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Salute

Età e salute negli anziani

A proposito di salute

State tranquilli. Non mi azzardo a sgomitare tra le materie farmaceutiche. Posso solo servirmene.

Tisane vitamine e poi?

Non nego di aver sostituito il té con le tisane, da quando il mio sonno ha il singhiozzo e neppure di far scorta di alimenti che presuppongono l’apporto di vitamine e sali minerali.

Lo so che non è sufficiente, alla mia età.

È indispensabile usare rimedi testati, sempre applicati con misure adeguate alle pro e controindicazioni.

Pubblici indirizzi

È difficile districarsi tra le informazioni su questo delicato, imprescindibile settore. Sono troppe e vaghe le nozioni che circolano sulle necessità della salute e capita che intasino le nostre blande competenze.

L’obbligata ragionevolezza impone di evitare le incomprensibili ricette provenienti da cento paesi.

Forse fanno bene. Forse no.

Non è vero che tutto fa brodo

A noi della terza e quarta età serve l’apporto di sostanze che il tempo ha consumato. Dobbiamo dare spazio e voce ai consigli pratici, chiari, degli esperti del settore. Fidiamoci di coloro che della guarigione fanno mestiere, invece di dare e ricevere rimedi ‘infallibili’ nel tenere a bada malattie che neppure ci riguardano.

Un esempio?

Se uno dei vostri amici vi telefona assicurando che ‘oggi ha fatto le bizze’, nove su dieci non si riferisce agli amati nipoti, ma ad antipatici attriti con le artriti.

E giù un par d’ore a confabulare sulprecario lavoro delle nostre carcasse, sui punzoni da ricamo che riparano i nostri guasti col garbo di una lisca in gola.

E cosa dire delle contese con leprostate prostrate? E delle foto segnaletiche che denunciano le malefatte degli organi dispettosi?

E dove li mettiamo gli uggiosi trigliceridi che fanno un monte di storie per due sottilissime fette di salamino?

Parliamo di cose serie

Credo che il rapporto con il nostro organismo si manifesti con due atteggiamenti opposti. Quello degli ipocondriaci, spauriti come perecotte su pei peri, è gravato da cronici timori, congeniti quanto le malattie ereditate dai nostri antenati.

L’altra categoria, quella del ‘Lei non sa chi sono io’ rivolto ai propri organi, preferisce affrontare con strafottenza la pugna con i timori.

Per loro si potrebbe far la parodia di alcune frasi che Alberto Sordi ha immortalato:

‘Voi mi provocate e io me magno!’ Oppure: ‘Io sono io e voi non siete….’

Si dice che non ha coraggio chi non ha paura. Poiché il nostro organismo non è indemagliabile, la parola coraggio, in questo contesto, non dovrebbe essere sostituita con incoscenza?

A spasso sugli alambichi

Il Tempo, sia quello che ci accomuna, sia quello privato che ci portiamo addosso, è un padre padrone che a volte va a rilento, ma più spesso corre tanto che noi, figli tapini, fatichiamo a stargli dietro. Gli piace cambiare le carte in tavola ed è espertissimo nel gioco delle tre carte, spostando gli assodati principi a suo piacere e nostra dannosa o benefica confusione.

Non ci credete? Prendiamoci il gusto di uscire dal presente per andare alla ricerca della farmacopea del passato. Scopriremo che prima di essere rigurgitata su di noi, la scienza è stata cercata, elaborata, sperimentata, miscelando composti di varia natura e specie dentro arzigogolati alambicchi per ottenere pozioni, impiastri, pomate, da somministrare ai malati col contagocce.

Fino a qui non siamo troppo lontani; e chissà se siamo al capolinea?

Ahinoi!

Nel 1492, mentre Colombo caravellava verso ovest dopo aver promesso le glorie dell’est, Lorenzo de’ Medici veniva curato con perle triturate insieme con altri ingredienti. Non sappiamo se ci fossero lingue di ragno, orecchi di bruchi o code di formica, ma è certo che al Magnifico non andassero a fagiolo.

Che le dosi fossero sballate?

Un medico geniale

Non intendo generalizzare. Anche allora c’erano medici straordinari, vi assicuro. Uno di loro, laureato a Ferrara, scoprì molti ritrovati, come è dimostrato nei suoi scritti, sebbene dovessero aspettare dei secoli per farsi accettare.

Si chiamava Von Hoheinheim, detto Paracelso forse per risparmiare l’infilata dei nomi di battesimo. Sapete che Iniziò le sue lezioni nell’università di Norimberga buttando sul fuoco i libri dei predecessori?

Astronomia Alchimia Filosofia Virtù

La sua opera poggiava su quattro basamenti: l’Astronomia, l’Alchimia, la Filosofia, la Virtù. Configurava così l’arte della guarigione, da lui chiamata Arte Reale perché riteneva che i suoi adepti fossero eroi e principi.

“Nei vostri sguardi stanchi potranno convivere la fierezza, la saggezza ed una disperazione linda che troverà sfogo nel risolvere i morbi umani.”

Alcuni brani citati nei suoi libri sono interessanti anche per noi, profani dell’arte medica. E non dimentichiamo, leggendoli, che visse nei primi anni del 1500.

“I contrari si curano con i contrari, i simili con i simili.”

Così diceva, anticipando di secoli il concetto vaccinale.

Dava importanza alla psiche, consigliando di risparmiare ai malati “affanni e dolori e disagi e prove umilianti che potrebbero peggiorarne l’umore e quindi la salute”

“Da un’umanità insofferente di ciò che non comprende traggono nutrimento molte malattie.”.

Qui il termine ‘comprendere’ non era inteso solo nel senso di capire, ma anche dell’accogliere, com-prendere…

“Un medico illuminato va a scuola dalla natura, che è madre e maestra e contiene in se l’origine e il rimedio di ogni malattia….. Cercate e troverete, chiedete ed avrete”

Perle di saggezza

In onore di queste perle di saggezza cerchiamo di non sprecare il presente. Se chiediamo ciò che ci fa star bene qualcosa dovrà pur cadere dentro il nostro paniere.

Non l’eterna giovinezza. Pretenderla, per come la vedo io, sarebbe come voler mangiare tutti i giorni ricci di mare o tartufi d’Alba.

A cosa serve star li a piangere sul tempo perduto? Teniamoci cari i nostri affaticati organi, finché vita non ci separi. Qui alludo al divorzio da questa vita per una da principiare con un fisico in migliore stato. Sicuramente ce ne daranno di nuovi fiammanti, la prossima volta, ma perché avere fretta?

Queste ed altre verità

Da ‘I tulipani’ di Silvia Plath:

“…..La pace è così grande che abbaglia, e non chiede nulla, un’etichetta col nome, pochi aggeggi…”

Di ciò consapevoli, regaliamoci pause di quieta rigenerazione per allacciare confidenza con un modo più ampio e profondo del vivere.

È vero che siamo alle dipendenze di una terra purgatoria, sospesi in attesa di analisi, ed altre attese di altre analisi; però è altrettanto vero che le malattie possono guarire, e noi con loro. Come è vero che non esiste sollievo più grande di un reperto liberatorio.