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Alimentazione per Anziani

Alimentazione e quarta età

Volete sapere, come vive chi ha molto passato alle spalle e poche aspettative future, quel resto di vita concesso dal destino e dalla salute?

Con l’arrivo della terza, e poi della quarta età, diminuisce l’importanza sociale.

Pochi gli impegni, le amicizie rallentano, la sera si esce malvolentieri di casa, anche senza imposizioni da virus.

L’interesse che la testa ha sempre dedicato al corpo, fonte di movimento e di piaceri,

scende verso un rione subbuglioso e periferico: la pancia.

1° caso: l‘anziano che abita da solo

Quel tempo passato in mordi e fuggi subito ad una scarica di impegni, ormai è speso nella spesa.

Recarsi al supermercato diventa motivo prioritario per uscire di casa.

E poiché

l’eros insoddisfatto si è spostato nella gola, ci si ferma a studiare scatole e scatolette, scartando quelle di lusso, nemiche delle magre pensioni,

compensata la rinuncia con qualche abuso, purché di qualità.

2° caso: l’anziano integrato nella famiglia.

Se il vivere da soli può indurre ad un minimo controllo, più difficile diventa il calcolo dei grassi usati nell’alimentazione. Ci si trova ad ingurgitare ciò che passa il convento e con la stessa velocità dei parenti più giovani, cosa dannosissima. Per non parlare dei dolcetti e dei biscotti realizzati per contentare i nipoti…

Nella solitudine, e così nella partecipazione familiare, ai problemi congeniti si somma, oltre all’ordinaria usura, il peso della gratificazione, obbligando i nostri esausti organi ad una gara di resistenza.

Ecco che l’arte della cucina investe il tempo d’avanzo, trasformando la necessità in passione. Vogliamo dimostrare che non siamo inutili, che abbiamo uno scopo, che si fa dell’arte con i colori del cibo, sostituti di quelli della vita. E si impara a discutere sui valori della dieta mediterranea, tailandese, messicana, il caro-pesce….

Queste considerazioni provengono da una signora che si trova sul ciglio della quarta età.

Dalle mie esperienze ho imparato che conviene attenersi al buon senso e alla logica. La natura, madre maestra, ci aiuta ad aiutarci. Diamole retta.

Mio padre preparava in casa le tisane per noi figlie, oltre a qualche elisir poco alcolico

All’epoca dell’influenza ‘asiatica’ curò le mie sorelle in casa, convinto che un ospedale sovraffollato fosse soggetto alla contaminazione.

Sosteneva che una mela al giorno leva il medico di torno… se si mira bene.

Vero che è campato fino a 93 anni, ma non condivido il suo parere.

Sebbene io tenda ad evitare l’ambulatorio, quando me lo posso permettere, ritengo che di medici ce n’è, e sempre ci sarà, purtroppo, un gran bisogno.

Niente di nuovo sotto il sole, dicevano i filosofi antichi. E niente di nuovo prospetta la sana dieta mediterranea, basata su cereali, legumi, verdura, frutta, pesci, carni bianche (nell’ordine).

Non ho fatto riferimento alle carni rosse ed ai prodotti integrali perché sono sgraditi ai cuori usurati ed agli stomaci uggiosi.

Dunque, conviene variare l’alimentazione tenendo conto delle patologie del nostro organismo.

E dal bisogno di contrastare l’osteoporosi.

Se, come me, non amate le verdurine lessate, potete stufarle.

Aglio, un cucchiaino d’olio, due gocce d’acqua, un pizzico di sale grosso.

Se volete togliervi uno sfizio senza perdere il sonno, evitate sarabande pasticciate e chi più ne ha più ne metta!

Di ricette gustose è pieno il mondo e l’Artusi, però applicatele con un’accorta mediazione.

Un esempio?

Se preparate il pollo in fricassea limitate la salsa all’uovo ed al limone.

La mitica salsa olandese è troppo burrosa per i derelitti che si ostinano ad amare la vita.

Vero che invecchiando si torna bambini, ma non facciamo i furbi…

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Alimentarsi e Alzheimer negli anziani

L’Alzheimer produce una graduale perdita di memoria e un’alterazione delle capacità intellettuali della persona. Le cause della malattia non sono note. Attualmente ci sono alcuni trattamenti che possono rallentare l’evoluzione.

Questa malattia può colpire chiunque abbia più di 45 anni, sebbene sia più comune dopo i 65 anni.

Sembra si manifesti sia agli uomini che alle donne, ma con una maggiore incidenza nelle donne.

Questo deterioramento si evolve in diverse fasi cliniche, la sua durata e il ritmo variano in ogni individuo:

  1. demenza lieve
  2. demenza moderata
  3. demenza grave

Stadio iniziale:

I pazienti possono mangiare da soli, ma la perdita di memoria li rende disattenti, dimenticano cibo, programmi, ecc. La mancanza di attenzione li induce a non completare tutte le assunzioni di cibo. In questa fase è molto importante promuovere la loro autonomia: coinvolgendoli, ad esempio, nella preparazione del cibo, nella preparazione della tavola o nel lavaggio dei piatti.

Fase media:

C’è una dipendenza parziale, che ha bisogno di aiuto con il mangiare e il bere. A volte potresti non essere in grado di masticare e deglutire bene il cibo.
Appare una diminuzione della percezione di odori e sapori, che insieme a una diminuzione della salivazione e della secchezza della bocca, provoca in questi pazienti un rifiuto del cibo.
Non sono in grado di utilizzare correttamente le posate.
Disturbi visivi renderanno per loro difficile identificare correttamente gli alimenti.

Fase grave:

La dipendenza da nutrire è totale.
La difficoltà sembra inghiottire cibi solidi e liquidi con rischio di soffocamento, quindi il paziente rifiuta il cibo.
Il sistema digestivo può avere funzioni rallentate e difficoltà di evacuazione dovute alla costipazione.


Con il cibo dovremmo cercare di raggiungere i seguenti obiettivi:

Gestire una dieta che soddisfi le esigenze nutrizionali del malato.
Garantire una buona idratazione
Evitare la costipazione.
Rendere i pasti il ​​più semplice possibile, per evitare problemi di deglutizione.
Cercare di mangiare una quantità di cibo adeguata.

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Alimentazione per Anziani

Passaggio dalla giovinezza alla anzianità

Essere anziani , mia nonna diceva sempre :”E’ una grossa fortuna arrivare ad essere anziani, pensa quanta gente non lo sarà mai !”

Quanto aveva ragione la nonna Anna ,che comunque con la saggezza della sua età ha vissuto fino ad 86 anni , e che donna attiva è stata tutta la vita ! Ho un bellissimo ricordo di lei, dei suoi occhi azzurri, così apparentemente fragile, ma così forte , che esempio è stata ! La nonna adorava coccolarci, ricamare, cucinare, per noi, i suoi meravigliosi manicaretti ed essere la regina della sua casa.

Per vivere a lungo ed in salute ci sono molte regole da seguire

La regola e la fortuna più importante è avere un carattere ottimista e forte, serenità nel cuore e … naturalmente seguire delle “vere e proprie regole di vita” , regole che dovremmo già avere ben radicate nella mente, dall’adolescenza, perchè una buona vecchiaia si “costruisce” nella giovinezza.

La vita è un dono meraviglioso, ma in tutte le sue tappe va coltivata come una fragile e delicata piantina da proteggere ogni giorno.

Quand’è poi che iniziamo ad essere anziani ?

Quando dovremo  iniziare a preoccuparci di non fare cose troppo pesanti o comunque a non esagerare nelle fatiche, mentali o fisiche che siano ?

Ognuno ha un suo modo di affrontare la vita e la quotidianità . E’ molto importante preoccuparsi fin da giovani di avere una giusta ed equilibrata alimentazione ed una altrettanto giusta ed equilibrata attività fisica. Per una persona che si avvia verso la vecchiaia è fondamentale una buona attività fisica e mentale , cercando di evitare il più possibile gli stress;

Porre una particolare attenzione nei confronti dell’ alimentazione che sarà una parte molto importante, quando l’orologio del nostro corpo inizierà a rallentare e ad incepparsi.

Proprio allora dovremo iniziare seriamente a preoccuparci della nostra salute futura per avere una serena e sana e lunga vecchiaia.

Ci sono molte cose da tenere presente

1) Curare l’alimentazione in tutti i suoi aspetti :

a) Seguire una dieta sana ed equilibrata, introducendo con gli alimenti vitamine, minerali, proteine,carboidrati e tutti quei nutrienti necessari alla salute, senza eccedere con la carne rossa e i grassi , per evitare di incorrere in quelle patologie come : l’ipertensione, il diabete, le malattie del cuore…

b) Cercare di consumare alimenti integrali come pane, pasta, riso ,legumi,latticini magri, carne bianca, uova senza eccedere, frutta, verdura il più possibile cruda.

c) Evitare il più possibile i grassi animali, favorendo al loro posto quelli vegetali.

d) Usare poco sale e molte spezie che sono anche curative

e) Porre attenzione agli alcolici, ma non eliminarli completamente dalla dieta, un buon bicchiere di vino rosso non fa male.

f) Evitare gli eccessi di dolci.

2) Fare sport o comunque seguire una moderata attività fisica , possibilmente all’aperto, mirata, può anche favorire alcune patologie del ginocchio e della schiena.

ERRORI CHE SI POSSONO COMPIERE

Purtroppo nell’invecchiare col passare del tempo e la diminuzoine delle forze, le persone possono provare un senso di solitudine, malinconia, inadeguatezza e talvolta attribuire al cibo un aspetto compensatorio e nutrirsi con alimenti sbagliati e talvolta dannosi alla salute. Alcuni anziani possono trovarsi isolati dalla famiglia e dover dipendere da terzi per fare la spesa.

Da qui può instaurarsi una cattiva nutrizione.

Altro motivo della cattiva nutrizione può essere , la scarsa pensione che non consente di spendere in cibi costosi.

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Importanza della alimentazione per un anziano

Per gli anziani, l’alimentazione è legata all’evoluzione della persona anziana, sia sul piano fisico ed intellettuale che dal punto di vista del tipo di vita.

Le inchieste mostrano che il rischio principale è la malnutrizione dalla carenza degli apporti calorici e proteici.

I fattori di questa malnutrizione sono d’ordine socio-economico , psicologico e fisico.

I fattori socio-economici sono:

l ‘isolamento e lo stato di dipendenza dell’anziano, che non facilitano un approvvigionamento regolare; la riduzione rapida delle risorse al pensionamento che, legate nel mondo industrializzato alla redditività, riduce la possibilità di acquistare alimenti costosi.

fattori psicologici sono:

uno stato depressivo frequente nella persona anziana dovuto a cause varie quali l’isolamento o il rigetto dalla famiglia, la perdita degli esseri cari, la difficoltà a sopportare le malattie inerenti all’era, l’inattività progressiva, la sensazione d’inutilità, l’avvicinamento della morte; tutte queste cause sono spesso occasioni che possono scatenare stati depressivi che agiscono sull’appetito; il valore affettivo concesso agli alimenti che è sempre più marcato nell’anziano.

Certe derrate, ammesse come buone, vengono ricercate o richieste ogni giorno mentre altre sono completamente scartate: così, la carne e il sale hanno la reputazione di favorire l’ ipertensionie, i grassi di generare l’arteriosclerosi…

Queste affermazioni contengono anche una parte di verità, ma meritano una certa moderazione, ciò che non è sempre il caso poichè certe persone arrivano a sopprimere completamente questi alimenti; il rigore del gusto, della persona anziana che è sorgente di conflitti nella collettività (casa di riposo, ospizi, ricoveri), in cui é impossibile disporre di un menu alla carta.

fattori fisici sono:

la grave riduzione o la perdita totale della dentizione che rende difficile l’assunzione di alimenti solidi; l’anchilosi che impedisce l’approvvigionamento, la preparazione del pasto e l’assunzione dei piatti; inoltre, l’inattività fisica provoca una perdita dell’appetito; la riduzione delle secrezioni digestive che rende fastidiosa la digestione di pasti abbondanti; le intolleranze intestinali che fanno scartare sia le fecole, sorgente di flatulenze, sia le verdure sorgente d’irritazione colica.

Per realizzare una razione alimentare adatta alla persona anziana, alcune regole sono da rispettare:

l’apporto calorico deve diminuire progressivamente in funzione della riduzione dell’attività; questa riduzione non deve mai essere rapida;

rispettare le regole degli equilibri alimentari particolarmente in ciò che concerne la razione protidica e la varietà delle sorgenti d’alimenti; l’apporto di proteine deve essere quotidiano, suddiviso a meta: tra carne e pesce (senza spine) e per metà tra latte, latticini e le proteine vegetali del pane e dei feculanti; utilizzare preferibilmente sostanze grasse ricche in acidi grassi poliinsaturi (olio di mais, di girasole) meno suscettibili di Provocare l’arteriosclerosi; i sali minerali sono tanto più indispensabili dato che le cause di carenze aumentano con l’età; l’apporto di calcio in quantità sufficiente (800 mg al giorno) col latte, coi latticini e formaggi permettono di evitare una demineralizzazione troppo rapida delle ossa. La vitamina D necessaria all’assorbimento del calcio non è più sintetizzata dall’anziano che ha la tendenza di rimanere a casa e non si espone al sole. Questa sarà somministrata se necessario, sotto la forma medicamentosa; l’apporto in vitamina B 12 e in ferro (di cui gli alimenti del primo gruppo sono le sorgenti principali) è indispensabile; la loro carenza provoca anemia nell’anziano; un’aggiunta medicamentosa permette di prevenire o di correggere queste turbe; bere molto per evitare la disidratazione, l’ipotenzione e per facilitare il lavoro d’eliminazione delle scorie per mezzo dei reni; il sale rimane necessario; unicamente il medico può decidere una riduzione dell’apporto.

I mezzi pratici per lottare contro la malnutrizione dell’anziano sono:

variare l’alimentazione utilizzando alimenti equivalenti all’interno di ciascun gruppo; evitare i cambiamenti bruschi d’abitudini; rompere o lottare contro l’isolamento dell’anziano favorendo i pasti collettivi, in famiglia o nella sala da pranzo comune;

moltiplicare i piccoli pasti per facilitare il lavoro digestivo; lo spilluzzicare è un mezzo di aiuto dell’età; frammentare e rendere semi liquidi gli alimenti dello sdentato completo.

In realtà,per risolvere in modo soddisfacente i problemi della terza età, conviene sforzarsi di mantenere attività fisiche e mentali che meglio si adattano: ginnastica di flessione, passeggiate, giochi di società.

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Vino rosso per un anziani e vivere in salute

Il vino rosso può migliorare la memoria e l’umore delle persone anziane

Uno degli aspetti che quasi sempre si presenta quando un anziano vive in una casa di cura è il conflitto tra organizzazione, sicurezza e libertà di scelta e soprattutto il consumo di alcol nella residenza.

Un anziano non deve rinunciare ad un buon bicchiere di Vino Rosso

Normalmente, la maggior parte delle persone che vivono in una casa di cura possono bere alcolici senza problemi. Inoltre, molti di loro lo hanno fatto in proporzioni diverse:

il vino rosso migliora la memoria delle persone anziane durante la loro vita adulta.

Tuttavia, perseguendo stili di vita sani ed evitando il trattamento differenziato, molte residenze tendono a non servire alcolici ai residenti.  Naturalmente ce ne sono altri che lo fanno, e ce n’è anche uno in cui i residenti hanno una bottiglia nella stanza per il consumo.

Ora, come vediamo, da uno studio fatto in america, la stragrande maggioranza delle persone anziane potrebbe beneficiare di un bicchiere di vino rosso al giorno.  Da molto tempo si parla che il vino rosso, abbia benefici per la salute.  La cosa divertente è come la notizia ha raggiunto tutti i media.

Bere vino rosso migliora la memoria e l’umore dell’anziano secondo gli ultimi studi

Diversi scienziati americani hanno scoperto che un componente presente nella buccia dell’uva rossa, sia la proprietà che diminuisce le alterazioni dell’ippocampo (area del cervello), che causano problemi di memoria, apprendimento e umore in relazione all’età.

Spesso il vino rosso viene usato in prevenzione dell’ Alzheimer, infatti l’ippocampo è una delle prime regioni del cervello a soffrire dei danni; deficit di memoria e disorientamento sono i primi sintomi che compaiono.