeguata e gentile.

Potrete rivolgere una critica costruttiva ai colleghi, oppure alla famiglia del paziente, se può risolversi con un beneficio al benessere vostro ed a quello del paziente.

16. Contare fino a 10

Può capitare, mentre svolgete il vostro compito presso un anziano, di sentirvi risentiti o offesi per vari motivi. Tuttavia, prima di reagire, ricorrete al vecchio, utile sistema di contare fino a 10, e magari anche fino a 20, per darvi il tempo di far sbollire il risentimento, in modo che non influisca in alcun modo sulla persona di cui vi occupate.

17. Problemi personali

Una delle cose da tenere in considerazione, come badante di una persona anziana, è la necessità di mettere da parte le preoccupazioni personali durante il turno lavorativo. Di qualunque genere siano, dovrete lasciarli fuori dalla porta per essere in grado di prestare tutta l’attenzione necessaria al paziente. Per questo motivo, è indispensabile che risolviate le vostre difficoltà al di fuori dell’orario di lavoro.

18. Comprensione e pazienza

Comprensione e pazienza sono qualità indispensabili per chiunque si prenda cura di una persona anziana. Potreste trovare pazienti soggetti a malattie degenerative, tendenti alla depressione o all’aggressività.

Dovrete essere sempre pronti ad usare tutta la fermezza e la pazienza necessarie ad affrontare qualsiasi tipo di situazione causata da una costituzione malata, fisicamente o psichicamente.

19. Gestire le risorse

Si possono usare vari tipi di risorse per gestire nel modo migliore la malattia della persona anziana di cui abbiamo cura.

Il badante provvisto di una formazione medica o infermieristica gestisce maggiori risorse per salvaguardare la salute del suo paziente. Le conoscenze di cui dispone lo possono aiutare nell’applicazione di cure svolte solitamente dai professsionisti.

20. Osservare la routine

Conoscere le consuetudini della persona di cui vi occupate può essere utile a comprenderne i bisogni, anticipando azioni e reazioni. Il semplice gesto di avvicinare un giornale o un libro nel momento delegato alla lettura quotidiana, quello di accendere il televisore quando viene trasmesso uno dei suoi programmi preferiti sono gentilezze che faranno star meglio la persona i cui vi occupate.

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Le Magie disturbate di Disney

Tre generazioni sono cresciute con le magie di Disney.

La nostra fantasia si è nutrita con i film della sua casa di produzione. Ci siamo emozionati con le storie dei suoi personaggi, abbiamo riso e pianto alle loro disavventure.

I nostri genitori ci hanno accompagnato a vedere i primi cartoni animati della saga disneyana (Bambi, Cenerentola, Biancaneve ed i sette nani, Alice…). Noi vi abbiamo portato figli e nipoti, contenti di ritrovare scene rimaste memorabili e di vedere i film di produzione più recente.

Disney ed i disturbi mentali dei suoi personaggi

Psicologi, psichiatri e antropologi si sono chiesti se la casa cinematografica Disney abbia scelto intenzionalmente di diffondere messaggi emblematici attraverso il comportamento dei personaggi scelti per i film di sua produzione.

Esistono teorie che ruotano intorno alla tendenza del cinema disneyano di rappresentare alcune patologie della psiche umana.

Fiabe ispiratrici

Come accade nelle fiabe che li hanno ispirati, i protagonisti di questi adattamenti cinematografici espongono evidenti rappresentazioni di alcuni disturbi mentali.

Simili riferimenti si trovano in tutte le classiche storie per l’infanzia, da quelle scritte dai fratelli Grimm a quelle di Perrault e di altri autori per bambini, italiani o stranieri, che hanno ispirato film prodotti dalla la compagnia cinematografica di Walt Disney.

I personaggi disneyani

Alcuni psichiatri hnno battezzato alcune patologie psichiche facendo riferimento al comportamento dei protagonisti di molti cartoni animati disneyani.

E allora, vediamo di analizzare cosa si nasconde, secondo gli esperti della psiche umana, dietro le coloratissime, attraenti facciate di questi film.

SINDROME DI ALICE E TODD

Alcuni mettono in relazione i protagonisti di ‘Alice nel paese delle meraviglie’ con la sindrome di Todd, a causa della relazione tra i sintomi di questa malattia e le strane esperienze della protagonista.

La sindrome di Todd si riferisce alle allucinazioni visive come distorsione di dimensioni, forme, colori e persino con la presenza di più immagini come sintomo principale .

Nel film possiamo cogliere la micropsia e la macropsia, due disturbi neurologici che influenzano la percezione di Alice nel vedere gli oggetti più piccoli o più grandi del normale.

Il Coniglio Bianco di Alice

Secondo questa visione neurologica, il coniglio bianco che in ‘Alice nel Paese delle Meraviglie’ appare con l’orologio tra le mani e l’ansietà negli occhi, soffrirebbe di un disturbo d’ansia generalizzato. Si tratta di una sindrome che porta all’esaurimento nervoso ed alla difficoltà di addormentarsi a causa della tensioni provocate dalla preoccupazione per i compiti quotidiani. Le persone soggette a questo disturbo possono soffrire anche di movimenti nervosi, involontari, come accade in chi soffre del disturbo di Tourette.

SINDROME DI ARIEL E DIOGENE

Le persone colpite dalla sindrome di Diogene tendono ad isolarsi in casa e ad accumulare oggetti di ogni genere. Per loro sarebbe quasi un sacrilegio gettarli via. Questa è una tipologia che di solito colpisce gli anziani.

Nel film ‘La Sirenetta’, Ariel è una giovane sirena che sogna di diventare un essere umano. Il suo passatempo preferito consiste nel raccogliere gli oggetti caduti dalle navi, per conservarli come un grande tesoro, proprio come fanno i pazienti con la sindrome di Diogene.

IL COMPLESSO DI BAMBI

Vogliamo parlare di Bambi, il protagonista di uno dei primi lungometraggi di Disney?

L’innocente cerbiattino ha dato il nome ad una sindrome che caratterizza persone sensibili, sentimentali e compassionevoli verso gli animali e, in genere, tutta la natura. Essendo iperprotettivi, amano prendersi cura dell’ambiente e sono ostili alle persone che compiono azioni dannose per il nostro pianeta.

LA BELLA E LA BESTIA – SINDROME DI STOCCOLMA

La Sindrome di Stoccolma è una reazione psicologica in cui la vittima di un rapimento sviluppa un legame con la persona che la tiene prigioniera. In molti casi anche il rapitore prova dei sentimenti nei confronti della sua vittima, proprio come accade nel film ‘La Bella e la Bestia.’

Bella è una giovane donna che va alla ricerca del padre. Quando lo ritrova imprigionato nella casa di un uomo con il volto di bestia, si propone come scambio per liberarlo. Questa convivenza tra la bella e la besta li porterà ad innamorarsi.

BIANCANEVE E NARCISO

In questo film la matrigna di Biancaneve rappresenta quel disturbo della personalità chiamato narcisismo, perché provoca un grande bisogno di essere ammirati.

Narciso era un bellissimo giovane che passava il tempo a rimirarsi nell’acqua, fino ad affogare nell’atto di baciare se stesso. La matrigna di Biancaneve usa uno specchio per assicurarsi di essere la più bella del reame e quando apprende che Biancaneve è diventata più bella di lei, la gelosia la spinge a tentare di ucciderla.

SINDROME DI PETER PAN

Questo giovane impenitente ha dato il suo nome ad una sindrome che porta al rifiuto di diventare adulti.

Peter Pan è un orfano che preferisce vivere a Neverland, l’Isola che non cè, insieme ad un gruppo di bambini senza famiglia, proprio come lui. Tuttavia, sotto la sua maschera spavalda si nasconde la paura di misurarsi con la vita. Infatti, i pazienti affetti da questo disturbo non sono in grado di accettare il passaggio dall’infanzia all’età adulta.

Capitan Uncino

Hook, il personaggio conosciuto da noi come capitan Uncino, soffre di stress post-traumatico da quando la sua mano è stata mangiata da un coccodrillo. Questa sindrome porta ad essere perseguitati da ricordi disturbanti, portandoli a combattere l’ansia con l’iperattività.

La sindrome di Wendy

Non dobbiamo dimenticare un altro personaggio di Neverland. Wendy è la ragazza che ha seguito Peter Pan. Interpretando il ruolo di madre dei bambini perduti ha dato il nome alla sindrome di Wendy che è associata a quelle donne che amano esercitare il ruolo di madre.

FROZEN E L’AGORAFOBIA

L’agorafobia è il timore ossessivo di spazi aperti.

Elsa, la protagonista di Frozen, è affetta da questo disturbo dopo aver subito dei traumi a causa delle terribile esperienze subite durante la sua infanzia. All’inizio del film la giovane principessa perde i genitori in mare e sta per perdere anche la sorellina. Per questo motivo si è chiusa in sé e non vuole vedere nessuno.

ALADINO E JAFAR

Nel film basato sulla storia di Aladino, Jafar, il personaggio malvagio, rappresenta un sociopatico che soffre di disturbo antisociale della personalità. Coloro che sono affetti da questa malattia non sanno adattarsi alle norme sociali prestabilite.

LA BELLA ADDORMENTATA E LA SINDROME DI KLENE-LEVIN

La sindrome di Klene-Levin è un raro disturbo neurologico, caratterizzato da lunghi periodi letargici. In questa fase vi è la possibilità di disturbi comportamentali e di amnesie che possono durare per settimane o mesi.

Aurora, la protagonista del film ‘La bella addormentata’, può rappresentare la sindrome di Klene-Levin. Cresciuta nella foresta grazie a tre fatine, un giorno si punge una mano per volere di Malefica, una fata cattiva. Da allora cade in un sonno profondo dal quale può risvegliarla solo un bacio di vero amore.

CENERENTOLA

In questo film si possono riscontrare varie patologie della psiche. La prima prende il nome dalla protagonista. Il complesso di Cenerentola è considerato una sindrome della personalità da dipendenza. sebbene non faccia parte dei disturbi neurologici accettati dall’OMS.

Solitamente, la sindrome di Cenerentola si verifica nelle donne che hanno idealizzato l’immagine maschile come il principe azzurro della fiaba di Perrault. Tendono a dipendere dal partner, con conseguente paura della separazione, e quando non corrisponde all’ideale che avevano immaginatoprovanouna grandissima frustrazione.

Il principe azzurro

La Prosopagnosia è una malattia neurodegenerativa che consiste nell’incapacità di riconoscere i volti delle persone. È una forma di agnosia visiva che colpisce il 2,5% della popolazione.

Dopo aver ballato con il Principe azzurro, Cenerentola fugge dalla reggia perdendo la scarpetta di cristallo. Il principe decide di provarla su tutte le fanciulle del paese e quando arriva davanti a Cenerentola la riconosce solo perché può indossare la scarpa che aveva perduto.

PINOCCHIO E LE BUGIE

La sindrome di Pinocchio consiste nel bisogno di mentire.

Al burattino di legno, ideato da Collodi, si allunga il naso ogni volta che dice una bugia.

Nella realtà non cresce il naso quando diciamo delle bugie, però può capitare che il nostro viso diventi rosso perché subiamo un aumento della temperatura corporea.

POCAHONTAS E LA SINESTESIA

La sinestesia è quella caratteristica umana che porta ad associare uno stimolo ad un senso diverso da quello da cui proviene. I pazienti con questa qualità affermano di vedere suoni, sentire colori o scoprire dei colori nel vento.

Quando Pocahontas insegna a John Smith le tradizioni della tribù native d’America, gli canta una canzone che descrive i colori del vento.

RAPUNZEL E IL DISTURBO BIPOLARE

Il disturbo bipolare è una malattia mentale che consiste in improvvisi cambiamenti di umore. Il paziente può essere sollecitato da sentimenti opposti, a breve distanza di tempo gli uni dagli altri.

Rapunzel, la protagonista del film Disney dai capelli immensamente lunghi, vive in cima ad una torre, dove è stata rinchiusa dalla sua presunta madre. Un giorno passa sotto la torre un giovane ladro che la incoraggia a lasciare la casa. Piena di curiosità, accetta di uscire, contenta di essere finalmente libera, ma una volta fuori, è in pena per il rimorso di aver disobbedito alla madre.

WINNIE THE POOH

Anche i personaggi di Winnie The Pooh sono correlati ad alcune sindromi.

Winnie the Bear, per esempio, può essere associato ad un disturbo da alimentazione incontrollata, a causa della sua eccessiva golosità per il miele. Questa patologia porta a privilegiare determinati alimenti, mangiandone in quantità eccessive. I pazienti affetti dal disturbo da abbuffate compulsive sono spesso in sovrappeso, proprio come l’orsetto Winnie.

Pimpi

Pimpi il porcelletto, uno degli amici di Winnie, è sempre nervoso e preoccupato, imprigionato da una continua tensione. Anche lui soffre di ansia generalizzata, proprio come il Coniglio bianco di Alice nel Paese delle Meraviglie.

Tigro

È questo un altro amico di Winnie. Simpatico, leale, esuberante, è convinto di poter saltellare come fanno i canguri.

Questo personaggio potrebbe riferirsi al disturbo da deficit di attenzione (ADHD), una patologia caratterizzata da iperattività e problemi di concentrazione che portano a ripetere sempre gli stessi errori.

Ih Oh

L’asino amico di Winnie che perde costantemente la coda, si può configurare come affetto da depressione e pessimismo, che crede di scansare dormendo gran parte della giornata.

Quando è sveglio vaga avanti e indietro con espressione cupa e preoccupata.

Tappo

Nella serie di Winnie The Pooh, il coniglio Tappo passa tutto il suo tempo ad occuparsi del giardino, per mantenerlo costantemente curato e pulito.

Questo personaggio può essere correlato ad un disturbo ossessivo compulsivo (DOC).

I pazienti che ne soffrono possono diventare ossessionati da idee o atti specifici, ripetuti senza misura.

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Sicurezza per gli anziani

Le strettoie della burocrazia Nocera Umbra

Conosciamo da tempo le assurde pretese di coloro che gestiscono i grandi enti statali.

L’ultima dimostrazione l’abbiamo avuta dallo sfratto compiuto a Nocera Umbra, a danno di alcune persone che hanno avuto l’idea di autogestire la loro condizione di anziani senza costi o disturbo per gli enti sociali.

L’idea è eccellente. Ci avevamo pensato qualche tempo fa con un gruppo di amici della terza o quarta età. L’avremmo battezzata Villa Arzilla, a dimostrazione che l’anzianità non toglie la capacità, né la fantasia, di trovare delle alternative senza scadere nel patetismo di situazioni da cronaca grigia.

L’ASL si giustifica dicendo che la costruzione è di sua proprietà. Ma dov’è il danno se un edificio inutilizzato di un ente pubblico della pubblica amministrazione ha trovato il suo utilizzo?

Il fatto è che le capacità organizzative dei cittadini non piacciono ai burocrati arroccati nei loro presidi, forse perché li fanno sentire inutili e privi di potere

Difficile combattere contro un sistema burocratico quando dimentica di essere al servizio dello Stato, che è al servizio dei cittadini. Non è questa la base di quel tipo di gestione delle risorse nazionali che pretende di chiamarsi Democrazia?

Se l’unica autodifesa è la diffusione della notizia, è perfettamente legittimo appellarsi agli organi informativi di qualunque settore.

Non è la prima volta che si compiono dei soprusi in nome di non si sa quale mandato a pretendere.

Esempi ne abbiamo avuti.

Tornano alla memoria le spoliazioni compiute dall’allora USL a danno degli artigiani fiorentini. Nei loro laboratori, attrezzati da centinaia di anni in luoghi bellissimi del centro storico fiorentino, si realizzava quell’arte artigiana che è diventata famosa in tutto il mondo.

Arrivarono bande armate di metro e blocchetti per prendere le misure di queste strutture che furono costrette a chiudere, talvolta anche a causa di qualche centimetro d’altezza e roba simile.

Grazie a queste decisioni, gli artigiani avrebbero dovuto trasferirsi in anonime costruzioni, posizionate nelle zone depresse, fuori dal contesto cittadino. E nel frattempo il prezzo di quei capannoni era ovviamente lievitato.

Fu quasi impossibile vendere strutture contrassegnate come categorie non abitative, condizione indispensabile per poterle usare a scopo lavorativo, e dunque non potevano avere l’accesso ai mutui bancari.

Conobbi alcuni artigiani che dovettero abbandonare l’attività di una vita e visitai i meravigliosi laboratori che stavano perdendo.

Non ho mai dimenticato le loro espressioni arrese. Che spreco! E che ingiustizia!

Oggi molti di quei luoghi sono abitati. Alcuni sono tornati ad essere adibiti a ‘studio’, termine che consente alcuni lavori manuali. Ma un grande patrimonio di sapienza è andato perduto.

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Salute

Farmaci per il trattamento dell’obesità Anziani

Esistono dei farmaci studiati appositamente per il trattamento dell’obesità: nelle persone anziane. Questi medicinali sono testati e in grado di produrre modificazioni positive, però possono essere acquistati solo con una prescrizione medica. Vanno somministrati sotto il controllo del proprio medico, in considerazione di possibili effetti collaterali.

Si tratta di sostanze capaci di inibire i fattori scatanenati il grasso corporeo, come la serotonina, l’adrenalina, la dopamina, causando il senso di sazietà e la termogenesi.

Controllando l’apporto di alimenti ingeriti, questi inibitori, selettivi della lipasi pancreatica, possono ridurre notevolmente l’assorbimento dei grassi.

Persone anziane che rifiutano le cure.

Ci sono alcuni anziani che non vogliono essere curati, sebbene siano in grado di intendere e volere. Sono persone abituate ad aiutare la famiglia con buona lena. Possono cucinare, pulire la casa, accudire i nipoti e tante altre cose, ma diventano recalcitranti e ostili quando devono andare dal medico.

Perché alcuni anziani non si prendono cura di se stessi?

Raggiunta la vecchiaia sopraggiungono dei limiti fisici e più l’età avanza, maggiori sono le ripercussioni nel nostro corpo. Tutti questi cambiamenti possono creare disagi psicologici ed emotivi che si ripercuotono nel rifiuto di farsi curare.

Tutti dobbiamo adeguarci alle mutate possibilità di movimento, quando si invecchia, ma per molte persone è difficile accettare di sentirsi inutili e in condizione di inferiorità

Affrontare queste situazioni può rendere una persona malata irritabile ed aggressiva, fino al punto di isolarsi dai propri cari.

Cosa dobbiamo fare aiutarli?

Quando gli anziani hanno bisogno del nostro aiuto, la soluzione migliore è facilitare la loro vita quotidiana. Qualche volta può essere indispensabile ricorrere all’assistenza esterna per essere supportati nell’affrontare i loro bisogni; tuttavia, molti pazienti che necessitano di cure, quando vedono che sarà una persona estranea ad occuparsi di loro, non vogliono accettare il suo aiuto.

Convincere queste persone a lasciarsi curare non è facile. La situazione è molto delicata e la chiave per affrontarla sta nell’affetto, nell’empatia e nella comprensione .

Poiché ogni persona è un mondo completamente diverso, per determinare il tipo di aiuto di cui il nostro familiare ha bisogno, dobbiamo distinguere in quale categoria rientra la sua patologia.

-Pazienti che non sono malati ma hanno bisogno di compagnia.

Queste persone soffrono di una patologia psicologica che richiede supporti da seguire giorno per giorno.

-Pazienti che soffrono di una malattia che ha compromesso le capacità cognitive.

Conoscere lo stato di salute di queste persone permette ci decidere se sia preferibile curarli nella propria casa oppure sistemarli in una residenza per anziani.

Bisogna tenere conto che l’ Alzheimer , il Parkinson, i disturbi del sonno ed altre patologie richiedono l’assistenza di un operatore sanitario che aiuti a migliorare lo stato fisico, cognitivo ed emotivo.

La comunicazione con gli anziani

Quando si tratta di curare un paziente dobbiamo prendere in considerazione la sua opinione. Il dialogo con un membro della famiglia può essere difficile, ma dobbiamo impegnarci nell’ascolto attivo per capire come aiutare questa persona per evitare che si senta abbandonato, indifeso, arrabbiato o triste.

Dobbiamo imparare a comunicare in un modo o nell’altro, nel rispetto dello stato di salute della persona di cui prendersi cura.

È bene essere consapevoli del fatto che un anziano può tentare di manipolare la famiglia per farla sentire in qualche modo colpevole. In questi casi la soluzione migliore è che la conversazione si svolga con una sola persona per volta.

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Curiosità

Bestiario privato

Anche qui ci vuole un cappello d’apertura.

Userò i termini bestia o bestiola, sebbene suonino dispregiativi, per un semplice motivo che tutti sanno ma pochi ricordano, e cioè che anche noi apparteniamo al regno animale.

Dovevo pur distinguerci, in qualche modo.

Partiamo dal principio

Si usa dire che ci sono individui con una doppia personalità.

Il fatto è che tutti siamo dotati di due, tre, e chissà quante tendenze caratteriali, Alcune sono in mostra; altre non hanno trovato la strada per uscire e stanno solo aspettando il loro turno.

È riduttivo addossare atteggiamenti e convinzioni solo all’influenza dell’ambiente e le contingenze esterne, poiché possono derivare da fattori più… come dire, privati.

Troviamo diversità comportamentali nelle bestie della stessa specie, a causa della famiglia di provenienza o del trattamento che ricevono.

Noi, però, disponiamo di un enorme bagaglio di pertinenze, dissimili le une dalle altre, che dobbiamo a istinti provenienti da vari animali.

Ci sarebbe da chiedersi quante e quali porzioni di identità ospitiamo, dopo millenni di convivenza.

Bestie che siamo

Infatti, se cerchiamo le similitudini che ci accomunano ai nostri parenti di peli e piume, scopriamo che ce n’è più di una. Non per nulla abbiamo l’abitudine di raffrontare vizi e qualità umane con le loro caratteristiche.

Di esempi ne troviamo a bizzeffe.

Scontroso come un orso, cieco come una talpa, operoso come una formica, lento come una lumaca, Mangione o sudicio o altri vizi ed ecco il porco.

E c’è il popolo bue, l’umano gregge….

Mi fermo qui, ma potrei continuare a lungo.

Che vi piaccia o no, così è per tutti. Ed è così anche se non vi pare.

Mondo plurimo

Si dice che gli esseri umani siano gli ultimi abitanti della terra. Ma se è vero che gli ultimi la erediteranno, si allude proprio a noi?

Va da sè che vi operassero multiformi energie quando siamo arrivati. Se ogni cosa della natura contiene in sé forma e sostanza, forse nell’uomo è stato buttato un miscuglio di componenti da qualche buontempone, giusto per scoprire quale razza spuria ne venisse fuori.

Vediamo com’è andata: una fettina di scimpanzé, uno sguincio di delfino, una lacrima di pantera, coccodrillo quanto basta?

Gli ingredienti precisi non li sappiamo e così le dosi, ma è certo che ne è nata un’accozzaglia infinta di possibilità. Ecco perché ciascuno di noi è fatto a modo suo.

Retaggio

Chiunque fosse il demiurgo, ha influsso nel nostro retaggio animale una scintilla che ancora ci assiste, malgrado le nostre incongruenze. Ecco perché ci possiamo infognare nella bestialità più infima e salire fino ad immaginare quel residente in altri cieli, altri pianeti, che ha fatto una capatina qui per compiere degli esperimenti.

Sì, deve essere andata proprio così. O è accaduto il contrario?

Non sarà che siamo dei clandestini naturalizzati terrestri?

Bestiario privato

Come in tutti gli esseri umani, anche in me ci sono delle peculiarità.

Da giovane, il contrastante bisogno di distacco e protezione mi faceva sentire come un gatto nascosto sotto il guscio di una lumaca.

Non si trattava solo di bestiole sedentarie, cresciute in una cattività domestica. C’erano altri richiami da sottofondi inesplorati. Da uno di questi cunicoli giungeva il musicale vocio degli uccelli che svolazzano nelle paludi. Da un altro si poteva udire il lento ronfare di un’orsetta sonnacchiosa.

Ben separata, un’aquila attendeva nel suo giaciglio.

Che connubio!

Nel tempo della massima energia solare, la necessità di spingermi nell’arena tra i lupi e le tigri ha aperto ignoti istinti corrazzati per l’autodifesa. Il carapace si è indurito ed il gatto ne è uscito per accendersi con sprazzi di leonità, mentre l’orsa musona ha mostrato quanto poco gradisca d’esser disturbata.

E c’è stato il controcanto dell’aquila, libera di volare sopra foreste di intenzioni umane. Se l’avessi tenuta ancora accovacciata, forse avrebbe tentato di mangiarmi il fegato.

Divagando

Fortuna che questo organo si ricrea, come sapevano gli antichi. Essì, altrimenti, come avrebbe potuto realizzarsi il mito di Prometeo, il titano che frequentava la rarissima, abitudine di pensare prima di agire?

Diciamo che se il fuoco era inteso come calore, già che c’era lo poteva distribuire meglio. A sua giustificazione si può prevedere l’ipotesi che non abbia fatto in tempo a rifinire il lavoro. E se fosse stato lui a spargere la scintilla che ci contraddistingue?

Io la butto lì, tirate voi le congetture.

A proposito del fegato, non dimentichiamo l’etrusca mania di studiarvi gli umani destini. Sospetto che le genti antiche avessero conoscenze maggiori di quelle che hanno tramandato. Chissà dove le hanno nascoste. Temevano per il loro fegato?

Torniamo a noi

Nel tempo dei riepiloghi sono tornata ad affamigliarmi con bestiole casarecce.

Oggi sono una placida tartaruga della terza, quasi quarta età, ramenga per le vie di casa e del cortile, ma non ho rinunciato a tutelare la mia zona di pertinenza.

Va detto che ha preso campo l’uccello bisognoso del respiro delle paludi. Ed è per consentirgli di circumnavigare tra terra acqua e cielo, cioè, tra cervello, memoria e pensieri che vivo come una tartaruga e mi comporto da orsa, come si evince dal mio psedudonimo.

La cosa migliore è lasciare appisolato questo residuo di aggressività. Quando si è preteso di farmi arresa ha sempre reagito in maniera spropositata.

Come dire: voi suonate le vostre trombe, io suono il mio martello.

L’aquila azzarda ancora il libero volo e qualche volta ci riesce. È una meraviglia osservare dall’alto le diramazioni delle prospettive umane. Queste ricognizioni non cambiano le cause che hanno partorito i nostri affanni, però aumentano la consapevolezza di come si vorrebbe far girare il mondo. Vi pare poco?

È così che mi piace stare.

È bello andare a spasso tra le paludi della memoria, protetti e irrobustiti dalle esperienze passate, ma è ancora più bello essere capaci di volare con ali libere.

Somiglianze

Dopo tutto ‘sto panegirico, almeno noi della terza e quarta età dovremmo aver capito che non siamo solo angeli o solo demoni. Siamo molto di più.

A questo punto una miriade di domande ribolle fino a venire a galla.

Se non conosciamo lo zibaldone che ci abita, come possiamo gestire noi stessi?

Come possiamo sapere come hanno avuto corso le nostre scelte?

Ci sarebbe da riflettere. Altro che libero arbitrio!

C’è tanta roba incognita dentro di noi, ma per conoscerla dobbiamo accettare il bestiario che scorrazza a suo piacimento quando meno te l’aspetti e non sempre ti dà il tempo di rimediare.

Viene il sospetto che se ci mangiamo qualche coscia di pollo ce la siamo guadagnata.

Zoologia fantastica

Prima di chiudere dovremmo buttare un occhio o due su quegli animali fantastici che sintetizzano le varie tipologie umane.

Nel Manuale di zoologia fantastica di Borges si apprende l’esistenza di chimeriche mangiatrici di propositi su cui scherzava Rabelais. Mi chiedo in quanti di noi si specchino i simurg, gli uccelli immortali che nidificano sull’albero dei semi di conoscenza. Sempre che trovino qualcosa da specchiare.

In me ha fatto sicuramente il nido la scimmia dell’inchiostro.

Guardatevi in giro.

E voi, avete mai provato a scovare gli animali che circoscrivono l’area dei vostri bisogni, del vostro sentire e fare? Non volete sapere a quali specie rassomigliate? Non vi accontentate di studiare i comportamenti di cani e gatti. C’è molto altro da scoprire. Andate al giardino zoologico. Guardate come si muovono, agiscono, reagiscono, i nostri lontani antenati, ancora tanto vicini.

Vi capiterà di ritrovare i comportamenti di questo o quel conoscente. E potreste scoprire proprietà di cui vantarsi ed altre che sarebbe conveniente tenere accucciate. Fino a prova contraria.

Un augurio

Intorno a noi vi sono bestiole che mostrano una grande capacità sentimenti, come l’amore, la gratitudine, ed una dedizione fino al sacrificio.

L’augurio migliore che io possa darvi è di far parte di una famiglia che ha in sé il pellicano e l’upupa.

Il primo nutre la prole col suo sangue, il secondo cura il genitore fino a rendergli la gioventù.

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Curiosità

C’era una volta…

C’era una volta una bambina, una principessa, una fata, una strega, un re, un eroe, un orco, un diavolo.

Così iniziano le ripetizioni orali di storie tramandate da cantori tribali, burattinai, pellegrini, contastorie. Il loro novellare allietava le lunghe serate intorno al fuoco, pagava l’ospitalità in villaggi e castelle, le feste del patrono ed altre ricorrenze religiose. Col tempo la storia si arricchiva di nuovi episodi, secondo l’estro narrante, per compiacere coloro che l’ascoltavano per la decima volta.

Le fiabe di una volta finivano, nella maggioranza dei casi, e specialmente quelle da ‘femmine’, col principe che baciava la giovincella in balia di forze avverse. Poi seguiva il doveroso matrimonio e tutti erano felici e contenti. Mah….

Tanto per chiarirsi

Io ho sempre visto Cenerentola come un’opportunista, disposta a tutto pur di sposare il miglior partito del paese. Per ingraziarsi le platee, nel film ‘La leggenda di un amore’ si rimedia questa novella tanto usurata volando di striscio sull’Utopia di Thomas More fino ad inserire un cameo di tutto riguardo. Lucido il regista!

‘Con la gentile partecipazione di Leonardo da Vinci.’ Ecco cosa doveva aggiungere all’elenco degli attori.

Una fiaba vera

Oggi voglio raccontare la storia vera di una giovane coppia che conobbi molti anni fa a Positano.

Qui occorre un antefatto, tanto per cambiare.

Accadde in un periodo cruciale. La nostra società, uscita da una ventina di anni dal dopoguerra, era ancora patriarcale quando si aggregò ai fatidici, discutissimi, oggi famigerati, anni settanta. Si poteva condividere in molti modi la grande rivoluzione sociale e culturale che proveniva dalla Francia ed aveva già invaso l’Inghilterra e gli Stati Uniti, in special modo la California, prima di arrivare da noi.

Una ventata energetica

La mia adesione ad alcuni aspetti di questa ventata energeticanonpoggiava solo sulle civilissime modifiche. Per anni mi ero chiesta come potessi affrancarmii da un contesto che non mi corrispondevaCredo sia difficile spiegare quanto mi sembrassero meschine e soffocanti le strettoie che stagnavano fuori dalla porta di casa. Non vi trovavo finestre mentali che potessero aprirsi al dialogo, alle arti, alla fantasia, come accadeva nella mia famiglia.

Ecco perché fui attratta dal nuovo modo di pensare. Sentivo quella grande risorsa umana che chiamiamo immaginazione, vibrare per la prima volta anche al di là dei confini familiari. Il nuovo corso restituiva corpo, spessore, sostanza a parti di me che sentivo confuse. Mi riconoscevo in alcuni di quei fermenti ed ero curiosa di scoprire il senso delle manifestazioni, giuste, sbagliate, vere, falsificate, che hanno femminilizzato il mondo occidentale.

Conobbi personalità ariose, dal respiro sciolto. Quelle più affini a me erano votate all’arte. altre alla politica. Qualcuno scavalcava i propri limiti senza conoscerne il costo in anticipo…

Amati Beatles

Capita che mi chieda quanti anni avrebbe oggi Michelle ed a quanti yesterday continuerò a far riferimento, insieme alla memoria di stagioni faticose, esaltanti, amare, succose….

Qui mi fermo. Sto divagando e chiedo venia. Alle solite mi sono fatta prendere la mano, il polso, ognicosa dall’antefatto. O non si sa che le digressioni e gli scantonamenti sono il mio pane quotidiano?

Ho accennato a quella stagione di mutamenti per tentare di spiegare, e magari trasmettere, la fascinazione che una coppia esistenzialista ed hippy ebbe su di me.

Anche la loro conoscenza faceva parte dei segni apparentemente eccentrici, ma liberatori, che io chiamo l’arte del vivere.

Positano

Non ero ancora sposata la prima volta che vidi Positano.

La leggenda narra che il suo fondatore, il dio Poseidone, la donasse alla ninfa Pasitea. Il dono di un dio, dunque. Infatti, non si può immaginare cosa fosse quel lido incantato, perla della costa amalfitana, cinquant’anni fa. Pochi erano allora i caseggiati, nell’indisturbata, lussureggiante, espansione vegetale.

Passeggiare su e giù per le infinite scale, coperte da pergole di enormi tralci rampicanti di clematide e bouganville, mi faceva sentire come fossi calata dentro una tela preraffaellita. Nelle piazzette senza riparo, esplodeva il sole rovente che giustificava il corpo protetto dal cappello di paglia e gli abiti lunghi e coloratissimi che arrivavano fino ai sandali di cuoio, nella cui fabbricazione gli artigiani di quelle zone sono maestri.

Tu chiamale se vuoi….

S’intende che si può vivere poeticamente dovunque. È suffuciente scoprire bellezze antiche che la memoria tramanda senza rendertene partecipe, fino a quando non le hai davanti. E quanto può essere appagante il respiro sciolto nel danzare in armonia con la natura, in maniera talmente palpabile e coinvolgente da resuscitare particelle vibranti di vita che non sapevi di avere.

Una sera ci recammo con alcuni amici a ballare all’Africana di Praiano, un locale splendido ricavato tra mare e rocce. Accanto a noi venne a sedere Audrey Hepburn, attrice allora molto in voga.

Una bellissima coppia iniziò a danzare. Eravamo tutti incantati. Lei era alta, pallida, sottile, gli occhi chiari nel volto scortato da lunghissimi riccioli rossi. Anche lui era alto e magro, capelli e baffi lunghi e neri.

Il giorno dopo scendemmo dall’albergo e incontrammo di nuovo l’attrice fuori da una deliziosa boutique che vendeva gli abiti zingareschi, caratteristici del posto, che anch’io amavo e portavo.

In paese tutti conoscevano la storia della coppia che mi aveva incuriosita la sera prima. Erano arrivati lì in una fuga d’amore che si era protratta nel tempo. Lei si chiamava Vally e veniva da una fattoria australiana, prima di esibirsi a Parigi come ballerina. Lui, Rudy, aveva frequentato la facoltà di architettura. Erano esistenzialisti della scuola di Sartre, che avevano conosciuto, e pure hippy, anticipando la voga successiva. Abitavano in cima al Montepertuso, in una casupola diruta circondata da animali. Personalità internazionali dell’arte e dello spettacolo venivano a trovarli.

Nelle successive vacanze a Positano scoprii che le autorità avevano tentato più volte e senza successo di allontanare quella coppia originale che osava vivere come la maggior parte della gente, prima della guerra; e ancora chissà quanti erano obbligati ad un’esistenza ai minimi termini! Il fatto era che qui si trattava di una libera scelta. Come osavano, i due impuniti, professare gli insegnamenti di filosofi come Rousseau e Thoreau, in un’epoca che voleva e doveva dimenticare l’antenata povertà?

Restarono ancora per molti anni. La casupola che Rudy aveva reso abitabile, secondo cosiderazioni un po’ primitive, disponeva di un regolare contratto d’affitto dal 1957 ed il canone annuo era stato regolarmente pagato.

E tanto per tornare alle fiabe che tutti raccontano ai bambini, com’è che nessuno si scandalizza se Biancaneve viveva in mezzo ad un bosco, priva di servizi igienici ed insieme a sette nani minatori?

Le cose cambiano

Dopo la separazione Positano rimase il luogo di vacanze preferito dal mio ex marito, che ogni estate vi portava i nostri figli. Io tornai solo una volta, poi mi recai per due anni ad Ischia, meno bella ma più magica, almeno per me. Un estate feci un corso dal Baba Bedi, ma questa è un’altra storia. Qualche visita estiva sulla Costa Brava, dove mia sorella aveva una casa, poi, vivendo sola, finirono le vacanze per non abbandonare il gatto/a di turno.

Non ho dimenticato quella coppia perché, lo confesso, avrei provato volentieri a vivere quel tipo di vita primitiva, anche se non so quanto sarebbe durata.

Chi può dire se fosse peggiore di questa, tanto ordinata e civile, che sta distruggendo la Terra? Per non parlare degli effetti futuri delle soluzioni ecologiche. Auto elettriche, impianti fotovoltaici ed eolici necessitano di elementi indispensabili, come litio cobalto indio argento platino ed altre materie prime che rimediano ai guai provocati dai precedenti combustibili fossili con altri danni.

Basta leggere l’articolo che Benjamin Sovacool ha scritto su ‘Scienze’.

Si può obiettare che oggi si vive più a lungo, quando non intervengono virus che, diciamolo, hanno rinsaldato le finanze di qualche ente pubblico. Però, viene fuori che se ci ostiniamo a campare fino a 90/100 anni, tra qualche decennio saranno troppi i vecchi da mantenere.

Insomma, qui come ti muovi fai danni…

Razzolando su Internet

L’onor di verità impone un’aggiunta.

Stavo per concludere la storia di Vally e Rudy quando ho pensato che avrei dovuto cercare su internet per sapere com’è finita la loro vicenda.

E cosi ho scoperto che Vally era nata uomo ed ho visto alcune foto del film dove era costretta ad evocare con terribili immagini la peggiore strega della peggiore fiaba, sicuramente voluta dal regista, sicuramente da proibire al di sotto dei quattordici anni.

Sarà. A me resta il ricordo della bellissima figura che danzava in modo meraviglioso all’Africana di Praiano. Il volto solare, radioso, femmineo, non aveva niente di virile e tantomeno qualcosa che potesse rassembrare una strega, come si è voluto per far spettacolo.

E ora cosa faccio?

Ero incerta se andare avanti, poi ho pensato che questa è davvero una fiaba moderna. Una storia romantica che smita miti e pregiudizi.

Ecco cosa ha scritto Vally prima di morire, in Australia, nel suo paese, a settandue anni:

‘….tu vieni nel mondo e poi vai….. quando hai vissuto come ho fatto io, hai fatto tutto….’

Chiedo il sostegno di amati scrittori

Secondo Oscar Wilde, la gente vuole essere nutrita, divertita o scandalizzata. E lui ne sapeva qualcosa! Si potrebbe dire che vuol essere informata, ma forse è compresa nel nutrirla, oppure che conviene ignorarla, quando si scandalizza.

A sostegno della mia impudenza, riferisco un frase che ho trovato nel romanzo: ‘Il Canto delle sirene’ di Maria Corti.

‘….e non preoccupiamoci se la storia è diversa da come fu raccontata la prima volta; essa non smetterà mai di cambiare faccia col passare del tempo.’

Il riferimento era alla Storia con la maiuscola. Ma poco cambia quando passiamo dal generale al particolare, non è vero? Sempre di cose umane si tratta.

Se osassi, vorrei chiudere aggiungendo che tra Cielo e Terra c’erano una volta, e ci sono ancora, più cose….

Massì che oso!