L’esposizione alla luce solare avvia la formazione di vitamina D 3
L’esposizione alla luce solare avvia la formazione di vitamina D 3 nella pelle poiché la:
- radiazione UV B nello spettro solare (290-315 nm,) provoca la
- fotoconversione del 7-deidrocolesterolo (è uno sterolo che funziona, nel plasma , come precursore del colesterolo)
- per poi essere convertito in colecalciferolo nella pelle,
- a previtamina D3.
Un’isomerizzazione indotta dal calore converte quindi la previtamina D 3
- in vitamina D 3 in un periodo di giorni. ( Isomero – stesso numero di atomi di ciascun elemento, ma disposizioni distinte di atomi nello spazio.)
RAGGI ULTRAVIOLETTI:
UVA – UVB
La luce ultravioletta proveniente dal sole è disponibile in due lunghezze d’onda principali – UVA e UVB. È importante capire la differenza tra queste ed i fattori di rischio che ognuna comporta.
Prima ci sono le UVB, onde salutari che aiutano la pelle a produrre vitamina D, poi ci sono le UVA, che sono generalmente considerate poco salubri perché possono penetrare più profondamente la pelle e causare più danni da radicali liberi. Non solo, i raggi UVA sono praticamente costanti durante tutte le ore di luce del giorno, per l’intero anno, diversamente da quelli UVB che sono scarsi al mattino ed alla sera ed abbondanti a mezzogiorno.
Gli ultravioletti vengono classificati in base agli effetti biologici delle diverse lunghezze d’onda.
UV-A (400-315 nm),
UV-B (315-280 nm),
UV-C (280-100 nm).
L’intensità di queste radiazioni è espressa con l’indice UV, indice universale della radiazione UV solare, riportata anche nelle previsioni meteorologiche.
L’esposizione occasionale alla luce solare di faccia e mani è insufficiente per la produzione di vitamina D nella maggior parte delle persone.
Per ottimizzarne i livelli occorre esporre al sole larghe porzioni di pelle e non solo per qualche minuto. E contrariamente alla credenza popolare, il momento migliore per essere al sole per la produzione di vitamina D è vicino a mezzogiorno.
Per utilizzare la luce solare per massimizzare la produzione di vitamina D e minimizzare il rischio di danno alla pelle il periodo migliore e più sicuro è la parte centrale della giornata (approssimativamente tra le 10 e le 12). Durante questo periodo di intensa emanazione UVB necessiterà solo una breve esposizione per produrre la maggior parte della vitamina D.
Per quanto riguarda i tempi di esposizione, è sufficiente che il colore della pelle viri verso una leggera sfumatura di rosa. Può trattarsi di soli pochi minuti per le persone con la pelle molto chiara.
Una volta che avete raggiunto questo punto il corpo non produce più vitamina D ed ogni altra esposizione al sole sarà dannosa per la pelle.
La maggior parte delle persone con la pelle chiara ed i capelli biondi massimizza la produzione di vitamina D in 10-20 minuti. Qualcuno necessita di minor tempo, altri di un tempo maggiore.
Più è scura la pelle, maggiore deve essere il tempo di esposizione per ottimizzare la produzione di vitamina D.
La latitudine e la stagione
La latitudine e la stagione influenzano sia la quantità che la qualità della radiazione solare che raggiunge la superficie terrestre, specialmente nella regione UVB dello spettro.
È stato sviluppato un modello per valutare l’effetto dei cambiamenti stagionali e latitudinali sul potenziale della luce solare per avviare la produzione cutanea di vitamina D 3 . Pelle umana o [3 α –3 H] Il 7-deidrocolesterolo esposto alla luce solare nei giorni senza nuvole a Boston (42,2 ° N) da novembre a febbraio non ha prodotto previtamina D 3 .
A Edmonton (52 ° N) nel periodo invernale ottobre a marzo, non ha prodotto previtamina D 3 .
Più a sud (34 ° N e 18 ° N), la luce solare ha fotoconvertito efficacemente il 7-deidrocolesterolo in previtamina D 3 in pieno inverno.
SOPRA I 35° DI LATITUDINE
E’ importante ricordare che se vivete al di sopra dei 35 gradi di latitudine, (Lampedusa – Malta sono a 35°) non è possibile produrre vitamina D attraverso l’esposizione al sole da novembre fino a marzo a prescindere dalla durata dell’esposizione.
INTEGRAZIONE DI VIT. D
Questi risultati quantificano la drammatica influenza dei cambiamenti nella radiazione solare UVB sulla sintesi cutanea di vitamina D 3 e indicano che con l’aumento della latitudine e la durata dell inverno avviene una CARENZA di vitamina D, durante il quale può essere consigliabile un’integrazione alimentare della vitamina.
Altri fattori influenzano la radiazione
- I vestiti neri escludono il 100% di UV ‐
- Il vetro e la plastica escludono anche il 100% di UV ‐ B
- L’uso del fattore di protezione solare 8 esclude il 95%.
In studi condotti a Boston (42 ° N) Holick e collaboratori hanno dimostrato l’importanza della latitudine, della stagione e dell’ora del giorno di esposizione alla luce solare. La massima produzione di vitamina D 3è stata osservata intorno a mezzogiorno in luglio, con una produzione in calo in primavera e in autunno e nessuna produzione tra il 1 ° novembre e il 15 marzo. Nei paesi intorno all’equatore, la produzione è costante durante tutto l’anno.
TROVA LA LATITUDINE
Per determinare la latitudine in cui vi trovate, potete usare un GPS.Google Earth ha una funzione che mostra la latitudine.
Tratto da https://www.nonsolobenessere.it/raggi-ultravioletti-significato-cosa-sono-e-quali-danni-possono-causare.html