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Nutrizionista

Mangiando S’impara per anziani

Il bicchiere mezzo pieno

Una premessa. Io faccio parte della confraternita del bicchiere mezzo pieno. Se un pezzettino di mondo mi casca addosso tendo di smussarne gli angoli, smorzare il fastidio e leccarmi i graffi, se ci arrivo.

L’inverno del mio scontento

Capita a tutti un periodo grigio e dunque anche a me. Il mio, fortunatamente, era

illuminato da due amorosi pargoli.

Quando cominciarono ad andare all’asilo, e poi alle elementari, le giornate parevano un labirinto senza uscita.

Conoscevo la storia di Robinson Crusoe, ma la spinta decisiva me la diede la lettura di Walden.

Fu cosi che, da casalinga per causa di forza maggiore, m’inventai un’esistenza alla maniera del Thoreau. Però scelsi una romantica palafitta in un’isola disabitata. Ovviamente i pargoli stavano con me.

Erano gli anni 76/77. Chissà quanti, prima e dopo di me hanno rifugiato il loro malvivere in oasi pacifiche simili alla mia?

La sapeva lunga chi congegnò quelle burlesche, inadeguate, ‘Isole del tesoro!!!

Partiamo dall’ape e dal fiore

Nel senso alimentare, ovvio.

I primi tempi del nostro soggiorno furono piuttosto primitivi.

L’alimentazione si basava sul misero orticello che avevo organizzato: agli, cipolle, pomodori, zucchine e radicchi, oltre ai malcapitati pesciolini che s’avventuravano sulla spiaggia. E dieci libri da leggere e rileggere a sfinimento.

L’affiliazione di qualche pappagallo non fu sufficente Ricorsi ad un compromesso con la civiltà.

Ogni mese dovevano arrivare, mittente non specificato, dieci tipi di alimenti e 5 libri.

Già che c’ero chiesi delle scatolette di fiammeri e l’adozione di un cane, un gatto, qualche gallina.

Elenco dei cibi

Dei libri selezionati scriverò in altra occasione.

Ecco l’elenco dei cibi, confortati dai prodotti dell’orto, da uova di galline che feci morire di vecchiaia, dall’acqua di un ruscello e da qualche pesce suicida:

-farina, olio, formaggio grana, latte, patate, riso, fagioli, limoni, zucchero cacao

Tanta roba! Una pacchia.

I miei figli non hanno mai saputo, almeno finora, di aver abitato con me in quel lontano rifugio. Traslocai in un luogo permeato di sogni più ravvicinati, ma ancora ci penso e rido mentre trufolo in cucina.

Torniamo all’oggi

il mio pranzo ideale è composto da qualche aperisfizio, un primo, dolcetto a chiusura.

Per le feste luculliane oso eccezionali piatti unici, come gli ossibuchi col risotto del Veronelli, la paella che ho visto realizzare sulla Costa Brava, il cus cus da esposizione e chi più ne ha più ne metta.

Gli aperisfizi

Pierre Buffet, cuoco di Francesco, viaggiava con un mobile che si apriva al momento di servire le vivande al re, creando quell’esposizione di cibi pronti che conosciamo.

Da lui nacque anche l’abitudine di chiamare buffet la credenza della sale da pranzo

Gli stuzzichini

Solitamente trattasi di 3-fettine-3 di pane splamate col pesto, e non solo di basilico; oppure con dei pezzettini di pomodoro ben conditi o magari dei crackers con frazioni di grana o pecorino, un pomodorino secco, tre olive. Più raro, ma vi capita una cucchiata rasa di paté di fegatini.

Per non abbondare con gli adorati trogoletti mi affido agli indimenticati duelli intestinali, con conseguenti, panciute, pacificazioni.

Sua maesta il Primo

E qui regnano indisturbati la pasta, il riso, la polenta (quella precotta).

A proposito di polenta. Non l’avevo inserita nella dieta isolana perché non esisteva ancora quella precolta. L’avrei messa al posto di… Non lo so di cosa ed è inutile star lì a pensarci.

Provate a riempirla con dei formaggi, anche quelli in stallo nel frigorifero, e poi versate il bollente composto in una ciotola. Aspettate un minutino o due prima di rovesciare la cupoletta sopra una pomarola profumata.

Una cucchiata sopra, una sotto….

Campanilismo in cucina

Intanto che me la gusto mi chiedo cosa s’inventerebbero quegli chef simpatici o boriosi che si affacciano dai programmi culinari televisivi se Colombo e il Vespucci fossero rimasti a casa.

Come potremmo preparare un decente menu settimanale senza usare pomodori peperoni peperoncini patate, farina di mais? E che cosa sarebbe la pasta senza un buon sugo di pomodoro? E la pizza? Per non parlare delle cacao.

Ci rendiamo conto, sì?

Star della tivvù

L’alimentazione è diventata una star di prima grandezza grazie alle colorate kermesse della tivvù. Alcune mi annoiano, altre m’intrigano, ma devo confessare che ho imparato ad insaporire le glorie nostrane spaziando su quelle altrui.

Qualche esempio?

Oggi uso ingredienti che prima trascuravo. Lo zenzero, per esempio, ed il curry, la curcuma, il miele con l’aceto di riso Mescolati alle solite ricette, con un occhio alle affinità e l’altro al buon senso (senza diventare strabici), sanno rendere assai gustosa l’alimentazione giornaliera.

Ultimo, ma non ultimo

Con i piatti salati me la cavo, più o meno, ma i dolci, ahiahiahi! Sarà perché bisogna essere precisini?

Non nego i pastrocchi che m’invento in due balletti con farina, uova, latte, olio, yougurt zucchero, tutto in dosi q.b. E neppure rinnego la cheesecake che porto quando mi invitano alle cene. La compongo con formaggio spalmabile (molta ricotta, poco mascarpone) e yogurt bianco, sempre quanto basta. I biscotti della base sono a piacere, purché siano ben sbriciolati insieme al burro. La preparo in versione estiva, senza l’uovo, perché è più fresca, leggera, e non va in forno.

Lo sfizio sta nel decorarne la superficie. Qualche fragolina, pezzetti di ananas, fettine di agrumi e l’immancabile menta.

Il fuoriclasse

Nelle cene conviviali, da noi in Toscana, si usano spesso i biscotti di Prato col vinsanto. Questo per coloro che hanno tutti i denti al loro posto

Io, se posso scegliere preferisco la zuppa inglese. Tutti gli altri dolci vengono a distanza di parecchie incollature, per usare un linguaggio da concorso ippico. Mi è stato riferito che si può fare anche con budini e savoiardi. Ho provato. Mah!

E per finire

La felicità è uno sprazzo di luce, la serenità è una giornata di sole.

Chi l’ha detto? E che ne so!