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Assistenza agli anziani

Anziani ben supportati

Una persona non autosufficiente ha bisogno di essere continuamente sostenuta ed accudita. Può occuparsene una persona di famiglia, purché sia abbastanza robuta da accompagnare il proprio congiunto in bagno ed aiutarlo nelle varie mansioni, altrimenti è meglio affidarsi ad una assistenza esterna. Esistino dei centri che offrono personale specializzato per assolvere a questi compiti.

Prodotti igienici.

I bagni frequenti sono essenziali per il benessere dell’anziano. È importante scegliere con attenione i prodotti di pulizia. La miglior soluzione sarebbe quella di ricorrere a prodotti neutri. Utilizzare prodotti con componenti chimici o additivi potrebbe mettere in pericolo l’epidermide delicata degli anziani.

Patologie delle articolazioni

Alcune patologie sono più ricorrenti negli anziani. Tra queste ci sono i problemi articolari.

La loro incidenza, più o meno grave, può influenzarne i movimenti e interrompere il sonno con dolori improvvisi.

Le articolazioni sono soggette ai movimenti del nostro corpo. Con l’età sopravviene l’usura, causando il loro indebolimento e quindi il dolore e la difficoltà di eseguire gli spostamenti.

Le articolazioni più frequentemente danneggiate sono quelle che si trovano nelle parti del corpo che devono sopportare il massimo carico: le anche e le ginocchia.

Principali sintomi

Ci sono varie specie di malattie articolari e ciascuna è riconoscibile dai sintomi che produce.

In generale, queste patologie si manifestano, all’inizio, con il dolore dell’articolazione infiammata.

Il progressivo deterioramento può portare alla rigidità della parte colpita, con conseguente mancanza di stabilità; alle deformazioni ossee che rendono penoso ogni movimento; alla perdita della massa muscolare.

Malattie articolari

Le malattie articolari non colpiscono solo i corpi degli anziani.

Di seguito elenchiamo le principali:

Artrite – Borsite – Sarcomi sinoviali – Febbre reumatica – Necrosi asettica

Disturbi articolari

I disturbi articolari possono creare molti problemi, specialmente nelle persone anziane. Oltre ai dolori, queste malattie provocano la perdita dell’equilibrio, creando un senso d’instabilità che può causare dannose cadute.

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Curiosità

Sull’Amore per anziani

Vi parlerò d’amor….

Così cantava Wanda Osiris quando ero bambina. Fate pure i conti.

Ma quale amore, direte voi. Ancora?

Non dimentichiamo che l’amor che move il sole e l’altre stelle ha vari connotati e direzioni. E non ha età. Si ama a tre anni come a novanta e peggio è per chi non lo vuole ammettere.

Gli amori di coppia

È certo che non mi sogno di escludere i benefici della vita di coppia, laddove la convivenza sia maturata insieme agli anni nell’affetto e nel rispetto.

E neppure nego la possibilità di nuove relazioni, per gli ardimentosi disposti ad affrontare una simile sfida.

Non che ci sia qualcosa di male. Per carità!

Però a me mancherebbe il coraggio, e pure l’energia. Troppo faticoso il restauro, e costoso. Dovrei tenermi in forma, che dico, dovrei ritrovarla, quella forma perduta tanti anni fa. Ci vuole ben altro della ginnastica intorno al tavolo di cucina!

Non voglio rinunciare all’assonnato buongiorno del mattino per guardare lo specchio con diffidenza e star lì a spiar le occhiaie ed a contar le rughe che quello scostumato mostra senza un minimo di comprensione.

La filononnafia

Oggi mi è più congeniale un’altra specie d’amore. Quella dove gli anni sono un lasciapassare, una medaglie al valore.

Sì, perché sono felicissima nonna di deliziosi esserini rubacuori che vedo a puntate. Uno di loro, senza pensarci su, mi ha decorata sul campo nonna babysitter. La mia è stata una resa beata, incondizionata. Solo chi ha provato questa tardiva, specialissima forma, sostanza d’amore mi può capire.

Nonni d’Italia

Non so voi. Io mi ritrovo coi sorrisi delle grandi occasioni, a tuttidenti (si fa per dire), come una bambina ammaliata dal sacco appena aperto della Befana, davanti alle ciccine nuove, tenere, che deambulano dondolanti con acuti vocalizzi. Persino quando piangono lo fanno di gusto.

La nonnite non è una malattia, almeno credo, neppure la devianza psichica di un’età che ci vorrebbe ricondurre all’infanzia.

Diciamo che non si tratta di scegliere di fare i nonni. Si tratta di esserlo. E forse con questa predisposizione si nasce, senza saperlo fino al confronto.

Manca la voglia di perder tempo e il tempo di avere altre voglie, soprattutto a chi se ne è tolte a sufficienza al momento giusto. E poi fa bene alla salute quel filino di fatica nel muoversi tra filovia, bus e pure in treno, qualche volta.

Mary Poppins

E così ci si arma di una borsa Maripoppiana per tirare fuori di tutto e di più. Dal Garganella dei Puffi alle caramelle al latte fino a quei micro cioccolatini tanto ostici ai genitori. Li capisco. Vanno perdonati perché hanno le loro ragioni.

Anche noi. Non vogliamo disturbarne le regole, ma cosa non faremmo per corrispondere ai sorrisi dei figli dei figli, per accontentare i loro sguardi interrogativi? E non parliamo dell’impellente bisogno di farsi ricordare.

Lo sappiamo che dobbiamo limitiamoci ad essere presenti quando occorre, con una partecipazione che non disturbi le loro regole e non obblighi noi a scontri notturni con le ossa, a discussioni accese e sterili con i muscoli.

Però è vero che il ricordo di una frase con l’erre moscia, di una risata, di una manina macchiata di tempera, di una carezza, solleva parecchio l’umore. E ci si trova a sorridere nel buio della notte.

Fiorin Fiorello

Non mi credete? Diventate nonni e poi voglio proprio vedere.

Provate a lasciarvi usare da strapuntino per i gioiosi salti di esserini tutti allegri e biricchi. Abbandonatevi al salutare baccano di un biribissaio di giochi e balocchi ad oltranza. E poi ditemi se non siete diventati morbidi anche voi come gelatina.

Non solo figli

Dopo questo intermezzo ludico mi chiedo che cosa direte nel sentire come sono stata nonnizzata.

‘O guarda come si scioglie l’Orsina a parlare dei nipoti. Che sia un po’ rimbambita?’

Lo pensavo anch’io davanti alle smancerie di altri nonni. Quante storie, dicevo, non sono mica figli!

Già, è vero. Il fatto è che i figli si amano in maniera diversa. Quando loro erano piccoli, noi eravamo ancora giovani, timorosi. O forse ce ne siamo dimenticati.

Ora sono adulti, hanno avviato una famiglia, donando uno dopo l’altro, a me, al mondo, questi gioielli che hanno arricchito la mia vita.

Qualcosa è cambiato

Questi ed altri motivi ci spingono far pace con la nostra parte infantile, tanto per sbaragliare chi pretende di appaiarci alle cariatidi dell’Acropoli.

Se non siete stati ad Atene le avrete pur viste in qualche foto. Così altere e distanziate come fossero state costruite ai tempi di una qualche antica pandemia.

Sembra che siano rimaste lì per reggere l’universo. Nessuno le ha avvertite che parecchie faccende, bene o male, sono cambiate. Nei cieli, invasi da ferraglia tecnologica, e pure qui da noi.

Ufo o BOIT ed altri demoni

A proposito di Ufo, o meglio, di quei Brutti Oggetti Identificabili Terrestri che oscurano le stelle e chissa cos’altro.

Ce ne sarebbero di cose da dire sull’argomento e In altra occasione approfondiremo insieme la questione.

Si capisce, vero, che ho il vizio di dissertare? Sono sempre pronta a scavalcare l’oggetto in oggetto come fosse un ostacolo, per volare dietro al senso di una parola che ne richiamia altre, correndo di parola in parola con un infinito gioco che intriga la mia mente più di una tisana alle erbe….

Va bene, va bene, torno in carreggiata. Non mi par vero di badare al qui e all’ora.

La vita in crescita

Torniamo al tema. Alle vite in crescita, votate all’esplorazione del territorio che le circonda armate solo di un’ingenua, rubiconda rubacuori facciatosta.

Alzi la mano chi sa resistere alle argentine manifestazioni di questi giocherelloni sciacciapensieri mentre arrancarano sulla vita che li sta costruendo.

Non mi sento in flagranza di reato per aver abbandonato ciò che ero prima del loro arrivo. O meglio: ho selezionato le esperiene passate per far posto alle nuove.

Ho voluto dar aria, a conferma che la vita si trasforma e ci trasforma. Va avanti ma qualcosa di noi prosegue in crescita nel cammino dei tempi.

Non c’è bisogno di corrergli dietro. Lo fa con tutti. Menomale che non mi ha risparmiata!Cento baci e poi milleE ancora cento ne vorrei dare, scimmiottando Catullo, mentre osservo come si impara a circuire gli inciampi per assemblare le prime idee, articolarle, rifinirle. E come si collegano i primi significati, fino ad appropriarsi della consapevolezza di esistere.Sento, per vie profonde e misteriose, o forse molte semplici, che posso seguire il percorso di quei significati, che posso condividerne la consapevolezza.Grazie nipoti, per ciò che mi state insegnando.

Libera Uscita!

Da tempo non mI godo le sollecitazioni visive o sonore della loro presenza. E menomale che posso vederli e sentirli dalle foto e dai video.

Evvia! Come finisce la pandemia mollo tutto e vado di corsa (di corsa, ovvia…) ad abbracciare il nipotame, quello vecchio, si fa pe-r di-dire, e il nuo-nuo-vo.

Non so voi. Io divento un po’ citrulla e pure balbuziente quando ci penso.

Il fatto è che la mia mente si crogiola quando è appesa, sospesa in uno sventaglìo di dolcezze ed esortazioni birichine a disfarsi in coccole…

Lupetti in fabula. Dal telefonino arrivano delle foto. Scusate l’interruzione.

Io, ora, ho da fare.

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Salute

L’ambiente familiare per anziani

La famiglia è molto importante per le persone anziane. E’ grazie alle premure e all’affetto che vi ricevono se possono rimanere  uno stile di vita sano e una buona qualità di vita. L’ambiente familiare è utile perché consente agli anziani di sentire ancora partecipi. È la condizione ideale per mantenerli attivi, quindi è conveniente conoscere il modo migliore di occuparsi del loro benessere

L’assistenza  nell’ambiente familiare

Se nella famiglia vi sono persone che non lavorano, sarà più facile occuparsene senza l’aggravio della spesa. Altrimenti, si può ricorrere ad una assistenza professionale a domicilio, con orari e mansioni da concordare. In determinati casi può essere utile, se non indispensabile, il supporto di personale istruito nell’esercizio di specifiche cure di cui l’anziano può avere bisogno.  E’ importante che questi assistenti siano competenti e capaci di assolvere nel miglior modo il loro compito. 

La solitudine

Uno dei principali mali degli anziani è la solitudine. Sentirsi isolati può comportare dei problemi psicologici che potrebbero coinvolgere lo stato fisico ed emotivo. Fino a quando saranno indipendenti, possono anche vivere soli, purché la loro routine sia arricchita dalle visite regolari dei parenti.

In questo compito può essere d’aiuto anche l’appoggio di chi gravita intorno al nucleo familiare, come parenti conoscenti ed amici, E’ importante, per gli anziani, ricevere l’affetto e le cure della famiglia. 

Conviene adottare delle abitudini che lo facciano sentire meno solo. Si può stabilire un giorno settimanale o mensile per visitarlo e fargli compagnia durante un pasto. Condividere con lui una passeggiata o un interesse comune può aiutarlo a sentirsi meno solo. 

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Curiosità

Chi siamo cosa ci serve agli anziani

Una premessa

Questi sono tempi di globalizzazione. Sia perché qualcuno non ha messo in cantiere una prole sufficiente (il mio l’ho fatto: due a due), sia perché così è stato deciso e noi, gente comune, possiamo solo adeguarci.

Però, ammettere che il granducato di Toscana è finito non vuol dire disconoscere le proprie radici.

Generalizzando

Noi italiani non siamo rissosi come i francesi, né impavidi come gli inglesi. Siamo gente di pancia e di cuore. Questo si dice, da sempre. La nostra famosa arte d’arrangiarsi consiste nel prendere la vita come viene. E quando non viene per il verso giusto l’arrangiamo secondo l’estro.

O ce ne siamo dimenticati?

Confetti o coltelli?

Confetti e coltelli hanno l’arbitrio nella vita di ogni uomo, di qualsivoglia genia e sotto qualsiasi latitudine. Ora, se è vero che un coltello conta gli spiccioli e un altro scorrazza indisturbato tra muscoli ed ossa, è anche vero che qualche confetto dovrà pur spettarci ai varchi della terza e quarta età. O no?

Accertato che nessuno può evitare il tirassegno, vediamo se conviene mordere o ciucciare i confetti per trasformarli in opportunità.

Veniamo a noi

È accaduto che una sera ci addormentiamo tra i doveri e al mattino ci svegliamo liberi. Possiamo smettere di fare i bravi soldatini. Le prospettive sono mutate,

C’è da tirare fuori tutto l’armamentario mentale per esaminare il potenziale in dotazione. Serviranno i metodi e le misure faticosamente guadagnati nell’umano sfaccendio. Siamo anziani, mica scemi. Mostriamo al mondo che non siamo solo dei ‘puntini puntini’, come direbbe il Rodari,

All’arrembaggio

Ora che non siamo obbligati ad andare all’arrembaggio del futuro, ce ne staremo ad arrambare il presente con le forze residue e tutta la conoscenza accumulata.

Cosa ci impedisce di rivendicare vecchie e nuove passioni, scoprire capacità manuali, esplorare un’immaginazione dimenticata, concedersi libertà mentali?

Perché guardare la vita dal buco della serratura quando possiamo girandolare a tutt’agio su molteplici fronti e svettare indisturbati, o quasi, su una maggiore, e migliore, prospettiva?

Nella terra dei quasi

Volete sapere qual’è la terra dei quasi? È quel periodo che va da come eravamo a come vogliamo diventare.

Ecco. Se la nostra età si svolge con una teoria di quasi, non per questo ci dobbiamo ammosciare. È molto più conveniente, e divertente, trovare il modo di non farci condizionare dalla nostra condizione, mai troppo vecchi per rispondere, a tutti o quasi, gli stimoli che sentiamo affini.

Potremo partecipare alla kermesse umana da molteplici fronti e punti di vista, Anche se sarà un quasi partecipare, dovendo tener conto degli inevitabili limiti,

E poiché ‘del diman non v’è certezza

Cerchiamo di metterci a nostro agio. Trasformiamo le quattro o dieci mura che ci ospitano in un ambiente caloroso, cordiale. E non parlo solo delle stanze di casa.

A questo proposito sarebbe utile ascoltare qualche dialogo che potrebbe svolgersi tra le parti che convivono in noi. Qualcosa di questo genere:

-Qui non si batte chiodo, – dice il corpo, – e quando si batte c’è sempre qualche sovversivo che deve dire la sua.

-Ma di che ti lamenti? – lo rimbecca la mente. – Non sarai un fiorellino, ma puoi resistere, con quelle minestre insipide che ti fanno bene. Purché non le propini a me, in quel che resta del nostro tempo insieme. Non posso andare in letargo, con tanti dubbi da risolvere e perplessità da sanare.

Interrompo qui una discussione che potrebbe finir male. Tanto il senso è chiaro.

Insomma

Approfittiamo della possibilità di godere di vantaggi inimmaginabili fino a pochi anni fa. Chissà quando ci ricapita. Dovendo rinascere ci toccherà rifare tutto daccapo, e prima di arrivare un’altra volta alla pensione ce ne vuole!

Usiamo quel ‘quasi’ vivere che ci attenda al mattino con la certezza di esistere ancora, fattivi in ogni parte, seppure un po’ sciupacchiati.

I giorni del vino sono finiti. Ci restano quelli delle rose. Impariamo a coltivarle.

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Assistenza agli anziani

L’età bisbetica negli anziani

L’anzianità è una bisbetica democratica. Bisbetica, sì, perché c’è sempre da ridire sul comportamento dei muscoli, le giunture, i crampi notturni ecc ecc. Ed è democratica giacché, prima o poi, coglie tutti quelli che al vitale treno in corsa restano agganciati.

Dietro le quinte

Una della grandi emozioni della mia vita, l’ho provata dietro le quinte di un teatro.La semioscurità era punteggiata da viavai farneticanti, calpestii ansiosi, fruscio di lunghe gonne. Qualche spiraglio mostrava il pubblico in attesa.Poi il palco si è illuminato. Il sipario è scivolato ai bordi della scena. Stava per essere rappresentato ‘Le nozze di Figaro’ di Beaumarchais. Gli attori hanno dato il via a dialoghi che conoscevo a memoria. Dalla sala buia emergevano le persone sedute in prima fila.Ebbi la sensazione, mentre seguivo lo spettacolo da un angolo buio, di assistere al senso della vita. È stato indimenticabile.

Luce riflessa

Quando andai in pensione mi sembrò di vivera di luce riflessa, come quella sera. Però senza emozioni.A lungo ero stata protagonista di me stessa, pigiata da quotidiani esigenze in mezzo a comprimari, partecipanti, spettatori legati alle mie vicende, ed io alle loro, da una distanza più o meno ravvicinata.Conoscevo persone che avevano superato gli 80 anni e lavoravano vispe e attive. Cosi avrei fatto anch’io. Sembrava non finisse mai, invece dovetti cedere alle imposizioni della salute.

Una come me

Non che fosse sgradevole tutto quel tempo libero, però mi sentivo spaesatafiacca, in colpa e pure inutile. Non era ancora iniziata la filata dei nipoti.Affrontai un trasloco furioso cui seguirono mesi a dimensionare gli spazidella nuova casa all’uso e consumo di tutto l’ambaradan che mi porto appresso.

Presi a ciondolare tra pensieri e oggetti da sistemare. E scrivevo. Non facevo altro. Calmati i bollori, il mio organismo calò nel pendio opposto. Ero ingrassata, le gambe dolevano, vedevo le ‘lucciole’ quando mi alzavo dalla sedia.

Mi misi con buona lena a sezionare ordinatamente le attività delle giornate: colazione, ginnastica, pulizia, spesa, cucina, scrittura, amici.

Il denaro era più contato di prima, però concedeva qualche ventura il cui costo stava nel tempo che m’avanzava. Avrei potuto fare l’apprendista in qualche bottega artigiana e andar per mostre e poi c’era il teatro e qui e là e questo e quello….

Dovetti limare quei progetti per ridurli nella misura che il carico degli anni suggeriva.Oggi sono una curiosa rumentina. Prima dell’epidemia uscivo per andare dai nipoti, incontrare vecchi amici sotto i portici di piazza della Repubblica. Si comprava un libro, capitava che si pranzasse dal cinese dietro l’angolo. Qualche volta ci ritrovavamo a consumare il pranzo della domenica dalla più talentuosa a cucinare.Sarà bello rivedere i nipoti e gli amici, ritrovare le care consuetudini.

Una come voi

Una volta liberi dagli impegni lavorativi, anche voi avrete pensato di fare, disfare, riorganizzarvi la vita,Ora che il palcoscenico è spento, quella vita che abbiamo preso a bracciate e boccate, quella dove gli esami non finiscono mai, prosegue oltre noi.Va avanti per conto suo.Seduti dietro le quinte, abbiamo una visione d’insieme che mancava quando eravamo sul fronte del ‘come fai sbagli’. Potremmo chiederci se la nostra parte sia stata ben assolta, fare confronti, ricavare moniti, insegnamenti. E magari partecipare alle rappresentazioni altrui,

Affrettati lentamente

Il mio motto è festina lente – affrettati lentamenteNon so voi, ma io ho sempre detestato gli incitamenti a fare le cose inj fretta e furia. Non perché io sia una perfezionista. O meglio, lo sono nelle cose che amo e su quelle m’impunto. Ma anche dove sono ciabattona ho bisogno del mio ritmo.Con me non funziona il bastone, e neppure la carota. Non mi tiro indietro davanti a ciò che sento come un dovere, ma perdo le coordinate nell’usare tempi e spazi alla maniera altrui. Niente arriva a maturazione col fiato altrui sul collo.Nel mio tranquillo tran tran trovo sempre il modo di compiere tutto il mio daffare. Oddio, Proprio tutto…. Insomma,

La ricetta del… dopolavoro

Parodiando le ricette di cucina, ecco un procedimento utile:

Ungere le ore con grate faccende, aggiungervi qualche nipote, se li avete, condire di buonumore, lasciar riposare e servire.

Volete sapere quali sono le ‘faccende grate’? Frugate nella vostra dispensa mentale e tirate fuori qualche spezia con cui spolverare e lucidare le giornate.Rammentate la parabola dei talenti? Li volete riportare intonsi?Non voglio dire che dovete dirigere un film a 89 anni, come Clint Eastwood.Che poi, finché c’è il tempo di provare altre misure, chi lo sa…

‘Amare se stessi è l’inizio di una storia d’amore lunga una vita.’

Questo diceva il mio caro Oscar.Ed io aggiungo: prima si impara, meglio è

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Curiosità

Suggerimenti utili per gli anziani

Con il passare gli anni non deve peggiorare la qualità della vita. Raggiungere la terza età può causare disagio fisico o psicologico. È per questo motivo che vogliamo darvi alcuni consigli per chi,questa età, la sta raggiungendo o vivendo.

Seguendo una routine sana possono essere anticipati molti problemi dovuti al passare del tempo . Il corpo e la mente possono essere mantenuti giovani molto più a lungo. E’ molto importante iniziare e vivere la giornata con ottimismo, attivi e pieni di energia.Tutto questo manterrà la muscolatura e la memoria in piena capacità.

Suggerimenti per accelerare la memoria negli anziani

Il cervello è il motore del nostro corpo. Se lo alleniamo ogni giorno, non saremo fermati da ostacoli, e affronteremo qualsiasi sfida che ci porremo. Eccovi 5 suggerimenti per accelerare la memoria . Siamo convinti che daranno degli ottimi risultati

Restare intellettualmente attivo

È importante leggere, giocare a giochi di memoria, fare puzzle o completare hobby come sudoku, puzzle di parole … Sono dinamiche molto efficaci per mantenere attiva e allenare la memoria.

Mantenere la vita sociale

E’ molto importante non isolarsi dagli altri. È molto bello interagire con altre persone ed è anche il modo migliore per trascorrere più tempo con i nostri amici e familiari. Parlare, ascoltare e sentirsi amati e circondati da volti familiari aiuta molto, sia a livello di memoria che emotivamente.

Esercizio fisico

Tutti i medici concordano sulle virtù dell’esercizio fisico moderato.Camminare,ascoltare la musica e ballare,fare una ginnastica dolce,stimola il buon umore e fa sentire subito più forti. Aiuta a sentirsi meglio, ad essere più agili e ad ascoltare il proprio corpo. Il movimento e l’attività fisica sono i grandi alleati per migliorare l’ umore e mantenere quell’energia di cui tutti hanno un gran bisogno.

Adottare routine semplici

Avere una giornata scandita da attività ordinate aiuta la memoria e scandisce le ore dando più senso alla giornata stessa .L’ordine aiuta ad interiorizzare le attività da svolgere e da ricordare. Desiderando allenare la memoria, è possibile segnare gli eventi quotidiani che ne caratterizzano la routine.Sarà così facile notare un miglioramento della memoria e servirà a non dimenticare qualcosa di essenziale come ad esempio quando assumere un farmaco.

Seguire una dieta equilibrata

E’molto importante riuscire ad avere una dieta nella quale vengano assunti cibi sani, in particolare cibi ricchi di fosforo, vitamina C, acido folico e omega 3. Grazie a questi nutrienti verrà attivata la memoria. Questi nutrienti si trovano in frutta a guscio, pesce o uva. E’ altrettanto importante un equilibrio nei quantitativi dei cibi assunti a pasto e la moderazione con le bevande alcoliche da evitare il più possibile.

Suggerimenti per migliorare la qualità della vita

Ogni persona è un mondo a sé, che si espande e si contrae con le proprie leggi. Abbiamo visto alcuni suggerimenti per le persone non più giovani, ma non sono i soli ad avere bisogno di consigli. Ognuno deve scegliere scegliere quelli più adatti alla propria personalità ed al proprio stile di vita.

Attualmente, la percezione tra giovani e anziani è sfocata.E’ fondamentale in ogni caso comprendere che è lo spirito con cui viene affrontata la vita che determina la frontiera dell’età. Se la vita è vissuta e concepita in modo positivo, la sua qualità migliorerà enormemente. Ecco altri 5 consigli per vivere con ottimismo

Prestare attenzione alle cose

In una conversazione è fondamentale prestare attenzione a ciò che viene detto. Sembra banale, ma pensare a qualcos’altro mentre una persona conversa con un’altra, fa perdere la capacità di concentrazione e di memorizzazione. E questo, a lungo andare, finirà per indebolire la memoria e la capacità di ragionamento. Pertanto, è importante sforzarsi di essere vigili quando viene eseguito un compito specifico .

Essere organizzati

Quante volte è successo di mettere a posto oggetti importanti e di non ritrovarli ? È come se qualcuno fosse incaricato di nascondere le chiavi o il cellulare, giusto? Per evitarlo occorre essere organizzati e posizionare sempre questi oggetti nello stesso posto. Dare ad ogni oggetto una sua collocazione,sempre la stessa. In questo modo, sarà molto più facile ritrovarlo e crearsi un’ordine mentale.

Rilasciare lo stress accumulato

Cercare di essere più rilassati possibile, aiuterà ad affrontare la vita in maniera più ordinata e serena e ad avere la testa al posto giusto con una conseguente giusta concentrazione e serenità. Coltivare un hobby, come ad esempio passeggiare nella natura, dipingere o ascoltare la musica preferita,saranno valvole antistress….

Ripetizione

Da bambini viene insegnato a ripetere ciò che va ricordato. All’inizio costa fatica, ma nel tempo servirà per allenare la memoria e il ragionamento per compiere ciò che serve per vivere, come camminare, parlare o studiare. Per questo motivo, per ricordare qualcosa, è molto importante ripeterlo più volte.

Annotare le commissioni

Che si tratti di un notebook o di un telefono cellulare tramite allarmi e note, scrivere ciò che si vuole ricordare sarà di enorme aiuto. Da un lato serve per non dimenticare le cose e dall’altro per scrivere e leggere allo stesso tempo.

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Curiosità

E’ l’ora del giardinaggio per anziani

In questo giardino meraviglioso che è la Creazione, diceva un antico filosofo, il giardino, i giardinieri e i profumi sono la stessa cosa.

Un altro, meno poetico forse, ma più realista, sosteneva che la Natura schiude la sua corteccia e rivela i suoi segreti solo all’uomo che la rispetta.

Ci siamo capiti?

In onore di Herman Hesse

“Vi brillavano allegri convolvoli e gerani, cui facevano eco, nell’ombra, tarde violacciocche gialle; i rosai erano carichi di rose e rigogliose crescevano le siepi di sanbuco e di lillà.”

Dopo ciò che ha detto il grande scrittore, cosa posso aggiungere, se non commemorare le passate, primaverili opulenze?

Giardini delle mie brame

Il mio giardino ideale somiglia, in piccolo, a due che conoscevo bene.

Il primo, nostrano, aveva grandi vasi di bergenie che dominavano i lati di un terrazzo pavimentato con il cotto. Una piana scalinata di pietrisco e ghiaia, coperta da un pergolato di vite, conduceva agli ulivi assolati, a tre ciliegi ed alle fronde ombrellose di un vecchio diospero (o caco, se preferite). Cerco tra i rosai l’angolo dei mughetti, il posto delle fragole, e ritrovo il glicine che faceva capolino dalla soglie delle finestre.

Il secondo giardino si trova in una costa forestiera, affacciata però sul Mare Nostro. Là mi sedevo, sotto seducenti cascate di fiori dai densi colori tropicali. Pareva che danzassero insieme i tralci della bouganville, della plumbago, la bignomia. E forse ancora. Chissà.

Chi è il più bello del reame?

I miei sono ricordi, non lamenti. Ciò che è stato è stato ed è una grazia averlo conosciuto. Vero è che ho sempre fatto dipendere la scelta della mia abitazione, quando potevo farlo, dalla presenza di un giardino, un cortile, un terrazzo. Feci eccezione per un appartamento molto bello. Non oso dire quanta verzura dovette contenere il terrazzino che a malapena ospitava due persone.

Le piante più grandi stazionavano nel cortile condominiale. Qualche volta vi entravo per salutarle.

Sono ancora convinta che una casa senza respiro esterno sia come una bella donna priva di capelli, un auto fuoriserie priva dello spazio di manovra. Dove c’è bellezza, la bellezza resta, però nessun dubbio che manchi qualcosa.

Un toccasana, un amuleto

Oggi il mio spazio di manovra è un cortilotto diviso in due parti. Potrei piantarvi solo alberi bonsai. La plumbago si è adattata, ma un glicine sgretolerebbe quei muri di confine che hanno già qualche ammaccatura.

Durante l’inverno trascuro quei quadrucci di terra, però so che ci sono, aldilà della finestra. E loro sanno che la mia indolenza si spegnerà con l’avvento della primavera.

C’è ancora un freddo birbone; il clima si vendica delle tiepide giornate che ci ha regalato in anticipo. Menomale che non ho tolto le mutande ai limoni. E non ho potato I rosai, mondo befano. Vero che hanno già una profusione di gemme, di boccioli, anche se I miei vicini potrebbero dire che esagero, un pochino.

Il tempo dell’acqua e delle cesoie

Difendo con le unghie e con i denti (quelli che restano) la sessione mattutina davanti al computer, ma ora che le giornate sono lunghe, al sonnolento post pranzo segue un ripartire che si fa rapido dopo il té-tisana.

Una carezza al gatto ed eccomi fuori, a lavorar di lena negli antri sterpagliosi.

A me, mia proda!

Fare e disfare

Il mio passapomeriggi ha delle regole che voglio mantenere.

E così, prima di iniziare le manovre stagionali, mi sono avvicinata alle piante di vecchia data per il rituale saluto. Stavo civettando con loro per farmi perdonare la lunga incuria, ma la beata intesa è finita con l’arrivo falsamente paciocco della belvetta che i figli di Flora, secondo me, chiamano Attila. Ama giocare a guardie e ladri, il lazzarone, ma si cimenta volentieri nel ruolo dell’Otello, pronto a devastare ciò che attira il mio interesse, e dunque il suo. MI affretto ad esibire un’espressione neutra nel salutare di passata il gruppetto di mammole, le margherite (tre), ed i ranuncoli sparsi nel praticello con la tranquillità di chi trascorre le vacanze estive sempre nel solito posto.

Arnesi da giardinaggio

La maggior difficoltà sta nell’aprire il cassetto degli attrezzi. Dopo vari scotimenti e qualche parola irripetibile, sono riesciuta a frugare in un accumulo che nulla ha di artistico. Nella ricerca delle cesoie, piccole e grandi, dei fili metallici ed altri ammennicoli, i guanti escono sempre per ultimi. Forse li diverte il mio timore d’incappare in qualche bestiolina appena uscita dal letargo.

Come trasformare un cortiletto nel giardino di Boboli

Finalmente ho dato il via a piani e conteggi, aiutata dal confortante ausilio dei libri di giardinaggio.

Ho fatto intendere la ragione alla bella ma invadente passiflora cerulea che ambula alacramente dai giardini altrui. Parlano spesso, nei canali cucinieri, di ricette fatte col frutto della passione. Avranno bisogno di cure particolari per diventare commestibili quei tondi, selvatici noccioloni che pendono da ottobre sulla mia testa?

A seguire, ho dimostrato chi comanda alle impudenti foglie intruse che tentavano di far danno ai limoni ancora incappucciati, ed a quel coso, quel fusto che si eleva per togliere la luce all’agapantus….

Avevo appena finito di borbottare contro le verzure che si fanno largo senza riguardo per i miei tesori quando ho scorto le ortiche. O meglio: loro, le malefiche, hanno scorto me.

Tutti gli anni è la stessa storia! Mi è capitato d’affamigliarmi con qualche inedito rigurgito, ma trancio sempre senza pietà quei cespi spinosi. Saranno anche buoni da mangiare, e pure fertilizzanti per le piante, messi a macerare nell’acqua, ma trovarsele alle caviglie è un’esperienza che non vi consiglio.

Lo so che non è Boboli

Prima di rientrare in casa ho dato un’occhiata in giro per controllare che tutto fosse dove e come deve stare.

E intanto respiro un nugolo di aromi da arrosto che sale dalla vascona metallica adibita ad orticello: salvia, rosmarino alloro, il basilico in estate,

Dite la verità. Non sembrava che parlassi del Giardino di Boboli?

È il mio cortilotto e va bene così. Chi mi darebbe la forza fisica e il denaro per misurarmi con simili imprese?

Inno alla natura

Ho voglia di canticchiare. ‘Fioriii! Chi vuol fiori dal mio paniereee…’

Mi accorgo di mugolare, immobile, con le piccole cesoie nelle mani guantate.

Chissà cosa pensano i vicini.

Alla buon ora! Diamoci da fare che oggi non ho ‘compicciato’ nulla! Via al Sangue di bue, ai lupini ed a tutto l’ambaradan necessario a far crescere liete ed arzille le pianticelle.

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Curiosità

Animali che passione per anziani

Specifichiamo: non tutti

Alcuni li detesto, come le zanzare i ragni falene moscerini; insomma, tutti quei mostriciattoli che non chiedono il permesso per invaderti la casa.

Dico io, non potrebbero finire tra le specie in estinzione, al posto dei Pulcinella di mare, quegli uccelli tanto educati da perder molto tempi nei saluti? Non che siano belli, però mi ci sono affezionata grazie ad un cartone animato che ho visto e rivisto con la nipote. E i Pellicani? Anche alcuni di loro sono a rischio d’estinzione. E pensare che si feriscono col becco per nutrire ii figli col proprio sangue!

Non divaghiamo. Di uccelli ed altri animali parleremo in altra occasione.

Ecco a voi Cani e Gatti

Oggi sono di scena cani e gatti, nostri compagni del mondo animale.

Quante diversità mostrano questi figli fratelli amici che vivono da millenni insieme agli esseri umani! La vigilanza alle azioni e reazioni di chi li circonda proviene, come l’essere sempre affamati di cibo ed affetto, dall’amore che ci dedicano e dal timore di perderlo, insieme al nido che condividono con noi.

Ci amano, è sicuro, però in maniera differente, come differenti sono i loro congegni mentali nell’affrontare le nostre abitudini. Entrambi devono lottare contro l’istinto per compiacere il padre, fratello, padrone; oppure la madre, sorella, matrigna,

Noi e loro

Osservate il vostro ragazzone quando tira il guinzaglio, fiutando l’aria in cerca di terragnoli olezzi e di pasticci. Caracolla spensierato, la coda in aria, pronto ad ogni sorta di impresa, eroica o crudele; eppure, non vedete l’ansia palese, innocente, negli sguardi interrogativi che vi rivolge continuamente?

Il gatto è più sofisticato. Vogliono mostrare indifferenza i begli occhi che vi studiano, mentre se ne sta raccolto nelle posizioni più assurde. Non ama le battaglie cruente, lui; preferisce essere ammirato per le sue movenze sinuose, felpate, precise, ma attenti a mobili e poltrone se gli fate mancare il cibo o l’amore, che per lui sono la stessa cosa.

Un cane chiamato Tobia

C’è stato un cane molto amato nella mia vita, parecchi anni fa.

Non era un cane d’elite; solo un piccolo meticcio tutto nero, razza ‘bastardaun’ scherzavano le amiche.

Era così affettuoso, così partecipe! Ce ne sarebbero di storie da raccontare!

Difendeva i figli dai miei rimbrotti alzando una zampina davanti a loro, sebbene fosse l’unico ad esserne impaurito.

Non amava i gatti, o almeno, non quelli del vicino di casa che ogni tanto veniva a cercarlo col fucile. Un giorno vidi che rincorreva un pastore tedesco. L’inseguito divenne inseguitore quando si accorse della superiorità della sua mole. Fu una fortuna che si arrestasse sull’uscio di casa, dove Tobia si era rintanato con un precipitoso dietro front. Lo salvò la potenza di una buona educazione di cui lui faceva volentieri a meno.

Morì tra le mie braccia dopo un’operazione.

Uno dei figli disse: In questa casa non entrerà un altro cane. E così è stato.

Dopo qualche anno principiò l’avvento dei gatti.

Sua maesta il Gatto

La moglie di un famoso pittore toscano mi disse che doveva ‘smaltire’ una cucciolata felina. La sua preziosa gattina si era data al bel tempo con un vagabondo dei boschi ed i frutti della relazione erano radunati nel garage adibito ad orfanatrofio. Diedi un’occhiata ai nuovi nati per sentire, da brava fatalista, se ce ne fosse uno che mi spettasse. Decisi che avrei preso quello che fosse venuto spontaneamente da me. Tutti i neonati si allontanarono salvo uno, anzi una, che mi fissava, immobile.

Amata Alice

In nuce c”era già tutto il temperamento della mia amata Alice, una gatta forte e tenera, dispettosa e amorosa, che ha convissuto con me per quasi vent’anni.

Ne faceva di cose curiose! Alcune erano talmente incredibili che è inutile raccontarle. Sembrano impossibili perfino a me, che le ho vissute.

Ebbe un compagno, dei figli. Se ne andarono, in vari circostanze. Lei rimase.

Si ammalò. Vergognosa della sua malattia, prese a vivere sopra l’acacia che si trovava davanti alla porta della cucina. Scendeva solo per mangiare. Un giorno sparì. Pare che fosse intenzionata a morire per conto suo, così mi dicevano. Inutili furono le ricerche.

Dissi basta. Da ora in avanti vivrò sola.

Peccato che non sia femmina

Arrivò un minuscolo esserino che fu spacciato per femmina. Era, è, identico ad Alice. Cosa potevo fare?

Così è cominciata la convivenza con uno zuzzerellone che conosce a menadito l’arte di istruirti sul suo concetto di alimentazione, in barba ai consigli della veterinaria. Quanto alle coccole d’ordinanza, è un maestro nell’allungare una zampina sulla mia mano per farsi grattare la bella testolina.

Dovreste vedere come resta sorpreso, e come s’indigna, del mio ingrato rifiuto, accompagnato con urla e scotimenti davanti ai poveri feriti o morticini che lui considera doni…

Parola di scrittori

Si dice che i gatti siano i migliori amici degli scrittori, parola di Balzac, Baudelaire, Dickens, Hemingway, Twain e tantissimi altri.

Molti hanno intinto l’ingegno sulle loro abitudini. Colette, per esempio, scrisse un lungo, delizioso dialogo tra un cane ed un gatto.

Coinquilini a quattro zampe

Non sa cosa si perde chi rinuncia alla compagnia di questianimali intelligenti che ci amano, ci osservano e qualche volta, secondo me, deridono le nostre manie, i nostri riti. Chissà che non abbiano ragione, loro che di sfizi ne hanno pochi, e tanto essenzali da lasciare il mondo com’è.

Un animale perfetto

Non vi è dubbio che l’uomo sia il re degli animali. Solo lui è capace di erigere splendide, immortali costruzioni, e poi distruggerle, insieme a tutto ciò che lo circonda. È arrivato da poco, è ancora un monello indisciplinato, e non si rende conto dei danni che produce su questo antichissimo pianeta.

Sugli altri mondi, vicini o lontani, non so cosa accada, però c’è da augurarsi che siano governati da sovrani più saggi.

Devo chiudere. Il coinquilino segue ogni mio movimento con troppa attenzione. È l’ora di preparare il pasto della belva. Mi devo spicciare, altrimenti chissà che mi scombina!

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Salute

Inno al giardinaggio per gli anziani

In questo giardino meraviglioso che è la Crezione, diceva un antico filosofo, il giardino, i giardinieri e i profumi sono la stessa cosa.

Un altro, meno poetico forse, ma più realista, sosteneva che la Natura schiude la sua corteccia e rivela i suoi segreti solo all’uomo che la rispetta.

Ci siamo capiti?

Una casa senza respiro

La scelta di un appartamento dipende, per me, dalla presenza di un giardino, un cortile, un terrazzo. Feci eccezione per uno molto bello. Non oso dire quanta verzura dovette contenere un terrazzino che poteva ospitare due persone.

Le piante più grandi stazionarono nel cortile condominiale. Qualche volta vi entravo per salutarle.

Sono ancora convinta che una casa senza respiro esterno sia come una bella donna priva di capelli, un auto fuoriserie senza spazio di manovra. Dove c’è bellezza, la bellezza resta, però nessun dubbio che manchi qualcosa.

Un toccasana, un amuleto

Oggi il mio spazio di manovra è un cortilotto diviso in due parti. Sono un toccasana, un amuleto, quei quadratini di terra.Li trascuro, nella stagione fredda, però so che ci sono aldilà della finestra. E loro sanno che la mia indolenza si spegnerà con l’avvento della primavera.

Il tempo dell’acqua e delle cesoie

Difendo con le unghie e con i denti (con quelli che restano) la sessione mattutina davanti al computer, ma ora che le giornate sono lunghe, al sonnolento post pranzo segue un ripartire lento che si fa rapido dopo il té-tisana.

Una carezza al gatto ed eccomi fuori a lavorar di lena negli antri sterpagliosi.

A me, mia proda!

Fare e disfare

Il mio passapomeriggi ha delle regole che mi piace mantenere.

E così, prima di iniziare le manovre stagionali, mi sono avvicinata alle piante di vecchia data per il rituale saluto. Stavo civettando per farmi perdonare la lunga incuria, ma la beata intesa è finita con l’arrivo falsamente paciocco della belvetta che loro, secondo me, chiamano Attila. Ama giocare a guardie e ladri, il lazzarone, ma si esibisce volentieri nel ruolo di un Otello pronto a devastare ciò che attira il mio interesse, e dunque il suo. Sono lesta a mostrare un’espressione neutra nel salutare di passata il gruppetto di mammole, le margherite (tre), ed i ranuncoli sparsi nel praticello con la tranquillità di chi trascorre le vacanze estive sempre nel solito posto.

Arnesi da giardinaggio

La maggior difficoltà sta nell’aprire il cassetto degli attrezzi. Dopo vari scotimenti e qualche parola irripetibile, riesco a frugare in un accumulo che nulla ha di artistico. Nella ricerca delle cesoie, piccole e grandi, dei fili metallici ed altri ammennicoli, i guanti escono sempre per ultimi. Forse li diverte il mio timore d’incappare in qualche bestiolina appena uscita dal letargo.

Come trasformare un cortiletto nel giardino di Boboli

Finalmente posso dare il via a piani e conteggi, aiutata dal confortante ausilio dei libri di giardinaggio. Qualche volta mi capita d’affamigliarmi a qualche inedito rigurgito, ma sorveglio ogni novella protuberanza chepotrebbe portar danno alle colture già affermate e trancio senza pietà ifustiignotiche si fanno largo senza riguardo per i miei tesori.

Prendo a borbottare contro l’invadenza di un fogliame che tenta di farsi spazio tra limoni incappucciati per togliere la luce all’agapantus, là in fondo.

Finito il daffare, il mio sguardo fa un brevissimo giro dei possedimenti prima di rientrare in casa.

Dite la verità. Non sembrava che parlassi del Giardino di Boboli?

In onore di Herman Hesse

“Vi brillavano allegri convolvoli e gerani, cui facevano eco, nell’ombra, tarde violacciocche gialle; i rosai erano carichi di rose e rigogliose crescevano le siepi di sanbuco e di lillà.”

Dopo ciò che ha detto il grande scrittore, cosa posso aggiungere, se non commemorare primaverili opulenze?

Giardini delle mie brame

Il mio giardino ideale somiglia, in piccolo, a due che conoscevo bene.

Il primo, nostrano, aveva grandi vasi di bergenie che dominavano i lati di un terrazzo pavimentato con il cotto. Una piana scalinata di pietrisco, coperta da un pergolato di vite, conduceva agli ulivi, assolati insieme a tre ciliegi e le fronde ad ombrello di un vecchio diospero (o caco, se preferite). Cercavo tra i rosai l’angolo dei mughetti, il posto delle fragole, e trovavo il glicine che faceva capolino dalla soglie delle finestre.

Il secondo giardino si trova in una costa forestiera, affacciata però sul Mare Nostro. Là mi sedevo, sotto seducenti cascate di fiori dai densi colori tropicali. Pareva che danzassero insieme i tralci della bouganville, della plumbago, la bignomia. E forse ancora. Chissà.

E intanto respiro un nugolo di aromi da arrosto, salvia, rosmarino alloro, il basilico d’estate, che sale dalla vascona metallica adibita ad orticello.

Chi è il più bello del reame?

I miei sono ricordi, non lamenti. Ciò che è stato è stato ed è una grazia averlo conosciuto.

Nell’odierno cortile potrei piantare solo alberi bonsai. La plumbago si è adattata ma l’amato glicine sgretolerebbe quei muri di confine che hanno già qualche ammaccatura.

Inno alla natura

Ho voglia di canticchiare.

‘Fiori! Chi vuol fiori dal mio paniereee…’

Mi accorgo di mugolare, immobile, con le piccole cesoie nelle mani guantate. Chissà cosa pensano i vicini.

Evvai, sto ancora divagando. È proprio un vizio.

Dicevamo che…..

È giunta l’ora del giardinaggio.

Stamattina c’è un freddo birbone; il clima si vendica delle tiepide giornate che ci ha regalato in anticipo. Menomale che non ho tolto le mutande ai limoni.

Quest’anno ho curato poco il mio pezzettino di terra. E non ho potato I rosi, mondo befano. Vero che hanno già una profusione di gemme, di boccioli.

Sì, I miei vicini potrebbero xxxx che sto esagerando, un pochino.

Bella ed invadente, la passiflora cerulea sta ambulando alacramente dai giardini altrui. Parlano spesso, nei canali cucinieri, di ricette fatte col frutto della passione. Avranno bisogno di cure particolari per diventare commestibili quei tondi, selvatici noccioloni che pendono da ottobre sulla mia testa?

Alla buon ora! Diamoci da fare che qui si fa mattina e non ho ancora ‘compicciato’ nulla! Via al Sangue di bue, ai lupini ed a tutto l’ambaradan necessario a far crescere liete ed arzille le pianticelle.

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Sicurezza per gli anziani

Guida e sicurezza negli anziani

La sensazione di libertà di poter disporre di un’auto propria e di una patente di guida è eccezionale e regala sicurezza ed indipendenza. Anche se diventa insicuro nel corso degli anni, molte persone anziane rinviano per questo motivo la decisione di smettere di guidare.

Naturalmente ogni caso è diverso dall’altro. Per taluni guidare può ,però, divenire addirittura pericoloso. Con il passare degli anni,diminuiscono i riflessi che divengono più lenti,la visione ,l’attenzione e la concentrazione sono meno vivaci . Per motivi di sicurezza per tutti, sarebbe necessario considerare di abbandonare la guida ,dopo una certa età. Queste considerazioni andrebbero sempre fatte in maniera obbiettiva e, magari, e ne andrebbe parlato con il proprio medico di famiglia,che può consigliare a seconda dei casi se è meglio smettere di guidare o se a suo parere è ancora possibile farlo senza pericolo per se stessi e per gli altri.

La cosa più importante è tenere in considerazione i cambiamenti legati all’età. Con un’idea più globale, ognuno sarà bene a conoscenza dei pericoli della guida. Ecco alcune informazioni e suggerimenti sulla sicurezza per i conducenti meno giovani, per garantire ai genitori e ai loro cari più anziani la sicurezza sulla strada.

Le modifiche legate all’età possono rendere la guida pericolosa

Le statistiche mostrano che l’ età e la salute del conducente possono influire sulle sue capacità di guida e comprometterne di conseguenza la sicurezza al volante. Ecco alcuni fattori legati all’età che possono influenzare il conducente :

Cognizione: durante la guida, occorrono più abilità contemporaneamente, tra cui attenzione, memoria ed elaborazione visiva. Nel caso in cui giudizio e velocità di elaborazione siano compromessi, è compromessa la capacità di guida.
Audizione e perdita della vista: esami della vista e dell’udito regolari sono indispensabili per una guida sicura. In questo modo sara possibile ascoltare le sirene di emergenza e vedere la strada, i pedoni, i segnali e altri veicoli.
Condizioni mediche: morbo di Alzheimer, demenza, diabete, pressione alta e bassa, sclerosi multipla, disturbi del sistema nervoso, artrite grave, depressione grave, disturbi del sonno o altre malattie possono rendere la guida pericolosa.
Farmaci: alcuni farmaci possono ridurre le capacità di guida, inclusi antistaminici e farmaci per la depressione, il diabete e la riduzione del dolore. E’ importante chiedere sempre al proprio medico come i nuovi farmaci influenzeranno il modo di guidare proprio e dei propri congiunti.
Funzione motoria: con l’ avanzare dell’età, la flessibilità diminuisce, le articolazioni diventano più rigide, i muscoli si indeboliscono. Azionare i pedali del freno, della frizione e dell’acceleratore, girare la testa per vedere il traffico e usare il volante può essere più difficile nel corso degli anni.

Risorse per la sicurezza dei conducenti più anziani

Fortunatamente, ci sono risorse che gli operatori sanitari, i genitori e le persone care possono utilizzare per garantire la sicurezza del guidatore di ogni età . È necessario elaborare un piano per tutti . Dopotutto, guidare mette a rischio la sicurezza di tutti,la propria e quella degli altri.

L’anziano autista

Le capacità di guida sono compromesse a causa del passare del tempo. Per compensare, ci sono alcuni consigli che i conducenti e soprattutto quelli più anziani dovrebbero prendere in considerazione:

Cercare di percorrere strade ben conosciute .
Limitare i viaggi verso aree vicine e allo stesso tempo, con passaggi di facile accesso, evitare le curve a tornante, passi di montagna o strade strette.
Cercare di evitare incroci con più corsie.
Evitare di guidare di notte o nei giorni in cui la visibilità e il tempo sono scarsi. E’ sconsigliabile per tutti,non solo per i meno giovani, guidare nei giorni di pioggia, neve, grandine o nebbia.

Corsi di sicurezza per conducenti senior

Frequentare questi tipi di corsi potrebbe non interessare in primo luogo il conducente senior. Queste classi di sicurezza , tuttavia, possono aggiornare le proprie conoscenze e questo tipo di lezione può insegnare ad avere un miglior adattamento alla guida .

Esame di coscienza nei conducenti più anziani

Tutti i guidatori ed in special modo quelli meno giovani, dovrebbero imparare a autocriticare le proprie capacità nel condurre un veicolo ,nel viaggiare per le strade .Ognuno dovrebbe essere pronto ad accettare i segni che lo rendono meno adatto alla guida. Essere testardi con questo argomento non porta a nulla.L’autocritica è la miglior posizione per evitare gli incidenti.

Punti da tenere d’occhio per i guidatori più anziani

Se l’abilità di guida di un membro della famiglia più anziano, è messa in discussione conviene quanto prima fare un giro in macchina con lui o lei e prestare attenzione a quelle che possono essere le problematiche sopravvenute . Questa semplice azione ed attenzione darà la certezza se sia giusto continuare a farlo guidare o se sia utile prendere delle misure di sicurezza per la sua incolumità e per quella degli altri.

Valutazione e decisione finale nel guidatore anziano

Il dottore

Il medico di famiglia è riconosciuto come colui a cui è possibile riferirsi per un giudizio sulla capacità di guida in sicurezza. Dopo aver esaminato il paziente , potrà trarre conclusioni e dimostrare empiricamente la sua incapacità o capacità di continuare a guidare.

famiglia

La famiglia e gli amici dovrebbero essere i migliori giudici per determinare se una persona anziana è ancora adatta alla guida. Talvolta però, consciamente o inconsciamente, i familiari per affetto,per non addolorare il parente in questione, non ne giudicano obbiettivamente la guida spericolata distorcendone l’effettiva valutazione .

Riporre la propria fiducia nella sua capacità di muoversi autonomamente alla guida del proprio veicolo può evitare un conflitto ,ma allo stesso tempo, può significare non voler riconoscere che la malattia del parente sta peggiorando.

Come gestire la situazione

Il momento più delicato, a livello psicologico, è riconoscere che non è più sicuro guidare, né per la propria salute né per quella degli altri. Conviene serenamente sollevare l’argomento sulla preoccupazione di una futura guida poco sicura. E’ molto difficile convincere se stesso o un parente che si ama di questo fatto, è importante comprendere la sensazione di sgomento nel riconoscere che una propria capacità si sia ridotta o sia proprio finita. Non è facile adattarsi quando si invecchia, a perdere l’autonomia .

Talvolta, non potendo guidare, alcune persone possono sentirsi depresse. Per questo motivo, sono importanti in chi sta loro vicino ,la comprensione, l’incoraggiamento e le rassicurazioni.

L’importanza della prevenzione

I cambiamenti dell’età, devono essere compensati in qualche modo. Ecco alcuni suggerimenti su come prevenire questi eventi:

Come già consigliato precedentemente, è molto importante l’ esercizio fisico moderato su base regolare. Una persona attiva avrà sempre maggiore agilità al volante.
Chiedere al medico gli effetti di un farmaco sulla guida.
Eseguire controlli medici ogni anno. La cosa raccomandata, a partire da una certa età, è di procedere con il rinnovo della patente di guida e controllare la vista e i riflessi.
Non guidare in condizioni di scarsa visibilità come con neve, pioggia, nebbia o di notte.
Evitare di guidare in zone molto trafficate.
Provare ad utilizzare i mezzi pubblici e camminare, attraversare sulle strisce pedonali.
Pianificare il percorso in auto se non è noto per evitare di perdersi o disorientarsi. Se il viaggio è lungo, cercare di effettuare soste ogni ora, per attivare la circolazione e rimanere idratati. In caso di stanchezza fermarsi in un area di servizio a riposare.

Misure per conducenti anziani con demenza e Alzheimer

Ci sono momenti in cui colui a cui è stato legalmente impedito di guidare, ignora e rifiuta di accettare questo fatto. Ci sono alcune situazioni, in caso di demenza senile o di malattia di Alzheimer in cui le persone dimenticano di non poter guidare.

È in questi casi che il caregiver di queste persone deve prendere alcune misure di sicurezza Questi sono alcuni consigli:

Se non ascoltano alcuna ragione, va loro dimostrato che ” non possono guidare” con un ordine insegnato dal medico.
Oltre al medico, può essere necessaria un’altra figura autoritaria come un avvocato o un prete per convincere il malato che non ha più il pieno potere di guidare.
Vanno nascoste o sostituite le chiavi dell’auto in modo che non possa essere avviata.
Va venduta l’auto o rimossa la batteria se non c’è altro modo.
Va distratta la persona per farle dimenticare di voler prendere la macchina.
Parcheggiare l’auto lontano da casa. .

Ti invitiamo a condividere le tue esperienze di sicurezza con noi nei commenti in modo che altre persone nella tua stessa situazione sappiano come comportarsi.